Spazi sempre più studiati e ben realizzati, dall'ingresso alla zona ristorazione; ambienti informali e al tempo stesso più accoglienti per far vivere agli ospiti esperienze sempre più immersive e rendere il loro soggiorno indimenticabile. Questa è la missione che oggi l'hôtellerie è chiamata a compiere. Un obiettivo nato a seguito dell'emergenza pandemica e che sembra ormai diventato imprescindibile. In questo periodo molti hotel stanno riqualificando le proprie strutture al fine di valorizzarne l'estetica e al tempo stesso la funzionalità. Per capire come si svilupperà questa tendenza abbiamo intervistato Roberto Antobenedetto, fondatore dello studio Rpm Proget di Roma specializzato nella progettazione e nella riqualificazione di locali e ristoranti (fra questi Comodo, sito a Roma a pochi passi dalla Fontana di Trevi, o il Don Pasquale, aperto all'inizio dell'anno, sempre nel rione Trevi). E proprio in questo periodo Antobenedetto è impegnato, insieme al suo staff, in Sicilia a riqualificare gli interni di un prestigioso albergo di Taormina.
La nuova hotellerie valorizza i luoghi dell'accoglienza
Un hotel è un luogo di emozioni e di ricordi per antonomasia. Dai soggiorni passati, a quelli dell’infanzia, dai viaggi con la fidanzata a quelli con la famiglia, finendo con quelli ancora da vivere, ma già pensati e agognati.
«Un interno piacevole ha una grande influenza sull'esperienza per l'ospite di un albergo - ha spiegato Roberto Antobenedetto - Per questo motivo è bene curare ogni aspetto architettonico della struttura al meglio, dal check-in alla partenza, puntando non soltanto sulla valorizzazione della stanza, ma anche sugli spazi comuni, su quelli esterni e sulla sala ristoro. Bisogna tenere presente che è cambiata anche la tipologia di clientela. Una volta negli hotel da 4-5 stelle superior gli ospiti erano in prevalenza persone ultra sessantenni. Da qualche a tempo a questa parte invece l'età media si è abbassata drasticamente e questo ha portato inevitabilmente a nuove esigenze e a un nuovo modo di vivere il soggiorno».
Il concetto di stanza che diventa casa
Per Antobenedetto l'ospite che viene in un albergo cerca di «vivere fuori casa come se fosse tra le mura domestiche», ovvero in uno spazio il più confortevole possibile. Quindi per Antobenedetto la camera diventa una sorta di appartamento, dove si possono trovare angoli lettura con librerie, volumi di arte, di fotografia, di architettura di design o di moda, ma anche sculture e oggetti in grado di rendere l'ambiente il meno freddo e il più accogliente possibile.
«Per realizzare questo concetto, se necessario, non bisognerebbe esimersi dal ridurre il numero di stanze accorpando quelle più piccole - ha spiegato Antobenedetto - A Taormina abbiamo optato per questa scelta facendo in modo di avere almeno una suite in ogni piano dell'albergo. Bisogna anche comprendere nel caso di Taormina che questa è una città vissuta in larga prevalenza da turisti stranieri che ci rimangono magari per una o due settimane a differenza di mete dai soggiorni molto più brevi e di passaggio, come Firenze o Roma. È difficile quindi che arrivino in albergo muniti soltanto di un trolley, avranno bagagli e valigie molto grandi; pensiamo per esempio a un turista che arriva in Sicilia proveniente dagli Stati Uniti. Serve quindi uno spazio congruo dove poter lasciare tutti i vestiti, che una stanza di soli 16 metri quadrati non può certo garantire».
