La Lombardia è la Regione che più ha sofferto il coronavirus e che oggi, lunedì 1° giugno, dopo 102 giorni di pandemia riapre praticamente tutte le attività, mentre da mercoledì cadranno anche i divieti per la libera circolazione verso le altre regioni e (successivamente) le “frontiere” con i turisti stranieri. Si potrà tornare nelle piscine, palestre, centri massaggi e abbronzature, parchi tematici e divertimento, circoli culturali e ricreativi, mentre dal 15 giugno via libera a cinema e teatri, servizi e centri estivi per bambini e ragazzi.
La Lombardia riapre e aspetta il ritorno dei turisti
Fra i quattro motori d'Europa, grande quasi come, o più di uno Stato (come Svizzera e Belgio) con i suoi 10 milioni di abitanti,
la locomotiva d'Italia non si è arresa al virus né al mare di polemiche che hanno investito il sistema sanitario pubblico, soprattutto per quel che è accaduto nella bergamasca. Un sistema comunque da rispettare (si pensi solo al doppio trapianto di polmoni, fra i pochi al mondo, eseguito al San Matteo di Pavia) per le cure che garantisce anche ai malati delle altre regioni (giova ricordare che il Pirellone è in credito di un miliardo di euro, dagli altri enti locali per le cure prestate ai non residenti). Il Prodotto interno lordo è pari a 368 miliardi euro, circa il 22% del Pil italiano, ed è superiore a quello di molti Stati europei.
I settori primari sono agricoltura, industria e terziario. «Siamo evidentemente sotto attacco - dice l'Assessore lombardo allo sviluppo economico
Alessandro Mattinzoli, pure lui contagiato e ricoverato in rianimazione per un mese - errori certo ne sono stati fatti e vanno riconosciuti, ma va anche detto che ci siamo trovati ad affrontare un’emergenza sanitaria di una gravità eccezionale, riuscendo a passare da 700 a 1.400 posti in terapia intensiva in poche settimane. Ci sono forze e gruppi internazionali che hanno interesse a paralizzare il nostro sistema economico, che compete a testa alta in tutto il mondo. Obiettivo: indebolire e fare man bassa delle aziende d'avanguardia. Chi vuole metterci in ginocchio non conosce però la volontà e lo spirito di impresa che anima il mondo produttivo lombardo».
Insomma, per dirla con un proverbio, “ognuno vede mezzogiorno dalla porta di casa propria”, cioè vede solo i propri interessi di campanile e i piccoli orticelli; prima o poi dovremo imparare invece a
tutelare con maggior forza e convinzione gli interessi collettivi, perché ne va di mezzo oggi la Lombardia e, domani, l'intero Paese. E domani, 2 giugno, è la Festa della Repubblica.