Il sommelier Luca Gardini: «Il futuro del vino? Equilibrio tra identità e trasformazione»
Autore di libri, critico esperto, ma soprattutto pluripremiato sommelier, oggi conosciuto come Wine killer, ha detto la sua su un ambiente in continua evoluzione, stravolto dalla pandemia
Il talentuoso e pluripremiato sommelier Luca Gardini, critico esperto e autore di libri nonché Cavaliere dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana, dà un sguardo al futuro del vino, analizzando passato, presente e futuro del mercato. Una panoramica a trecentossessanta gradi di un settore in continuo mutamento, stravolto ulteriormente dall’emergenza Covid. «Oggi non basta più produrre dell’ottimo vino, ma bisogna saperlo comunicare».
The Wine killer
Chi è oggi il wine killer? Critico, giornalista, consulente della comunicazione, divulgatore di cantine che fanno qualità... qualcosa ti caratterizza meglio in questo momento oppure sei tutte queste cose insieme?
«Sono decisamente tutte queste cose insieme, ma non posso fregiarmi del titolo di giornalista, collaboro però con diverse testate in qualità di esperto».
La svolta
Quale è stata l'esperienza chiave su tutte che ha costituito un momento di svolta nella tua attività per diventare quello che sei oggi?
«La svolta della mia vita per quello che sono oggi sicuramente è stato l’incontro con Giorgio Pinchiorri, (imprenditore, enologo, ristoratore, gastronomo, italiano. È il fondatore e proprietario, assieme ad Annie Féolde, di uno dei ristoranti d'Italia più famosi nel mondo, l'Enoteca Pinchiorri di Firenze) in seguito l’esperienza con lo chef Carlo Cracco e quello sul campo con ogni singolo produttore. E sicuramente aver saputo tutelare e valorizzare il mio talento».
Un settore in continuo mutamento
Il vino è un settore in continuo mutamento. Qualche anno fa si parlava di vini vegani e vini senza solfiti aggiunti. Oggi queste tendenze estreme sono state inghiottite dal mercato. Cosa ne pensi a fronte di ciò dei vini Piwi e no-alcol? Credi che queste due strade possano prendere piede tra i produttori nel medio e lungo periodo?
«Credo molto nei vini Piwi (di uve Pi Wi ("pilzwiderstandsfähig" in tedesco, ovvero resistenti alle malattie funginee). Credo che in futuro andranno approfonditi e si riveleranno interessanti. Il vino no-alcol invece è una contraddizione per me. Non ne vedo il senso».
Parliamo di vini biodinamici e biologici. Con questi ultimi che stanno prendendo sempre più piede, al di là del tuo motto «è giusto bere quello che piace», sarà questo il futuro del vino?
«È vero, i vini biologici e biodinamici stanno prendendo sempre più piede e io mi auguro che non si limitino ad essere una moda passeggera, ma che in futuro diventino una parte importante del settore enologico, tanto importante da spingere la viticoltura intera verso un approccio più sostenibile. Sono sicuro che il prodotto finito sarà un vino di grande qualità che alzerà ulteriormente la concezione di vino italiano all’estero. Proprio per questo collaboro con l’azienda Meteri (azienda veneta nota per la distribuzione di etichette naturali da tutta Europa) di Raffaele Bonivento».
Paesi e regioni emergenti
Secondo te, tra i Paesi emergenti produttori di vino, di chi sentiremo maggiormente parlare nel prossimo futuro?
«Più che di Paesi emergenti preferisco parlare di zone emergenti. Parlerei della Stiria, della zona del Brda per il Collio Sloveno. Citerei anche i vini secchi del Porto, i Pinot Neri tedeschi e i Pinot Neri dell’Oregon, che stanno tornando sempre più alla ribalta… Ecco, più che di Paesi in sé parlerei di zone vinicole interessanti».
In Italia quale Regione ti ha maggiormente impressionato nell'ultimo periodo?
«Sicuramente l’Abruzzo, con i vitigni Pecorino e Trebbiano, e la Basilicata, che sta producendo il vino rosso del futuro per quanto riguarda espressione stilistica, grande riconoscibilità e perché ci sono produttori che stanno lavorando veramente bene. Per citarne qualcuno: per la Basilicata Elena Fucci, Michele Laluce, Basilisco, Paternoster, Carolin Martino con l’Aglianico. E per l’Abruzzo Ciavolich senza ombra di dubbio sarà la rivoluzione».
Il ruolo chiave della comunicazione
A cosa deve stare attendo il mondo del vino negli anni a venire per mantenere o incrementare il suo potere comunicativo e commerciale in un mondo sempre più globalizzato?
