La professione del cuoco è un lavoro usurante? La risposta va scritta dai cuochi stessi

I cuochi chiedono il riconoscimento della loro professione come lavoro usurante. Ritmi massacranti, malattie professionali e stress non trovano spazio nelle attuali categorie. La Fic e Italia a Tavola lanciano un questionario per raccogliere dati concreti e presentare un dossier ai ministeri. Compilarlo è essenziale per il futuro del settore

18 novembre 2024 | 12:00
di Alberto Lupini

Il lavoro del cuoco è davvero usurante? Non è solo una domanda retorica: il riconoscimento della professione del cuoco come lavoro usurante è un tema cruciale. Nonostante l’aggiunta di ben 27 nuove categorie professionali alle 15 già riconosciute come mestieri usuranti, i cuochi restano esclusi da questo elenco. La Federazione italiana cuochi (Fic), con il supporto di istituzioni accademiche e centri di ricerca, sta però dimostrando da anni l’esistenza di una correlazione scientifica tra il lavoro in cucina e l’insorgere di malattie professionali.

Perché è urgente raccogliere nuovi dati?

Per sbloccare questa situazione, è essenziale raccogliere nuovi dati direttamente dai protagonisti. La Fic, in collaborazione con Italia a Tavola, ha lanciato un questionario (clicca qui) rivolto a tutti i professionisti del settore,  uno strumento fondamentale per mappare le reali condizioni di lavoro e i problemi di salute correlati. Bastano pochi minuti per compilare il modulo, ma ogni risposta è cruciale per fornire una base statistica solida ai ministeri del Made in Italy e del Lavoro, responsabili del riconoscimento dei lavori usuranti.

Il problema non è solo burocratico. L’INPS si oppone per ragioni economiche, temendo nuovi costi per pensioni anticipate. Tuttavia, molte Asl hanno già documentato le conseguenze sulla salute dei cuochi, classificando il loro lavoro come almeno "sensibile". Questo dato rende urgente una mappatura completa che costringa le istituzioni ad affrontare una questione rimandata troppo a lungo.

Un mestiere fatto di sacrifici fisici e mentali

Non è un segreto che lavorare in cucina significhi affrontare ritmi estenuanti, spesso con turni che superano le 16 ore giornaliere. Stare in piedi per ore in ambienti caldi e poco ventilati provoca problemi vascolari, dolori muscolari, cefalea e mal di schiena cronico. Inoltre, l’aumento di specie reattive dell’ossigeno (ROS) danneggia i tessuti cellulari, contribuendo a problemi cardiovascolari e insufficienza venosa cronica.

Gli infortuni sono all’ordine del giorno: tagli, bruciature, scottature. Ma il problema non si ferma qui. Lo stress mentale e fisico può spingere alcuni a cadere in spirali di dipendenza da droghe o alcool. Un aspetto poco discusso, ma presente e preoccupante, che conferma quanto questa professione sia lontana dai lustrini della TV o dai riflettori dei social.

Il legame tra lavoro usurante e pensioni

Il riconoscimento del lavoro usurante permetterebbe ai cuochi di accedere alla pensione a partire dai 63 anni, attraverso l’Ape sociale (massimo 1.500 euro lordi al mese). Tuttavia, per ottenere questo beneficio, è necessario rispettare requisiti rigidi: almeno 36 anni di contributi, con sei anni consecutivi di mansion usurante negli ultimi sette di lavoro, oppure per sette anni negli ultimi 10 di lavoro.

Un appello alla categoria: compilare il questionario è fondamentale

La Fic chiede ai cuochi di compilare il questionario (clicca qui)che richiede il codice fiscale per garantire l’autenticità delle risposte, e di contribuire a una battaglia che potrebbe cambiare il futuro della professione. Non è solo una questione di giustizia, ma di riconoscimento della realtà quotidiana vissuta nelle cucine.

Ricordiamo che le schede non verranno divulgate, ma saranno utilizzate unicamente per redigere dati statistici da presentare ai ministeri. Più sarà ampia la partecipazione e più sarà possibile ottenere un risultato che solo banali procedure burocratiche hanno finora bloccato.

Il contributo di tutti è essenziale. È il momento di far sentire la propria voce  e di pretendere che le istituzioni ascoltino.

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