Ristoranti: come preparare il “pranzo della domenica” che piace negli Usa

In un mondo che corre alla velocità della luce, il pranzo domenicale all'italiana viene visto come una finestra temporale in cui ci si può permettere di premere sul tasto “pausa” . Il consulente ed esperto di marketing della ristorazione Giacomo Pini spiega come tramutare questo messaggio in una proposta ristorativa efficace capace di attirare turisti stranieri e anche la clientela locale

10 giugno 2024 | 05:00
di Martino Lorenzini

Dopo l'omaggio del New York Times gli Stati Uniti hanno «riscoperto» il pranzo della domenica all'italiana. Un momento conviviale rigorosamente «Made in Italy», unico nel suo genere, che il nostro Paese ama celebrare in modo diverso a seconda del territorio nel quale viene consumato grazie a centinaia di ricette che variano da Regione a Regione e alle quali si amalgano sapientemente alcuni «ingredienti sociali» come la voglia di stare insieme, in famiglia o con gli amici, conversando amabilmente tra un boccone e un sorso di vino. Ma cosa si cela dietro a questa dichiarazione d'amore, ormai diventata tendenza e, soprattutto, come trasformarla in un punto di forza per i ristoranti italiani?

Lo sa bene Giacomo Pini, consulente, esperto di marketing della ristorazione e fondatore di GpStudios. L'autore dei fortunati volumi "Risto Boom. Crea il successo del tuo locale", "L'Arte del Breakfast" e "Il marketing territoriale dell'Italia che non ti aspetti. Come vendere i luoghi magici fuori dai circuiti turistici commerciali"  spiega come sia necessario investire in atmosfera, cucina e cultura enograstronomica.

Pranzo della domenica in Italia. Perché piace?

Pini spiega anzitutto cosa realmente si cela dietro a questo trend enogastronomico tanto caro agli abitanti a stelle e strisce.

«In un mondo che corre alla velocità della luce, il pranzo domenicale all’italiana viene visto come una finestra temporale in cui ci si può permettere di premere sul tasto “pausa” - ha spiegato il fondatore di GpStudios - Il desiderio di fermarsi, di rompere il ritmo incalzante della settimana e di farlo in uno spazio sicuro, ovvero con i propri cari, facendo una delle cose che ci viene meglio quando ricordiamo di essere umani, cioè condividere. Dietro a questo trend c’è in realtà un grande messaggio per chi fa impresa e chi si occupa della ristorazione: in questa voglia di vivere il classico pranzo domenicale all’italiana, all’aperto, in una tavolata di persone sorridenti con la nonna che taglia una porzione abbondante di lasagne per tutti, con i bicchieri di cristallo ereditati da qualche zia lontana brillare alla luce dei raggi di sole filtrati dalla pergola bianca, c’è un (e uno solo) bisogno. Il ritorno all’autenticità».

Pranzo della domenica in Italia. Come i ristoranti possono intercettare questo trend

Pini spiega che i ristoratori italiani per cavalcare questa tendenza lanciata negli Stati Uniti e coinvolgere il maggior numero di avventori stranieri è necessario puntare su alcuni aspetti fondamentali che rendono così vincente questo trend.

«Tanto lo crea l’atmosfera - ha ripreso l'esperto di marketing della ristorazione - Il pranzo domenicale all’italiana è sinonimo di convivialità, per cui bando ai formalismi e al servizio esasperatamente formale. Con educazione e professionalità, i ristoranti devono imparare a far sentire il cliente a proprio agio, esattamente come se stesse entrando in casa di un parente o di un amico stretto. Alcuni locali addirittura già da qualche tempo hanno riorganizzato il layout della sala (alcuni solo la domenica, altri anche tutti gli altri giorni della settimana) per fare spazio a lunghi tavoli da 8-12 persone in cui far sedere persone che non si conoscono per far sì che si possa stare insieme, far cadere ogni barriera sociale e promuovere un’atmosfera serena. Altri locali ancora puntano sulla creazione di veri e propri eventi: si potrebbe pensare ad esempio di proporre un brunch informale e organizzare una sessione di cucina di gruppo per imparare a fare la pasta fresca. Sarebbe un po’ come entrare nella cucina di famiglia e spizzicare qua e là mentre si preparano le portate principali».

Pranzo della domenica al ristorante. Serve un menu dedicato

Per Pini i ristoratori dovrebbero dotarsi di un menu dedicato al pranzo della domenica, ma soltanto a una condizione. «Questo deve essere un elemento aggiuntivo nella strategia generale - ha ripreso - Certo, il menu dedicato diventa obbligatorio se vogliamo pensare di organizzare un evento come quello di cui accennavo prima, ma in altri casi può essere solo un plus strategico. Potrebbe essere un menu degustazione che varia di settimana in settimana a un prezzo fisso competitivo per attirare le persone, oppure un menu ricco dei grandi classici della tradizione italiana che abitualmente attirano le masse di turisti stranieri. Probabilmente, per non rischiare di perdere la propria identità e diventare uno dei tanti ristoranti che propongono gli stessi piatti in versione “spaghetti e mandolino”, si potrebbe pensare di inserire qualche piatto della tradizione locale “proprio come nonna faceva”, magari anche in modalità di assaggio. Questo per promuovere il proprio territorio e intraprendere una missione educativa nei confronti dei turisti stranieri, tanto per mostrare come l’Italia non sia solo pizza e carbonara e come il pranzo domenicale non sia solo lasagna, come invece si vede nei vari video sui social. Un antipasto misto con mini-porzioni di assaggi può essere funzionale sia per elevare l’esperienza dei commensali, sia per tenere sotto controllo i costi pur mantenendo un alto livello di qualità e di autenticità, che ripaga sempre poi a livello di reputazione e passaparola positivo».

 

Pranzo della domenica al ristorante: l'importanza delle bevande

Per Pini è molto importante anche «non trascurare la parte del beverage, particolarmente amata dai turisti che tendenzialmente sono portati a consumare di più».

Potrebbe funzionare anche per attirare clienti locali e non solo turisti? «Nel mondo del visual c’è un fenomeno che viene definito revisionismo nostalgico per cui ogni qualvolta un individuo si trovi davanti un’immagine del passato viene spinto da una sorta di nostalgia illusoria a creare miti rispetto a situazioni passate o addirittura periodi non vissuti - ha ripreso l'esperto di marketing della ristorazione - In qualche modo un simile ragionamento potrebbe esser fatto rispetto a questa tendenza sul pranzo domenicale. Penso che potrebbe essere una buona soluzione per attirare anche i clienti locali. Non tutti, infatti, hanno la possibilità di pranzare con i propri cari ogni domenica dell’anno. Magari si è in un’altra città, magari in viaggio per lavoro: sicuramente trovare un posto accogliente e dall’atmosfera altamente conviviale non può che rasserenare la giornata».

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024