«In un mondo sempre più globalizzato diventa fondamentale la comunicazione, ossia come ci si pone al di là del territorio nazionale. È vero, il vino italiano rappresenta una tra le tante eccellenze che abbiamo nel nostro paese, ma non basta solo produrre ottimo vino, oggi bisogna anche saperlo comunicare al resto del mondo. Non è più il solo prodotto in sé ad essere sulla cresta dell’onda ma è anche quanto se ne parla e come se ne parla, soprattutto all’estero, cosa su cui io punto molto anche attraverso il mio sito ufficiale Gardininotes.com e il mio profilo instagram @thewinekiller.
Il ruolo del Covid
Come è cambiato il mondo del vino al tempo del Covid-19?
«Il Covid ha privato il mondo del vino di un elemento fondamentale: il contatto interpersonale, la condivisione, la collaborazione. Basti pensare quante persone partecipano alla produzione di vino, a partire dalla vigna, fino alla cantina, al magazzino, agli uffici, per poi finire sul mercato e nei ristoranti. Il mondo si è fermato e di conseguenza anche la catena produttiva si è fermata. Ma ho notato con enorme piacere che la ripresa post-Covid è stata altrettanto forte e impressionante. Del resto non poteva che essere così in un ambiente dove alla base di tutto c’è la passione».
I progetti futuri
Puoi anticipare un progetto che non hai ancora realizzato ma che vorresti portare a termine nel prossimo futuro? Forse già nel 2022? Se non vuoi svelarlo del tutto, dacci qualche piccolo indizio.
«Nel 2022 ci saranno tante sorprese. Posso darvi pochi piccoli indizi per il momento, ci saranno tre eventi importanti non in Italia e lancerò una nuova collaborazione con un’ importante testata online».
Luca Gardini - The wine killer
Classe 1981, Luca Gardini muove i primi passi nell’ambiente della sommellerie da giovanissimo, rivelando un talento e una determinazione tali da permettergli di entrare a far parte della brigata del prestigioso ristorante Enoteca Pinchiorri (tre stelle) per poi iniziare una collaborazione di quasi otto anni con lo chef Carlo Cracco, presso il ristorante “Cracco” (2 stelle Michelin). Nel 2011 decide di dedicarsi esclusivamente alla comunicazione del vino, affermandosi in pochi anni come uno dei palati più influenti a livello internazionale, nonchè il primo critico italiano ad entrare a far parte della rosa dei wine-critic di Wine Searcher.
Affiancato da un pull di esperti pubblica nel 2012 la “Enciclopedia del Vino” - un accurato volume che tratta di viticoltura, enologia, enografia e degustazione - oltre a presentare la “Top 100”, una selezione di alcune tra le migliori etichette di tutto il mondo.
Dal 2012 cura la rubrica settimanale “Gazza Golosa” per la Gazzetta dello Sport.
Insieme a Luciano Ferraro, sovrintende la guida “I Migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia” pubblicata dal Corriere della Sera.
Nel 2015 ha realizzato “Il Codice Gardini”, un manuale pensato per gli amanti del vino, scritto con un linguaggio immediato e accessibile.
Oggi conosciuto come Wine Killer, grazie al successo del lancio del suo sito nel 2015, GardiniNotes.com, portale interamente in lingua inglese dedicato alle sue degustazioni di vini da tutto il mondo.
Partecipa come opinionista esperto in numerose manifestazioni del vino in Italia e all’estero, quali Vinitaly, Ein Prosit, Barolo/Brunello, Merano Wine Festival, VinExpo, ProWein, ExpoVinis e la Hong Kong International Wine & Spirits Fair. Inoltre, nel 2016, l’Union des Grands Crus de Bordeaux lo ha scelto come portavoce italiano per promuovere il suo “Week-end des Grands Crus”.
Dal 2018 ha intrapreso una collaborazione con il magazine Forbes Italia, come responsabile della sezione dedicata al vino.
Tra i titoli da lui conseguiti nel corso della sua carriera si possono menzionare:
- Miglior Sommelier d’Italia 2004
- Oscar del Vino come Miglior Sommelier al Ristorante 2005 Premio Villa Sandi Riconoscimento AIS alla carriera 2005
- Premio Miglior Sommelier secondo la guida ai “Ristoranti d’Autore” di Paolo Marchi 2007 Vincitore del 1° Premio Ferrari Ambasciatore del Metodo Classico Italiano 2009Miglior sommelier d’Europa 2009
- Miglior sommelier del Mondo 2010
Nel 2011 viene nominato dall’Enoteca Regionale del Barolo testimonial del Barolo DOCG per l’annata 2007 e per l’occasione viene a lui dedicata un’etichetta commemorativa realizzata dall’artista russo Mihail Chemiakin, conservata presso il Museo del Barolo.
Nominato Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” il 27 Dicembre 2018.
Ha conquistato il premio speciale come Comunicatore del vino per l’anno 2020 secondo la rivista Food and Travel, nell’ambito dei “Food and Travel Reader Awards”.
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Alberto Lupini