La revisione dello spazio comune
La stessa filosofia applicata all'arredamento delle stanze per Antobenedetto deve essere replicata anche agli spazi comuni. Per il fondatore di Rpm Proget emblematico è il caso della sala ristoro. «Per anni è stato considerato dagli albergatori uno spazio necessario per garantire un servizio, ma che di fatto non è mai stato valorizzato al meglio - ha spiegato - Una volta si pensava che difficilmente l'ospite avrebbe cenato nell'albergo, ma adesso questo pensiero è radicalmente cambiato. Oggi l'utente, pensiamo per esempio a chi viaggia per affari, potrebbe decidere di rimanere in albergo e quindi di sapere di avere la comodità della propria stanza a pochi passi. Da qui sorge la necessità di fare in modo che anche il ristorante dell'albergo possa garantire una esperienza immersiva, fornendo quindi una cucina sempre più selezionata e di qualità e in grado di essere operativa per più ore durante la giornata come in occasione dell'aperitivo. Questo concette deve inoltre trasferirsi anche negli arredi, allestendo spazi meno freddi, accoglienti e informali, creando salotti, angoli relax, con divani, spazi conviviali e intimi tavoli e un'area dedicata appositamente per l'aperitivo nel quale vengano serviti cocktail importanti. Lo stesso concetto deve essere applicato alla hall e alla reception che diventano quindi non più degli spazi asettici, ma dei grandi salotti, dove magari si trova anche un camino».
La nuova hôtellerie passa anche da un'efficiente acustica
Riqualificare gli spazi acustici per aumentare l'esperienza immersiva degli ospiti significa anche ridurre al minimo il rumore di fondo degli spazi comuni. Il rumore delle posate nei ristoranti o quello delle macchine da caffè sono dei suoni tipici di questi luoghi. In uno spazio ampio come quello degli alberghi in cui tutti questi ambienti coesistono, è necessario progettare delle soluzioni efficienti per far vivere al cliente un’esperienza il più possibile rilassante.
«Anche attraverso minimi interventi è possibile ottenere un ottimo comfort acustico e allo stesso tempo donare ricercatezza estetica all’ambiente. Per ridurre il rumore di fondo si può anche lavorare sui controsoffitti oppure sulle stoffe che addobbano letti e tendaggi - ha spiegato Antobenedetto - Emblematico è il caso dell'Hotel Maalot di Roma (antica residenza capitolina, che per qualche tempo fu anche la casa del famoso compositore Gaetano Doninzetti, ndr), dove siamo riusciti a garantire un ricercato comfort acustico rivestendo in stoffa le pareti delle camere e degli arredi. Entrando nelle stanze viene naturale ridurre il tono della voce perché l'acustica è perfetta».
Si rivede anche il comfort illuminotecnico
Oltre a garantire il comfort acustico in un hotel bisogna farlo anche dal punto di vista illuminotecnico. A questo proposito gli architetti stanno utilizzando sempre di più la domitica. «In un hotel come quello che stiamo riqualificando a Taormina, dove c'è molta luce, abbiamo cercato di modificare l'intensità luminosa delle stanze e degli spazi durante l'arco dell'intera giornata - ha ripreso Antobenedetto - Negli spazi comuni conviviali, per esempio, la luce aumenta di intensità gradualmente verso sera arrivando al livello massimo durante l'aperitivo, mentre durante il giorno e durante le ore notturne è molto più soft. Un concetto simile è stato applicato alle stanze dove di sera un fascio di luci accompagna l'ospite verso il letto. La luce non è mai aggressiva è sempre soft e inspira un senso di maggiore intimità».
Gli esterni: le aree verdi diventano giardini
La riqualificazione di un hotel non può passare dalla rivalorizzazione dei suoi spazi verdi. Nel caso di Taormina Rpm Proget lo staff di progettisti ha deciso di valorizzare lo spazio esterno dell'hotel con affaccio sul mare sostituendo gli ombrelloni con una serie di gazebi di legno bianchi dotati di lampade a sospensione e ventilatori, di modo da proteggere il cliente che vuole fare colazione all'aperto dal caldo estivo siciliano e al tempo stesso dalla brezza che ogni tanto si solleva dal mare o dalla terra.
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Alberto Lupini
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