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Vino in conto vendita: l’innovazione di The Winesider nella ristorazione

Un'app che fa risparmiare tempo fra gestione e ordini, aiuta nella scelta delle etichette più performanti per ogni locale e porta miglioramenti della reddittività marginale. Prevista un’espansione anche a birre e spirits

di Alberto Lupini
direttore
 
28 novembre 2022 | 17:13

Vino in conto vendita: l’innovazione di The Winesider nella ristorazione

Un'app che fa risparmiare tempo fra gestione e ordini, aiuta nella scelta delle etichette più performanti per ogni locale e porta miglioramenti della reddittività marginale. Prevista un’espansione anche a birre e spirits

di Alberto Lupini
direttore
28 novembre 2022 | 17:13
 

5mila etichette (dalle più blasonate a quelle più commerciali) di 140 produttori di vino. Questa l’offerta base con cui la piattaforma The Winesider (attraverso un’apposita app, TWS4Restuarants) risolve i problemi di gestione e organizzazione di 250 ristoranti fra Milano, Torino e Genova (dove è nata nel 2017), più qualche presenza su Roma e Londra. Un numero di locali al momento ancora piccolo, ma che punta a superare quota 3mila in 5 anni con un fatturato previsto di 45 milioni di euro. Una base da cui lanciare poi un nuovo step di sviluppo puntando all’estero, in particolare su Gran Bretagna e area scandinava, dove al momento c’è forse più interesse verso l’informatica applicata al mondo della ristorazione.

Ma vediamo cosa offre The Winesider. Se l’ossatura è un’app (e non ci sarebbe altro modo di essere innovativi oggi) che contiene di base i vini che un locale può tenere “in conto vendita”, la consulenza nella stesura della carta dei vini è il valore aggiunto del team di cui Gianni Miscioscia è il ceo. Se la giovane food-tech genovese ha puntato su un processo di digitalizzazione della cantina come tanti concorrenti, ciò che fa la differenza è l’offerta del “conto vendita” (per cui un locale paga solo le bottiglie che consuma) e l’abbinamento con una serie di servizi che vanno dalla personalizzazione della carta vini al riordino automatico dei vini che si esauriscono anticipando i tempi dell’ordine, dalla contabilizzazione e remunerazione delle vendite fatte alla disponibilità delle schede delle diverse etichette.

Tanti vantaggi per ristoratori e gestori di locali

Secondo alcuni dei clienti (è il caso di Irene Coppini del Cactus di Milano o di Alessandro Milazzo di Sapori Solari) i gestori ottengono da subito risparmio di tempo fra gestione e ordini, aiuto nella scelta delle etichette più performanti per ogni tipo di locale e, aspetto di non poco conto, miglioramenti della reddittività marginale di quasi il 25%. Ci sono anche incrementi dei fatturati, ma visto il periodo di riferimento, dopo la pandemia, è difficile avere tendenze realistiche, anche se tutte comunque con incrementi a due cifre. È in ogni caso un’opportunità per i locali che lavorano col vino, ovviamente, anche se non ne fanno il loro core business. E ciò a maggior ragione in un momento di transizione come questo in cui almeno un locale su tre ha deciso, per contenere i costi, di ridurre il numero delle etichette e di fare meno cantina.

Costi contenuti e vino acquistato “in conto vendita”

Il dato di partenza è che accedere alla app ha un costo pari a zero e il vino viene pagato solo se consumato. I prezzi sono in linea con quelli praticati all’Horeca, forse con aumenti al massimo del 10%. «È un’opzione che l’azienda mette a disposizione dei ristoratori, permettendo loro di acquistare solo le bottiglie effettivamente vendute, in modo da far fronte alle spese ed evitare di stoccare bottiglie superflue», precisa Gianni Miscioscia.

Implementazioni in arrivo per la piattaforma

Come detto, ad oggi sono 5mila le etichette disponibili attraverso The Winesider, ma la società sta puntando ad allargare l’offerta attraverso accordi con alcuni distributori, implementando ovviamente la piattaforma e gli aspetti logicistici che oggi fanno capo ad un magazzino centralizzato a Milano. «Vogliamo arrivare a inserire nella app anche le referenze specifiche che un ristoratore sceglie al di fuori della nostra realtà - spiega Nicola Pasquero, International Director - ma questo richiede uno sviluppo tecnologico ad integrazione del servizio attualmente sviluppato. Andrà a integrare anche birre e spirits, come richiedono specificamente i locali. E in questo momento ci stanno contattando diversi distributori, perché il modello funziona».

La società si è presentata sul mercato in questi giorni con 4 diversi appuntamenti in altrettanti ristoranti: a Torino da Larossa (cuoco Andrea Larossa), a Roma da Taki off (cuoco Andrea Fusco), a Milano da Morelli (cuoco Giancarlo Morelli) e a Genova da The Cook al Cavo (cuoco Ivano Ricchebono). Al momento The Winesider fa capo per il 77% ai fondatori (Gianni e Giacomo Miscioscia) e a investitori istituzionali che con un round da 2,1 milioni hanno sostenuto la fase di startup.

Per informazioni: www.thewinesider.com

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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