L’acqua da cui tutto prende vita. L’acqua che caratterizza un territorio. L’acqua che crea accoglienza ed entra nei piatti e nei calici della cucina di quel luogo. L’acqua che ad Abano Terme (Pd) è al centro della proposta turistica perché questa, da sempre, è la capitale del turismo termale italiano - sicuramente - ma anche internazionale. L’Abano Ritz è la storica struttura a cinque stelle tra le più blasonate di questa zona gestita da 4 generazioni dalle donne della famiglia Poletto. Oggi tocca a Ida essere al timone di un hotel tanto prestigioso, quanto capace di creare un’atmosfera intima e famigliare.
L'ingresso dell'Abano Ritz
«Il miglior modo per vivere è saper ascoltare - spiega
Ida Poletto - e noi in questi 52 anni di attività abbiamo sempre accolto le richieste dei clienti. È così che possiamo dire di avere 7 tipologie di stanze diverse che vanno sempre di più nella direzione della personalizzazione dell’offerta».
Abano non è certo l’unica località italiana che punta sul turismo termale (settore in crescita, apprezzato soprattutto all’estero) ma di certo è quella che vanta un’esperienza e una qualità diverse da tutte le altre. Viene da chiedersi quale sia il segreto. «Il segreto sta nell’acqua - spiega Ida Poletto - che sgorga a 87°C ed è quindi in grado di “raccogliere” minerali che la rendono ricchissima e diversa. Da qui poi nasce il valore aggiunto relativo al fatto che ogni albergo ha la sua acqua, il suo pozzo, che è privato e che gestisce come ritiene più opportuno. E poi c’è l’aspetto medico perché Abano Terme è l’unica località che produce letteratura medica basandosi sulle esperienze fatte qui».
Ida Poletto
Come in molti altri “paradisi” però ciò che Madre Natura ha donato non basta per garantire sviluppo. Anche all’Abano Ritz se ne sono accorti e hanno posto subito rimedio: «Ci siamo accorti - spiega Ida Poletto - che negli ultimi anni stava cambiando in maniera velocissima il mondo del turismo, sempre più gente acquistava soltanto camere, non acquistava più soggiorni, cercava un approccio diverso con il territorio, ci domandava anche un’offerta diversa. Noi vivevamo di pensioni complete o mezze pension,i ma abbiamo visto che quasi un 30% della nostra clientela in realtà prenotava solo il pernottamento e la prima colazione, oltre ai protocolli termali per i quali siamo famosi».
Da qui l’idea di aprire un ristorante separato dall’hotel, anche se attiguo, dove la proposta culinaria è ben diversa da quella del ristorante dell’hotel. «Il ristorante dell’hotel - chiarisce Ida Poletto - deve seguire un percorso di cure termali ben preciso e presuppone che il cliente pranzi o ceni qui per una settimana. Il ristorante esterno invece - il Brutto Anatroccolo che vede in cucina Alessandro Capescioti - offre un’esperienza unica, nel senso che si presuppone che chi sceglie di venire qui lo faccia una volta ogni tanto. Nel menu c’è in ogni caso molto equilibrio, nessuna sperimentazione e tanto racconto del territorio. C’è anche la filosofia del massimo relax con piatti, posate, tavoli e arredi tondi, nessuno spigolo, come nel menu».
Il ristorante Il Brutto Anatroccolo
Un territorio che deve tutto all’acqua la quale svolge un compito fondamentale anche per i vigneti dai quali nascono vini di fama. All’acqua devono la loro gratitudine anche gli animali che su questo terreno mangiano e producono le materie prime che finiscono nei piatti. Un “cerchio” che si chiude perfettamente. Tondo, come la filosofia dell’Abano Ritz.
Per informazioni:
www.abanoritz.it