Vero, bello, giusto. Queste tre parole sono state il messaggio che Gualtiero Marchesi ha lasciato in eredità a tutti i cuochi. Una bellezza artistica e visiva che ben si collegava al pensiero gastronomico del Maestro.
Non c’erano dubbi, tutta la categoria e molta parte di Milano si è stretta intorno alla famiglia Marchesi nell’
ultimo saluto che si è svolto oggi nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio a Milano, a pochi metri dal ristorante in Bonvesin de la Riva. I cuochi, innanzitutto, da tutta Italia, dagli allievi più famosi agli osti arrivati da ogni dove, ai tanti che anche durante l’omelia sono stati in qualche maniera ricordati come “illuminati” dalla genialità di Gualtiero in cucina. Molti i cuochi in divisa in rappresentanza della Fic Lombardia, e per non far torto a nessuno diciamo che tutti erano presenti.
Una chiesa stracolma ha fatto da cornice ad un addio a Gualtiero veramente commovente. Una messa particolare, in cui anche nell’omelia del parroco il cibo è stato accomunato all’arte e alla musica che tanto piaceva a Gualtiero, un cibo sacrale, così veniva sottolineato, un cibo che accompagna ed accomuna l’uomo, un cibo che allieta durante l’ultima cena anche gli apostoli con Gesù Cristo. Un cibo buono e bello.
Il suo libro “Il Codice Marchesi” è stato più volte ripreso in alcune affermazioni che ben testimoniano il pensiero di Gualtiero: «L’intero universo ruota intorno alla cucina, dall’ambiente al prodotto, dalle tecniche di trasformazione alla composizione del piatto e del menu, dai sapori e aromi agli aspetti visivi... Il bello puro che è il vero buono».
Bellezza è stata l’altra definizione che è riecheggiata spesso tra le splendide volte della chiesa, una bellezza artistica e visiva che ben si collegava al pensiero gastronomico di Gualtiero. Armonia, bellezza, civiltà, colore, genio, gusto, invenzione, leggerezza, mito, territorio, tradizione, verità, semplicità: in tutto questo è condensato il pensiero di Gualtiero. La Cucina è Cultura, la Cultura è cibo per gli uomini. La continua ricerca di una cucina totale è stato il percorso della vita di Gualtiero.
Può sembrare incredibile, ma di tutto questo si è parlato nel bel mezzo del funerale e della messa. Non poteva che essere così, con il ricordo struggente delle figlie Paola e Simona che per suggellare l’amore di Gualtiero per la musica hanno suonato con i loro strumenti, arpa e violino, certe che il loro papà fosse lì ad ascoltarle.
Personalmente, fra le tante cose mi ha colpito un pensiero dell’omelia: se Dio esiste, ed esiste, può permettere che il Vero, il Buono, il Bello finisca? Possono persone come Gualtiero “finire”? Finirà forse la materia, sottolineava la figlia Paola, ma lo spirito non cessa di esistere. Una speranza? Un desiderio umano? Forse questo vale per tutti gli uomini di buona volontà.
«La bellezza e la perfezione non si fanno capire e amo la Cucina come pura forma d’arte. Cucinare non è la mia ambizione, è un modo per esprimermi». Gualtiero Marchesi