La passione e la professionalità di Renato Pancini, tra i dodici finalisti del sondaggio Il Personaggio dell'anno di Italia a Tavola (PER VOTARE CLICCA QUI), nella sezione Pizzaioli, hanno permesso di valorizzare i singoli sapori attraverso un perfetto connubio tra impasti e farciture, trasformando le pizze in piatti di alta cucina capaci di regalare emozioni e di trasformare ogni cena in un'esperienza indimenticabile.
Renato Pancini
Cura e dedizione verso tutte le fasi della lavorazione hanno così permesso il passaggio verso il
solo-
pizza ad
Arezzo, che caratterizza l'attuale identità di
Al Foghèr.
Al Foghèr è un nome in dialetto veneto, al focolare. Perché hai scelto un nome extra moenia per la tua pizzeria?Nel 1986 quando io, insieme ad altri
soci, decidemmo di aprire il locale appena fuori Arezzo, un membro della società era veneto e lanciò questo nome, simbolo anche del
calore familiare. La sua proposta fu approvata all'unanimità. Adesso sono solo io a continuare l'attività ma ho mantenuto il nome Al Foghèr.
Raccontaci la tua storia da pizzaiolo?Sono nato in una
famiglia patriarcale, il più piccolo di tre fratelli, dove la
stufa di casa era sempre accesa e funzionava anche come
angolo di cottura.
Io, dietro alle gonnelle di
mamma e
nonna, mi divertivo a impastare e una volta raggiunta la maggiore età questa mia
passione si è materializzata in professione. A ventiquattro anni ho inaugurato il locale con l'ambizione di regalare momenti di
gusto e
benessere ai
clienti, mentre il desiderio di ricercare nuovi sapori e di trovare la perfezione negli impasti mi ha spinto a investire su un processo di formazione costante, culminato con l'esperienza della
Scuola Italiana Pizzaioli di Caorle (Ve) dove ho appreso tutti i segreti per ideare e preparare una buona pizza.
Il tuo spirito innovativo e creativo è emerso anche nelle numerose partecipazioni a livello non solo nazionale, ma anche internazionale?Sì e tal proposito mi piace qui ricordare le mie partecipazioni ai
Campionati mondiali della
Pizza dove ogni volta ho presentato un piatto nuovo, collezionando complimenti e riconoscimenti dai massimi esperti del settore.
Spirito innovativo, passione e professionalità che stai estendendo anche ai tuoi figli?Sì. I miei figli Riccardo e Federica hanno avuto fin dalla nascita le mani infarinate e hanno appreso i trucchi del mestiere. Riccardo, che ha completato il ciclo di studi presso
l'Università della Pizza di Vighizzolo d'Este (Pd) ha assunto la responsabilità degli
impasti, mentre Federica si occupa dei rapporti con i clienti e dell'organizzazione della sala.
L'attuale identità di Al Foghèr basata sul solo-pizza è frutto anche di questo incontro e di questo
rinnovamento intergenerazionale.
Rinnovamento che ti ha portato anche ad aprire un nuovo Al Foghèr nel centro di Arezzo?In verità devo dirti che aprire un
locale in
Corso Italia era un mio
sogno. Così quando si liberarono dei locali nel così detto “struscio” cittadino prendemmo al volo la “palla al balzo” e nel luglio 2019 aprimmo il secondo Al Foghèr, con la stessa filosofia della nostra prima pizzeria.
Due pizzerie che propongono solo pizze?Sì, quaranta tipi di pizze, le cui farciture cambiano nel corso dell'anno, secondo la
stagionalità dei prodotti. Tre sono le selezioni di pizza che proponiamo: le
Classiche, ovvero la semplicità e l'originalità della più rinomata tradizione italiana, dove l'attento bilanciamento tra impasti altamente digeribili e farciture con ingredienti di prima qualità le rende uniche; le
Contemporanee, leggerissime, non a caso noi le chiamavamo anche “Aria di Pane”, un mix di gusto, creatività e continua innovazione, vera
pizza d'autore targata Al Foghèr e le
pizze Dessert, un piatto di alta pasticceria che unisce dolce e salato, dove sulla tradizionale base salata vengono posti frutta fresca, crema chantilly, cioccolata, panna, yogurt e tante altre golosità.
La pizza che va per la maggiore Al Foghèr?Terra di Arezzo, una pizza a base di cacio e pepe con l'aggiunta di pancetta affumicata e tartufo fresco di stagione.
Lancia uno slogan per farti votare a Il Personaggio dell'anno?Faccio questa premessa... non si viene in una pizzeria solo per nutrirci, ma per trovare
convivialità,
benessere ed
emozioni. Davanti a un disco di pasta ci sentiamo come un pittore davanti a una tela: pronti a creare un'opera d'arte unica e non replicabile. Votate
Renato Pancini!