Non ci sono Ristori ai locali chiusi Ma cresce il reddito di cittadinanza

I 5 Stelle voglio rifinanziare uno strumento di puro assistenzialismo che ci è già costato 8 miliardi e paga chi non vuole lavorare (oltre che i criminali) . Napoli ha più "assistiti" che Lombarda e Toscana insieme. Conte aveva promesso una riforma a settembre, ma non se ne sa più nulla

16 dicembre 2020 | 08:30
di Alberto Lupini
In Italia ci sono camerieri, baristi o cuochi che non possono lavorare per decreto del Governo e percepiscono una miseria, quando va bene di cassa integrazione. O ugualmente ci sono famiglie di gestori di bar o ristoranti che da mesi stanno impiegando i loro risparmi personali per cercare di tenere in piedi le loro aziende. E a meno di dieci giorni dalle feste di Natale non sanno nemmeno se potranno lavorare o meno. E non è che nel Recovery Plan ci saranno a oggi interventi a sostegno del mondo del turismo, anzi: 3,1 miliardi su 206. Eppure, in Italia ci sono migliaia di famiglie di finti poveri (dai picchiatori assassini romani ai criminali in prigione) che vivono alle spalle di tutti gli italiani grazie al reddito di cittadinanza. La più grande stupidaggine italiana, voluta da Grillo e dai suoi boys per eliminare la povertà. Per non parlare degli abusi in molte parti d’Italia, a partire (sarà un caso?) da Napoli.


No ai ristori, sì al reddito di cittadinanza

A Napoli 156mila famiglie con reddito o pensione di cittadinanza
Un provvedimento che avrebbe potuto essere una buona cosa sul piano teorico, tanto che in Europa è uno degli interventi portanti del welfare, ma che in una gestione assolutamente da improvvisati e incompetenti (era ministro del Lavoro tale on. Luigi Di Maio che di attività ha fatto solo il politico…) si è trasformato in un imbroglio che serve solo a creare una base elettorale sull’assistenzialismo più deteriore. E la conferma ci viene proprio da quello che era un “feudo” dei 5 Stelle: Napoli. Nel capoluogo campano ci sono infatti ben 156mila famiglie che percepiscono il reddito o la pensione di cittadinanza, per un totale di circa 440mila persone coinvolte su 960mila abitanti (poco meno del 45%). Come se non bastasse nella sola provincia partenopea ci sono più beneficiari che in Lombardia e Toscana messe assieme.

I numeri regione per regione
A segnalare questa stortura è l’ultimo report dell'Osservatorio Inps sull'andamento del Reddito di cittadinanza, la più importante riforma varata dal Governo Conte-Di Maio-Salvini che ancora oggi è in piedi. E la cui gestione era il più importante obiettivo del discusso presidente dell'Inps Salvatore Tridico. I numeri parlano chiaro: in Lombardia ci sono 102.429 famiglie con reddito di cittadinanza, meno della metà della Campania (252.256) pur avendo circa il doppio della popolazione della regione. In Toscana ci sono altre 40.162 famiglie con il reddito, poco più del Veneto (32.984) e dell’Emilia-Romagna (37.201). Tra le altre regioni con più famiglie beneficiarie della prestazione ci sono la Sicilia (219.458), il Lazio (117.424, oltre 84mila delle quali a Roma) e la Puglia (109.709).

3,5 milioni di persone foraggiate, solo per 200mila un lavoro
Parliamo di oltre un milione 200mila famiglie, per quasi 3,5 milioni di persone (il 5% della popolazione italiana) che avrebbero dovuto trovare un’occasione di lavoro, ma che in realtà ha visto poi “collocati” non più di 200mila. Un risultato che gli stessi grillini, a partire da Di Maio, hanno ritenuto insoddisfacente, ma che non ha portato ad alcun aggiustamento. E in più va tenuto presente che fianco di chi beneficia del reddito di cittadinanza ci sono anche migliaia di “navigator” che sull’esempio (positivo) dei centri per l’impiego tedeschi avrebbero dovuto assistere i percettori del “reddito” per portarli a lavorare. Ma di fatto si tratta di altri burocrati che a loro volta percepiscono uno stipendio senza fare nulla. E il tutto ci costa almeno 8 miliardi di euro (che per i grillini avrebbero dovuto essere addirittura 16 all’inizio).

Scremature necessarie per aiutare i veri poveri
Questi dati non sono strumentali per una qualche polemica che potrebbe lasciare il tempo che trova, ma vanno tenuti presenti nel momento in cui si devono cercare risorse per i nuovi ristori che dovranno risarcire chi non può lavorare, come i bar o i ristoranti. E ciò mentre in Parlamento si discute proprio del rifinanziamento del Reddito di Cittadinanza anche per il 2021, che i 5 Stelle vogliono ottenere sostenendo che in questo periodo si è allargato il numero dei poveri. Il che è vero, basta vedere le fila a Milano per un pasto alle mense della Caritas e di altre strutture sociali. Ma una questione è garantire protezione sociale a chi realmente è in difficoltà, ed un altro invece sostenere solo il parassitismo e chi non vuole lavorare.

Serve una grande scrematura degli attuali beneficiari, e in questo non aiuta certo una norma che ha affidato un compito di controllo ai navigator che agiscono con 20 sistemi regionali diversi e con regole diverse. Conte aveva detto a settembre di volere una riforma entro 6 mesi. Ne sono passati quasi 4 ma non si vede nulla e il Reddito di cittadinanza resta solo uno strumento assistenzialistico che le imprese evitano come qualcosa di tossico.

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