L’idea dei progettisti dello studio Renzo Piano Rpbw di fare del grattacielo Intesa San Paolo, la torre in cristallo e acciaio bianco inaugurata il 10 aprile 2015 nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria di Torino Porta Susa, un luogo aperto alla città, oggi si concretizza con la presentazione del sistema gastronomico. Un sistema messo a punto dall’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo che si articola in tre proposte ristorative, Piano35, il ristorante più alto d’Italia, il lounge bar al 37° con terrazza panoramica, teatro delle creazioni del bartender Mirko Turconi, e la caffetteria Chiccotosto al piano terra.
Un grande lavoro di network che vede l’impegno congiunto di molti attori tra cui il Gruppo Cir food specializzato nell’alta ristorazione a cui è affidata la gestione, Elettrolux, Lavazza in tutto l’edificio, Ferrari di Trento, Rcr, storica cristalleria italiana. Interprete del progetto gastronomico è lo chef
Ivan Milani (
nella foto) affiancato dal maître Adalberto Robbio e da uno staff di 34 persone, tutti molto giovani e multilingue tra cui per la pasticceria Federico Ciani, suo collaboratore da anni; sous chef Federico Magrì, punto di riferimento per ricerca e sviluppo di nuovi piatti, una laurea in storia a Roma e una seconda a Pollenzo con esperienze eccellenti tra cui al Bulli di Adrià e Massimiliano Prete, pizzaiolo gourmet con locali a Saluzzo e recentemente anche ad Alba, si occupa di lievitati e pane come consulente. Il ristorante aprirà al pubblico il prossimo martedì 28 giugno.
Ivan Milani (foto: Alessandra Tinozzi)Piano35 dispone di 60 coperti e sarà aperto, solo su prenotazione, dal lunedì al sabato, a pranzo e a cena. Alta qualità, grande ricerca, materie prime del territorio e un nuovo percorso che valorizza anche i cibi di raccolta spontanea (erbe, radici, muschi, licheni, alghe della Sardegna, ecc.) presenti nei nostri ecosistemi selezionati in collaborazione con Valeria Mosca di Wood*ing - wild food lab per «far gustare quello che si vede dalla terrazza, i prodotti delle montagne e delle valli alpine che circondano Torino», racconta lo chef Milani che all’inizio proporrà alcune delle sue ricette che hanno conquistato il pubblico e la critica gastronomica come Il tempo delle uova d’oro, dedicato alla moglie Alessandra Tinozzi.
Il tempo delle uova d'oroCompletano l’offerta una cantina con 300 etichette. Offerte diversificate ed accessibili, ci saranno un light lunch di tre portate a 30 €, menu degustazione da 55 a 100 € e la scelta alla carta serviti in un ambiente accogliente, di eleganza essenziale, giocata sulla trasparenza delle pareti con apparecchiature sobrie. Sobrio anche il logo del ristorante: una forma stilizzata che richiama il pulsante dell’ascensore con due posate ai lati, ideato dallo Studio Migliore + Servetto Architects di Milano. L’ingresso a piano terra è da corso Inghilterra 3, attraverso una scala mobile si raggiunge il desk di accoglienza e da qui, in meno di 30 secondi d’ascensore, si arriva al ristorante.
foto: Andrea Cappello
Un sistema che come racconta Michele Fino dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo le cui i singoli componenti stanno insieme, integrati e coerenti, insomma un frattale in cui in ogni parte si trova il riflesso del tutto. Il grattacielo con il suo sistema gastronomico diventa il simbolo del cambiamento di Torino. Il sindaco Fassino ricorda che Torino è anche la prima città in cui il diritto al cibo è entrato nello Statuto cittadino con il recupero di cascine, la valorizzazione del patrimonio a destinazione agricola, forestale urbano, gli orti urbani, i farmer markets, gli spazi destinati ai produttori agricoli nelle aree mercatali, ristorazione scolastica con differenziazione delle diete.