Lo chef Sadler: «Bene la delivery Il ritorno alla normalità sarà lento»

Il cuoco stellato ha inaugurato il suo negozio virtuale sulla piattaforma "cosaporto.it". I suoi piatti consegnati a domicilio in tutta Milano. «Il 2020 sarà disastroso, con perdite di fatturato di almeno il 50%», dice . E all'asporto sta pensando di dedicare uno dei suoi locali, il Chic'n Quick

14 maggio 2020 | 06:45
di Vincenzo D’Antonio
Lo chef stellato Claudio Sadler inaugura il suo negozio virtuale su Cosaporto.it, servizio che consegna a domicilio in tutta Milano le specialità dei migliori negozi e ristoranti della città. Nel negozio virtuale di Sadler è possibile ordinare piatti sfiziosi, per un pranzo o una cena gourmet, da consumare nella sicurezza della propria casa, senza rinunciare alla qualità di un ristorante stellato. Lo intervistiamo proprio mentre sta per cominciare la preparazione del servizio serale di delivery.

Claudio Sadler

V: ciao, caro Claudio. A lockdown terminante torna ad avere senso la domanda "dove sei?" nel senso che non è detto che la risposta sia "a casa". Pertanto, io la domanda te la formulo: dove sei adesso?
CS: Io sono al ristorante perché stiamo facendo un po’ di delivery

V: Eccoci ! Cosa ne pensi della delivery: palliativo passeggero in tempi di pandemia, oppure uno dei canali emergenti dei servizi della nuova ristorazione ?
CS: Io non so rispondere con certezza, ma certo è che per ora mi auguro che lo diventi perché vorrei incentivare questo servizio aggiungendo anche l’asporto a cui dedicherei uno dei miei due locali, Chic'n Quick, che terrei chiuso fino a fine pandemia.

V: Quindi, sia delivery che asporto. E tu fai anche, chissà se posso definirlo così, un meal kit soft, ovvero per alcuni tuoi piatti che non arrivano completamente finiti a casa del cliente, dai suggerimenti su come completarlo. È così?
CS: Sì certo, per ora direi di sì.

V: Cosa ti ha spinto ad inserirti nel circuito “Cosaporto”? quali vantaggi può arrecarti una struttura del genere piuttosto che agire in solitaria e poi avere un partner solo per la delivery propriamente detta, ovvero i rider?
CS: Non avendolo mai fatto, ed essendo che nella mia zona non c’è un afflusso così grande di persone, dato anche il fatto che molti lavorano ancora a casa, ho preferito utilizzare una piattaforma, scegliendola fra quelle più di prestigio ai cui collaborano anche altre aziende di qualità! Partiamo adesso solo con la delivery, ma poi andremo anche sull’asporto, che forse darà un ulteriore aiuto concreto alla delivery.

Riso basmati con gamberi, verdurine, mandorle e salsa al curry

V: A mio avviso, takeout e delivery sono le due gambe su cui, fatta salva l'irrinunciabilità e l’importanza somma del servizio di sala, un ristorante deve camminare. Avere una sola delle gambe equivale ad un camminare claudicante. Ma fammi capire una cosa. . . l'utente di cosaporto.it, può scegliere un primo piatto da te, un secondo piatto da un altro ristorante e il dolce in una pasticceria?
CS: Sì certo, basta che ne faccia richiesta e che paghi 3 rider.

V: Quindi comunque sono tre consegne, credevo ci fosse il valore aggiunto dell'assemblaggio. Ascolta, Claudio, faccio caso alla tua scelta saggia di limitare a poche proposte il menu della delivery. Qualche cliente si lamenta di ciò?
CS: Per ora direi di no.

V: Il cliente che riceve i tuoi piatti a casa, deve pagare esattamente il prezzo ben comunicato sul sito oppure c'è anche una tariffa per il servizio di delivery?
CS: Il cliente deve pagare la tariffa del trasporto al verificarsi di determinate situazioni ben chiare come si evince dal sito, altrimenti, al verificarsi di circostanze favorevoli, quali la vicinanza della destinazione rispetto al negozio prescelto e l’importo globale, non vi è alcuna tariffa da pagare.

V: Claudio, facciamo una simulazione ottimistica, ovvero diciamo che questo Covid-19 tempo un mese e mezzo, fine giugno, scompare, poi l'estate è l'estate… Ecco, come vedi alla ripresa autunnale la ristorazione a Milano città?
CS: Credo che lo sconquasso economico che si abbatterà sui cittadini farà ripartire molto lentamente la macchina del divertimento. Però dato che nelle discoteche e al cinema o teatro non si potrà andare, forse il ristorante avrà più chance di frequentazione.

V: Quanto peserà in generale, ed a te in particolare, l'assenza di turismo dall'estero, sia esso turismo business o turismo leisure?
CS: Io credo che il 2020 sarà un disastro. Pensa, Vincenzo, che abbiamo perso già tre mesi, quindi il 25% del fatturato è andato, un altro 25% è facilmente prevedibile che vada via nei prossimi tre mesi, quindi in media annuale se va bene perdiamo il 50% del fatturato.

V:
 Ascolta, Claudio, con oggi siamo ai tuoi primi cinque giorni di delivery. Mi sottopongo ad un quiz e mi chiedo: "qual è il piatto più venduto?". Azzardo persino la risposta: "Riso basmati con gamberi, verdurine, mandorle e salsa al curry". Dimmi, è risposta esatta o è risposta errata?
CS: Esatta.

V: Davvero?
CS: Sì, è molto apprezzato.

V: Allora appena verrò a Milano mi toccherà degustarlo.
CS: Esatto.

V: Claudio, tu non sei più giovanissimo. Sei in grado di dare consigli a quelli ancor più giovani di te, agli chef bravi e promettenti. Ecco, in questo periodo così particolare, dal quale prima o poi usciremo, quale consiglio ti senti di dare ai tuoi giovani colleghi?
CS: Vincenzo, io ho vissuto molte crisi. Appena avevo aperto nel 1987 il disastro della centrale nucleare di Chernobyl, poi le varie guerre in Medio Oriente, gli attentati dell’11 settembre 2001, e altre crisi ancora. Ogni volta ne siamo usciti, ma furono crisi con durate brevi abbastanza sopportabili. Le crisi economiche come quelle del 2008 e del 2011 sono state le più difficili perché molto durature. Ma il Covid-19 è il peggio che ho visto. Questa crisi che mi spaventa ma non mi fa sentire in colpa, perché nulla a me o a noi tutti è imputabile. Bisogna stare calmi e cercare sempre una via di uscita con serenità, evitare i colpi di testa e prima di agire bisogna sempre analizzare la situazione e riflettere.

V: grande saggezza, caro Claudio. Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato. Conversare con te è piacevole, interessante e c'è sempre da imparare. È Romolo la fermata metrò più vicina al tuo ristorante?
CS: Sì, siamo a 500 metri dalla fermata di Romolo.

V: E allora, a presto rivederci a Milano!
CS: Ciao, Vincenzo. A presto qui a Milano!

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Alberto Lupini


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