Investire in formazione per creare un team vincente di professionisti

Non si può alzare il livello qualitativo di un’azienda senza formazione. Solo investendo si potrà crescere e raggiungere mete elevate insieme, e solo quel giorno si potrà dire di avere creato un team vincente

06 luglio 2021 | 08:00
di Valerio Beltrami

Le scuole alberghiere statali e i centri di formazione con i loro insegnanti danno la possibilità ai giovani di apprendere una professione, forniscono nozioni sugli alimenti e sui vini, conoscenze linguistiche e culturali necessarie per intraprendere con successo questo mestiere. Ma in ogni caso la scuola darà solo le basi, poi starà ad ognuno sfruttarle per diventare un grande professionista. Oggi sul mercato del lavoro c’è una grande mancanza di personale, se apriamo i giornali o i social leggiamo che tutti cercano personale: capi servizio, chef de rang, commis... Come mai succede questo anche se ogni anno dalle scuole alberghiere escono migliaia di diplomati?



È vero, si trovano molti lavoratori improvvisati nel nostro settore, ma c’è una grande carenza di professionisti. Certamente per portare un piatto di spaghetti o servire un bicchiere di vino non serve studiare e frequentare scuole, ma un professionista possiede le competenze che lo differenziano dai cosiddetti “portatori di piatti”.

Oggi la clientela è cambiata, è sempre più esigente, non va più al ristorante per mangiare ma per vivere un’emozione, un’esperienza, e - perché no - ricevere una coccola. E la concorrenza è sempre più accanita. Ecco perché le aziende devono affidarsi ai professionisti e investire in corsi di formazione, solo così potranno avere del personale che opererà per l’interesse dell’azienda. L’artefice della riuscita di una serata non è solo lo chef: il cameriere sa parlare diverse lingue, conosce il mondo del vino, sa consigliare, sa usare un computer, risolve i problemi di intolleranze e allergie del cliente... Insomma, sa essere preparato a 360 gradi.

Il Maestro Gualtiero Marchesi, poco prima di lasciarci, in una tavola rotonda aveva affermato che la sala vale il 51% e la cucina il 49%, perché se in sala non c’è chi sa valorizzare il lavoro della cucina è tutto tempo perso. Servono ristoratori, albergatori e direttori che comprendano, apprezzino e valorizzino il lavoro di sala come fanno con gli chef e le brigate di cucina. Non è pensabile alzare il livello qualitativo di un’azienda senza passare dalla formazione. Solo investendo si potrà crescere e raggiungere mete elevate insieme, e solo quel giorno si potrà dire di avere creato un team vincente.


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Alberto Lupini


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