Inizi di marzo. Per lui era un volo Napoli – Verona a/r, ma dopo la “a”, la “r” non c’è mai stata. Parliamo di Guglielmo Vuolo, pizzaiolo con due pizzerie, una a Napoli ed una a Verona. Bloccato a Verona, di certo non se la sta passando male. Pizzaiolo di quarta generazione, gioiosa e lusinghiera la coesistenza con la quinta generazione, i figli Enrico e Valerio. Si conclude proprio con Guglielmo Vuolo la nostra rubrica “Caro amico ti chatto”, il cui spunto nasce, come abbiamo già avuto l’occasione di spiegare, dal primo verso di quella bella canzone di Lucio Dalla dal titolo L’anno che verrà: “Caro amico ti scrivo”...
Guglielmo Vuolo
V: Ciao, caro Guglielmo, sei a casa ?
G: Sì, ma a quella di Verona
V: Sei in questo momento a Verona in quanto "intrappolato" - diciamo così - ovvero impedito a rientrare a Napoli oppure per tua scelta ?
G: Non proprio per scelta. Ero venuto a Verona per stare tre giorni, poi il buon senso ha fatto il resto, anche per non lasciare solo Enrico. Credevamo si risolvesse prima, ma così non è successo ed eccoci qui, caro Vincenzo. Mi manca Napoli!
V: Ti manca Napoli ma forse come attività è meglio che tu sia a Verona in quanto a Verona puoi esercitare
il servizio delivery, è così?
G: Sì, ma in verità qui abbiamo chiuso il 9 marzo e nonostante avrei potuto, non abbiamo fatto delivery fino al 6 aprile. Dopo aver pensato al personale, abbiamo pensato anche alla nostra di salute.
V: Giustamente e doverosamente. Quindi partite anche voi con il delivery. Con appoggio di terze parti oppure direttamente? E con quale copertura territoriale? E durante quale fascia oraria?
G: Iniziamo con Just Eat, dalle 18 alle 22. La copertura per il momento non è ancora definita, ma pensiamo che sia Verona città.
V: E l'offering? Tutte le pizze che in genere hai a menu o soltanto una parte di esse?
G: Per iniziare abbiamo pensato a poche pizze in carta, le classiche napoletane; poi si vedrà.
Guglielmo Vuolo, al centro, con il figlio Enrico e la moglie Stefania
V: Traggo spunto da ciò per chiederti due cose. La prima: diventerà finalmente il servizio di delivery un must della pizzeria di fascia alta? La seconda: alla riapertura, sempre considerando le pizzerie di alta qualità, i clienti potranno finalmente trovare un’offerta di pizze che non sia sterminato e che magari, la butto lì, si fermi alla dozzina di pizze fermo restando che però c'è turnazione stagionale?
G: Si credo proprio di sì, il servizio di delivery diverrà un imprescindibile valore aggiunto costante. È giusto usare la stagionalità, la natura deve essere rispettata sempre. Ma dico di più, caro Vincenzo, a me piacerebbe tornare alla pizzeria di una volta, quando era anche un’alternativa al più costoso ristorante. È velleitario, lo so, anche perché sono ben consapevole che anche la pizza oggi ha un costo diverso, di gran lunga superiore al passato, soprattutto lavorando coscienziosamente con ingredienti di qualità.
V: Anche io sono dell'idea che la pizzeria debba tornare ad essere quel luogo di aggregazione dove ci si va in spensieratezza. Tuttavia questa faccenda del coronavirus imporrà obblighi da non sottovalutare. Te ne dico uno: una nuova distanza tra i tavoli e nuove misure per personale di cucina/forno e di sala. Ti lancio una suggestione: torneranno i grandi affollamenti con tavoli accostati al massimo e file fuori, il sabato sera, con persone in attesa l'una vicinissima all'altra?
G: C’è un piano sicurezza al quale saremo obbligati. Tutti dovremmo imparare a convivere con attenzione e intelligenza a questo nuovo scenario e sarà proprio il cliente divenuto più esigente, il primo a chiederlo.
V: Sono d'accordo al 100%. Quindi ci sarà, diciamo così, il "cliente nuovo" che si aspetta di trovare il "ristoratore/pizzaiolo nuovo"? Nuovi comportamenti, nuovi diritti e nuovi doveri per dirla in sintesi.
G: Questo però può significare anche minori incassi e di conseguenza minor numero di collaboratori e tutto meno, insomma!
V: Oppure, caro Guglielmo, può anche significare sbrigliare creatività ed individuare, con una combinazione felice ed efficace tra creatività e tecnologia, nuove sorgenti di incasso e quindi di utile e quindi di capacità di reinvestire e quindi… addirittura assumere personale. Ma anche il personale avrà skills ben diverse dalle attuali, cosa ne pensi?
G: Vedi, Vincenzo, la creatività, la tecnologia, nuovo approcci tutto quello che dici è molto bello e buono, ma deve essere sempre accompagnato da un incasso sufficientemente giusto, quindi in questo momento saremo aperti ad ogni conseguenza. Chissà, vedremo.
V: Comprendo il tuo punto di vista, caro Guglielmo, però bisogna anche prendere atto che gli incassi sono conseguenze di servizi erogati e poi, parte di essi, se costituiscono utile, diventano (a loro volta in parte) fonti per successivi investimenti.
G: Appunto, se incasso allora investo ed è mio dovere fare in modo che ciò accada.
V: Oltre le sedi consolidate di Napoli e Verona, hai altre aperture programmate ?
G: Sì, c’erano un po’ di cose per fine anno, ma ora è tutto fermo. Vedremo ma io sono ottimista e fiducioso.
V: È quasi ora di pranzo. Cosa sta per giungere in tavola ?
G: A pranzo, pasta e fagioli. A cena pollo alla cacciatora. Inoltre, Stefania sta facendo una crostata di frutta.
V: E nei calici?
G: Ieri sono andato in pizzeria a prendere 2 bottiglie di Gragnano Dop. Come abbinamento andranno bene, che dici?
V: Più che bene! Caro Guglielmo, è sempre un piacere conversare con te. Spero di rivederti presto e tu sai bene che a Verona vengo sempre molto volentieri. Buona Pasqua a te, alla tua bella famiglia ed alle persone che ti vogliono bene.
G: Grazie, Vincenzo, mi hai aiutato a passare un po’ di tempo in modo piacevole e pulito. Buona Pasqua anche a te. Noi ci vedremo a Napoli o a Verona e sarà sempre con grande piacere.
La conversazione via chat con Guglielmo Vuolo è intercorsa nella mattinata di venerdì 3 aprile.