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Le slot machine azzardano e "vincono" Oltre 40mila in più rispetto al 2015

Macchinette fantasma compaiono nei magazzini italiani aggirando la legge che ne prevedeva una diminuzione del 30% entro 4 anni. Il risultato è un aumento del 10,6% di slot in soli 4 mesi, arrivando a 418.210 in totale. Intanto sono saliti a un milione gli italiani dipendenti dal gioco, 256mila quelli patologici

09 maggio 2016 | 11:33
Le slot machine azzardano e
Le slot machine azzardano e

Le slot machine azzardano e "vincono" Oltre 40mila in più rispetto al 2015

Macchinette fantasma compaiono nei magazzini italiani aggirando la legge che ne prevedeva una diminuzione del 30% entro 4 anni. Il risultato è un aumento del 10,6% di slot in soli 4 mesi, arrivando a 418.210 in totale. Intanto sono saliti a un milione gli italiani dipendenti dal gioco, 256mila quelli patologici

09 maggio 2016 | 11:33
 

Manifestazioni di protesta contro il gioco d'azzardo si sono sollevate in ben 61 città italiane: ma coloro che hanno azzardato davvero stavolta sono le slot machine, e hanno "vinto", nonostante la legge del 2015, che ha previsto una diminuzione del 30% di slot in Italia. Peccato che la legge sia stata aggirata, e che siano comparse misteriose “macchinette”, probabilmente giacenti nei magazzini, che si sono sommate a tutte quelle già in uso. Il risultato? Invece che diminuire le slot aumentano, e sembra che per tutto il 2016 ne resteranno in vita 418.210 contro le 378.109 conteggiate a luglio 2015, circa 40mila in più. Nel frattempo i giocatori italiani patologici aumentano, e le città protestano contro cifre che portano questo settore a fatturare 100 miliardi di euro.



Un panorama davvero raccapricciante: invece che ridursi del 30% in 4 anni aumentano del 10,6% in 4 mesi, diventando 3 per ogni bar. Intanto gli italiani che azzardano nel gioco aumentano da 7,5 a 10 milioni dal 2007 al 2014. Numeri, dati, specchio di una situazione tragica che ieri l'Avvenire riportava in prima pagina, trattando delle manifestazioni contro l'azzardo svoltesi in 61 città. Cifre mostruose poi se si guardano le spese nel settore: 88 miliardi per il gioco regolare, almeno una ventina per quello clandestino. E questi soldi tornano - come si suol dire - a chi gioca? Sì, tranne 17 miliardi, quelli no.

Ma ripercorriamo i fatti. A ottobre 2015 sembrava una bell'idea raccogliere mezzo miliardo con altre 22mila slot-machine, ma Quirinale e M5S fermano tutto, anzi: molto meglio considerare una riduzione di almeno il 30% entro 4 anni. Una slot ogni 225 italiano entro il 2019. Una postilla aggiunge: il taglio si effettua a partire dalle slot esistenti nel luglio 2015. Da 378.109 circa che erano a 264.676 fra meno di un quinquennio.



Ma attenzione, a fine 2015, durante le festività, ecco un bel regalo di Natale rimasto nascosto fino a quel momento: un numero esorbitante di macchinette si troverebbe in magazzini sparsi e porterebbe il totale a 424mila. L'aspetto divertente è che queste, casualmente, rientrerebbero in quelle esistenti da prima di luglio 2015, semplicemente rimaste in polverosi magazzini. E l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, dopo qualche primo balbettio sulla questione, si pronuncia forte, spostando così, per magia, la data spartiacque da luglio a dicembre, precisando che il numero di riferimento sul quale effettuare la riduzione del 30% era 418.210 unità. Tante altre postille, raggiri, misteri vanno a costituire un risultato chiaro e lampante: nel 2016 le slot machine saranno 418.201, una ogni 143 italiani.

Una situazione tragica, considerando che di miliardi gli italiani già ne perdono tanti. Senza parlare di coloro che, secondo uno studio Espad (il monitoraggio europeo sulle dipendenze dall'alcol e dalle altre droghe) condotto da Sabina Molinaro del Cnr - Consiglio nazionale delle ricerche, gli italiani a rischio alto che dipendono dal gioco d'azzardo sono circa un milione, mentre i giocatori patologici ben 256mila.

«La ludopatia non è solo un fenomeno sociale, ma è una vera e propria malattia, che può portare a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti e al divorzio, alla perdita del lavoro, allo sviluppo di dipendenza da droghe o da alcol fino al suicidio». A commentare così è il ministero della Salute, quindi lo Stato, lo stesso Stato che altro non ha potuto fare se non restare a guardare come questo fenomeno così drastico per migliaia di italiani aumentasse di ben due cifre. Tuttavia - va considerato - ad aumentare sono anche le tasse, che finiscono dritte nelle tasche dello Stato.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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