Per far tornare i giovani in sala bisogna trasmettere l'amore per la professione

Le nuove generazioni stentano ad entrare nel mondo dell'accoglienza per via dei ritmi di lavoro frenetici. Problema che esiste da sempre, ma ciò che si è perso è la passione

28 aprile 2022 | 11:30
di Valerio Beltrami

Quotidianamente leggiamo e sentiamo parlare ancora di pandemia, della guerra tra Russia e Ucraina, ma un fatto ancora più triste per il nostro settore della ristorazione con alle porte l’apertura della stagione estiva, è la carenza di personale e la difficoltà di reperirlo che sta frenando la riapertura di molti locali. Le colpe vengono rimbalzate tra lavoratori e imprenditori e la Federazione italiana pubblici esercizi dichiara che al momento nel settore mancano più di 150mila addetti. Ma quali sono i motivi?

Alla radice del problema

Molti danno la colpa al reddito di cittadinanza, altri ai giovani che non hanno voglia di lavorare, agli orari infiniti e molto altro ancora. Io quando ho iniziato la mia carriera nel lontano 1969 al termine degli studi presso la scuola alberghiera “E.Maggia” di Stresa, i problemi erano gli stessi di oggi :orari infiniti, lontananza da casa, Pasqua, Natale, Capodanno e altre festività mai godute, eppure ancora dopo 53 anni amo ancora la mia professione come il primo giorno o forse ancora di più, grazie ha lei ho imparato le lingue, girato il mondo, conosciuto e servito presidenti della Repubblica, attori, cantanti, calciatori e molte altri personaggi e celebrità.

Tutto questo è vero non senza sacrifici e rinunce, ma l’ho ottenuto grazie all’amore che i miei insegnanti maitre mi hanno trasmesso.

 

La ricetta

E allora invece di continuare a criticare e a dire che i giovani non hanno voglia di lavorare, di sacrificarsi, che non hanno umiltà cerchiamo di trasmettergli l'amore per la professione, raccontando a loro i nostri vissuti e le nostre esperienze sia positive che negative. La bacchetta magica per realizzare ciò non è nelle mie mani, ma se tv, riviste, quotidiani incominceranno a parlare anche di servizio di sala (ma non come lavoro di ripego) e dare dignità e il giusto valore alla professione un piccolo passo avanti sarà fatto e sarà di stimolo ai giovani che frequentano gli istituti alberghieri.

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Alberto Lupini


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