Non si diventa bartender in un giorno Abi Professional punta sulla formazione
È stato tracciato un punto importante nel futuro del Bartending italiano. Presso l’area Bit4Job gestita da "Lavoro nel Turismo" di Oscar Galeazzi in occasione della Bit, è intervenuta l'associazione Abi Professional
14 febbraio 2018 | 12:15
di Carmine Lamorte
Le associazioni invitate in questo contesto sono state Aibes (Associazione italiana barman e sostenitori), Abi Professional (Associazione barman italiani), Fipgc (Federazione italiana pasticceria gelateria e cioccolateria), Fic (Federazione italiana cuochi), Apci (Associazione professionale cuochi italiani), Aira (Associazione impiegati di ricevimento d’albergo), Ada (associazione direttori d’albergo), Ais (Associazione italiana sommelier), Amira (Associazione maitre italiani ristoranti e alberghi), Occa (Ordine dei camerieri e cuochi alla carta), Noi di Sala e Chef's e maitre (blog di appassionati del settore).
Per il comparto Bar, Abi Professional, con Aibes che non ha potuto presenziare alla manifestazione, ha giocato il ruolo del leone, facendo chiarezza sullo stato attuale dell’importanza che le associazioni possono rivestire nell’ambito professionale dei futuri giovani barman e nell’ambito del collegamento con gli operatori del settore risto-bar.
Durante la conferenza dal titolo “Costruire un percorso di successo, basato sulla professionalità”, i professionisti del mondo associativo hanno sottolineato il fatto che in Italia manchi una mentalità attraverso la quale aziende del settore ristorazione e bar potrebbero fornire un appropriato “training” al nuovo staff in ingresso, indipendentemente dal fatto che abbiano una più o meno lunga esperienza nel settore (in quanto le esigenze di ogni locale, anche se di pari livello, sono diverse le une dalle altre).
All’estero questa è prassi comune. Un tempo non serviva, ma oggi tale processo è indispensabile. Inoltre è emerso che nel mondo del bar ormai troppe scuole di formazione permettono a chiunque di diventare Barman o Bartender, con corsi della durata anche solo di un mese, semplicemente inculcando alcune ricette e tecniche, dimenticando però che senza una base professionale su cui poggiare le successive competenze ed esperienze non sarà mai possibile diventare veri professionisti.
Abi Professional tende nei suoi corsi a formare le competenze di base insegnando innanzitutto il rispetto per se stessi e per il cliente, l’eleganza, la classe, lo stile e l’umiltà, requisiti senza i quali saper fare cocktail o miscugli alchemici non serve a nulla. Negli ultimi anni si è verificato uno stravolgimento repentino, per nulla graduale: si è passati dal Flair acrobatico alla Mixology più estrema, in un lasso di tempo tanto breve da aver fatto scordare che tutte queste innovazioni hanno in realtà origine dal "Classico", che Peter Dorelli definisce «la base su cui si poggerà sempre la professione del barman».
Per questo il consiglio professionale di Abi Professional per i giovani, emerso dal convegno, è quello di valutare con attenzione chi ci propone corsi e cosa promettono, ricordandosi che non si può diventare Bartender o Barman in un mese, son tutte false illusioni per spillare soldi. L'alternativa è l'associazionismo di categoria, che è e sarà sempre il riferimento professionale del lavoro.
Per informazioni: www.abiprofessional.com
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Alberto Lupini