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Siad
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A Bergamo non c'è 2 senza 3 Ronzoni lascia il San Vigilio

di Alberto Lupini
direttore
 
04 febbraio 2019 | 18:41

A Bergamo non c'è 2 senza 3 Ronzoni lascia il San Vigilio

di Alberto Lupini
direttore
04 febbraio 2019 | 18:41
 

Prima le chiusure de la Taverna del Colleoni, poi del Ristorante Ezio Gritti e ora, dopo poche settimane dall'apertura, Mirko Ronzoni chiude l'esperienza col Relais San Vigilio a Bergamo.

La fortuna insomma sarà cieca, ma la "sfortuna" oltre a vederci benissimo pare aver preso di mira la ristorazione bergamasca. L'ultimo bersaglio ad esser stato colpito è il ristorante dove ha lavorato fino al 26 gennaio Mirko Ronzoni, nella cornice del Relais San Vigilio. La causa questa volta sembra essere l'incompatibilità tra il giovane chef e i fratelli Giampietro, Gigi e Paolo Zani,  ristoratori e pizzaioli proprietari fra gli altri locali del Relais San Vigilio e Ristorante Cucina, fra le location più lussuose e ricercate in città.

Un'avventura iniziata come un ritorno a casa per il giovane cuoco, classe 1990, originario appunto di Bergamo. La sua notorietà è in gran parte dovuta alla sua vittoria della 2ª edizione di Hell's Kitchen, il format televisivo condotto da Carlo Cracco. Prima di questa, il classico percorso da chef: formazione all'alberghiero della sua provincia, poi esperienze in Italia e all'estero e, immediatamente dopo il successo ottenuto dal piccolo schermo, la posizione di executive chef del ristorante Hell's Kitchen al Forte Village in Sardegna.

Mirko Ronzoni (A Bergamo non c'è 2 senza 3 Ronzoni chiude con il San Vigilio)
Mirko Ronzoni

L'apertura al Relais San Vigilio era stata il 15 dicembre 2018. Un format, quello passato nelle mani di Ronzoni, che partiva dalla prima colazione e terminava con la cena. Un format che lui avrebbe voluto trasformare in motivo di richiamo non solo per il turista straniero, «con cui in Città alta si lavora tutto l'anno», ma anche per gli "autoctoni" e per un bacino di utenza ancora più ampio, fuori dalla provincia, da Brescia a Milano. Ora al suo posto in cuicina c'è il suo sous chef, il 30enne Giuliano Benedetti, con esperienze in Bergamasca dai Cerea e da Ezio Gritti, oltre che in alcuni alberghi in Svizzera.

Mirko Ronzoni, anche senza l'esperienza al Relais, ha molti altri progetti in tasca, da AK - Aesthetic Kitchen, un format di catering creativo per piccoli eventi taylor made, fino alla visibilità che ogni giorno raccoglie sui social, con una squadra ad hoc attenta a questa tematica: «Non possiamo più pensare di essere al di fuori di questa bolla. Che tu sia uno chef, un chirurgo o un presentatore tv, ormai l'interazione è fondamentale». L'abbiamo sentito di recente, al termine di un suo viaggio ad Hong Kong: «Ora mi dedicherò a consulenze, eventi, corsi di cucina per professionisti e non, sia in Italia che all'estero».

(A Bergamo non c'è 2 senza 3 Ronzoni chiude con il San Vigilio)

L'avventura di Mirko non è l'unica a finire in questo inizio 2019 a Bergamo. Prima di lui infatti hanno abbassato le serrande la Taverna del Colleoni, locale storico in piazza Vecchia a Bergamo alta, causa spese troppo alte tra affitto e ristrutturazione dei locali, e il Ristorante Ezio Gritti, per quella che Fabio Leoncini, proprietario unico del ristorante in via Vittorio Veneto, ha definito «mancanza di identità di vedute» tra lui e lo chef.

La cucina di Mirko Ronzoni
Durante il poco tempo a San Vigilio, Mirko Ronzoni ha realizzato un menu dimostrando la sua idea di cucina, quella con cui avrebbe voluto raggiungere lo stesso bacino di clientela di Bartolini al Casual (*) e un domani, chissà, qulla dei fratelli Cerea.


Questi i piatti:
Capasanta con quenelle di castagna e salsa thai, un intreccio gustoso quanto insolito,
Zucca caramellata, melassa di calogno, nocciole e yuzu, un pizzico di esotico su ingredienti del territorio, ben assortiti,
Carnaroli con braulio e polline, un esperimento ancora in fieri, forse con troppo sapore, ma certamente originale,
Raviolo di coniglio alla bergamasca, mais e rafano, un inno alla cucina bergamasca,
Rombo, zucca, polvere di porcini e mandarino, un'escursione fra sapori sulla carta poco accostabilil ma in realtà piacevolmente amalgamati,
Petto d'anatra con finocchio, gelèe di mandarino e zucca, un classico rivistato aocn attenzione fusion,
Cioccolato, liquirizia, speculoos alla cannella e arancia, un dessert equilibratamente dolce e per nulla invasivo,
Namelaka cioccolato bianco, olio extravergine d'oliva e mela, un riuscito dolce non dolce

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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