Un “matrimonio” dolciario e professionale in piena regola con l’obiettivo di fare crescere la già elevata professionalità dei pasticceri italiani puntando in particolare sulla formazione dei giovani. Su queste basi Conpait e Apei, due delle più importanti associazioni dei pasticceri italiani, hanno annunciato al Sigep di Rimini l’avvio di una partnership.
Un accordo che era già suggellato, ufficialmente, nel corso del primo seminario tecnico nella scuola Cast Alimenti di Brescia a metà novembre, ma che ora ha trovato la sua ufficializzazione. L’Apei, Ambasciatori pasticceri dell’eccellenza italiana, la nuova associazione che riunisce professionisti del mondo dolciario declinato in tutte le sue sfaccettature, pasticceria, gelateria, cioccolateria e lievitati, abbraccia quindi Conpait, la Confederazione dei pasticceri italiani. I maestri Iginio Massari e Angelo Musolino, presidenti, hanno in particolare deciso di unire forze, contenuti e soprattutto saperi. Prima ancora dei sapori e delle ricette.
Gino Fabbri e Angelo Musolino alla presentazione dell‘accordo Conpait-Apei al Sigep 2023
Idee per il futuro e formazione giovanile
«Condividere le idee e pensare ai giovani, al futuro e alle nostre aziende, sono questi i nuovi obiettivi – ha esordito Angelo Musolino, presidente di Conpait, a margine della conferenza stampa andata in onda quest’oggi alla Pastry Arena del Sigep di Rimini. La nostra associazione è composta da piccole e medie aziende. In alcune zone del territorio, le piccole imprese non hanno la possibilità di mettersi in gioco ed il nostro obiettivo è quello di accoglierle nell'associazione e proprorre quella formazione giusta per farle crescere». Insomma, Apei e Conpait sono due realtà importanti che puntano sul territorio, sulle eccellenze, sulla formazione continua e sugli scambi di nozioni. Dinamiche e proposte congiunte, comunicazioni e dottrine legate al mondo dolciario univoche. Uniche, per certi versi. Un segnale più che incoraggiante ed entusiasmante, che accoglie le migliori professionalità e le eccellenze più esclusive della pasticceria e del mondo del dolce.
«Le imprenditorie più illuminate ed i tecnici più sapienti, che intendono offrire la propria esperienza per la formazione, la diffusione, la promozione della cultura dolciaria, stagliandosi nel panorama come alveo di raccolta delle nuove leve e di tutti coloro che, nell’esempio coerente della dedizione tesa alla perfezione dei fondatori, vogliano raccogliere il testimone per affrontare le sfide del futuro precorrendo i gusti, le tecniche e l’estetica del nuovo orizzonte», si legge in uno dei passaggi più significativi della presentazione Apei. Così come fondamentale risulta il lavoro incessante su tutto il territorio nazionale portato avanti finora da Conpait.
Angelo Musolino e Iginio Massari siglano l‘accordo delle due associazioni di cui sono presidenti
«I docenti ci sono, ma non hanno la formazione giusta per far crescere un ragazzo»
Ma non è tutto. Perché l’obiettivo delle due associazioni è quello di occuparsi anche della formazione giovanile nel settore, che negli ultimi anni ha sofferto e ha visto un notevole calo d’interesse da parte delle nuove generazioni. «Con le scuole stiamo creando un protocollo con il Miur per specificare i docenti che potrebbero seguire i ragazzi - ha proseguito Musolino nel corso della 44esima edizione del Sigep. Il personale c’è, ma non hanno la formazione giusta per far crescere un ragazzo».
Gino Fabbri, vicepresidente di Apei, che ha rappresentato in quest’occasione l’assente e presidente Iginio Massari, ha chiosato sull’importanza di investire nei prodotti locali all’estero: «Bisogna guardare dai cugini francesi. Da nord a sud abbiamo delle materie prime che sono invidiate da tutto il mondo. E noi che siamo italiani non ci crediamo ed utilizziamo quelle straniere. Direi che bisogna guardare alla nostra territorialità. Il nostro mercato – racconta - non possiamo rivolgerlo solo agli italiani… perché siamo invidiati in tutto il mondo. E se portiamo questi messaggi al Ministero sicuramente riceveremo il loro appoggio. Siamo noi che dobbiamo iniziare a rompere gli schemi, e non solo quelli…».