Il rito del pranzo domenicale, almeno per i ristoranti che operano in strutture alberghiere, quando scriviamo sembra salvo, per ora. Quando poi la formula è invitante e conveniente come quella proposta dal Four Seasons di Firenze, non bisogna farsela scappare.
Kupra 2015 di Oasi degli Angeli ha accompagnato l'Agnello con crema di sedano rapa e cicorino
Per ovviare alle restrizioni imposte dal coronavirus che impediscono il brunch, il Palagio risponde con
assaggi di
7 antipasti, ho detto 7 antipasti,
3 primi piatti, ho detto 3 primi piatti, 1 secondo piatto (a scelta fra 3 proposte), dolci dolcezze (babà al rum, mousse al caramello, bignè alla crema, tortino alle castagne, macarons al caffè e al cioccolato) e, se non bastasse, una cornucopia di frutti esotici (con una maracuja da sballo). Tutto questo senza spendere cifre esorbitanti e tenendo presente la stupenda cornice in cui ci si trova.
Direte che ho bevuto: certo che sì e alla grande. Non potendo descrivervi, per evidenti limiti di spazio, ogni singola portata, mi limiterò a darvi conto che si partiva con le Ostriche della Bretagna Tsarskaja, esplosive, seguite da un seducente Sashimi di tonno, ricciola e gamberi rossi. Uno spartito ideale per lo
Champagne Royale Réserve Brut 2013 Philipponnat, da uve Pinot Noir al 65%, Chardonnay 30% e un 5% di Meunier. La colonna vertebrale nervosa di frutti bianchi, l’energia, la persistenza e la salinità di fondo ne fanno una bollicina di grande charme. Perfetta per accompagnare anche il succulento Risotto al radicchio trevigiano con fonduta al taleggio.
Champagne Royale Réserve Brut 2013 Philipponnat, da uve Pinot Noir al 65%, Chardonnay 30%, Meunier 5%
Il testimone passa ora al
Kupra 2015 di Oasi degli Angeli. A
Marco Casonaletti ed
Eleonora Rossi va il merito di aver riscoperto, valorizzato e diffuso la vecchia varietà bordò, una grenache o cannonau che era praticamente scomparsa dal Piceno da molti anni. Alla faccia del grande calore dell’annata sfoggia sentori di frutta rossa, tabacco, erbe aromatiche, spezie orientali, garrigue, sostenuti da un tannino di grande stoffa che traghetta il sorso verso un interminabile finale.
Classe pura che tiene perfettamente botta all’Agnello con crema di sedano rapa e cicorino. Un saggio della
bravura di Vito Mollica e del suo staff in cucina. Esco canticchiando “Una domenica così non si potrà dimenticar”. Gianni Morandi docet.
Per informazioni:
www.ilpalagioristorante.it