Covid e aperitivo: come la pandemia ha cambiato l'happy hour italiano

Un sondaggio condotto da Initial ha evidenziato come, nell’era post pandemia, sia cambiato il rapporto degli italiani con l’igiene all’interno di ristoranti o bar. L'abbiamo chiesto ai diretti interessati . Bernardo Ferro, presidente Abi Professional: «Devo essere sincero: il Covid ha reso tutti molto più attenti ai dettagli»

03 agosto 2023 | 05:00
di Alessandro Creta

Come è cambiato il modo di fare aperitivo degli italiani nel post Covid? Come è cambiato il momento dell’happy hour per giovani e meno giovani a seguito dell’emergenza sanitaria? A cosa stanno più attenti i clienti e cosa chiedono al bar? 

I tre anni che ci stiamo lasciando alle spalle, in un modo o nell’altro, hanno segnato tutti noi. Hanno segnato anche, se non soprattutto, le nostre abitudini, consuetudini che reputavamo ormai consolidate ma che sono state messe in discussione dall’emergenza sanitaria mondiale. Tutti ricordiamo le restrizioni, le regole da seguire dentro casa come fuori, e tutti ricordiamo quanto sia stata un’incognita, specialmente nel primo periodo, anche una semplice cena al ristorante. Tra le abitudini che hanno “subito”, per così dire, in modo maggiore l’emergenza Covid c’è stata sicuramente quella dell’aperitivo. Il momento conviviale, di gruppo, di amici o colleghi attorno allo stesso tavolo, condividendo qualche stuzzichino sorseggiando uno spritz o un calice di vino.

Lentamente siamo tornati, nel corso dei mesi, a ritrovarci attorno a quello stesso tavolo, bevendo questo o quel drink. Forse inconsapevolmente, segnati dalle abitudini che abbiamo inevitabilmente fatto nostre nel corso della pandemia, forse nemmeno senza farci caso però è mutato il nostro modo di fare aperitivo. Come? Le questioni igienico sanitarie sono diventate più importanti che mai, in alcuni casi addirittura fondamentali nella scelta del locale in cui concederci l’happy hour. 

Aperitivo nel post Covid: clienti sempre più attenti

Un sondaggio condotto da Initial ha evidenziato come – nell’era post pandemia – sia cambiato il rapporto degli italiani con l’igiene all’interno di ristoranti o bar: il 61% preferisce un piatto singolo rispetto alla condivisione. Il motivo? Rispettare l’igiene in fatto di cibo. Dall'infografica condotta emerge come 1 italiano su 4 durante il momento dell’aperitivo preferisca usufruire di un piatto monoporzione, per preservare igienicamente il proprio cibo (28% degli intervistati) anche se un 46% della totalità afferma di non preferire il singolo piatto e il tagliere ma di avere solo un unico interesse: poter degustare il cibo presente.

Abbiamo approfondito il tema con chi ha condotto questa ricerca, parlando con Maria Francesca Torriani, Marketing Manager - Hygiene Division - Rentokil Initial Italia. 

Come (e quanto) è cambiata la percezione e il modo di fare l'aperitivo da parte degli italiani nel post Covid? 
«Ci siamo fatti molte volte questa domanda e con il ritorno della bella stagione abbiamo deciso di indagare su questo argomento per capire se effettivamente gli italiani, in questa piena epoca post Covid, fossero tornati a godere a pieno regime e senza preoccupazioni dell’aperitivo: il rito più amato nel nostro Paese. I recenti sondaggi hanno confermato che c’è stata una ripresa delle consumazioni nei locali dopo mesi di blocchi e restrizioni commerciali dovuti alla pandemia: il 75% degli intervistati è infatti tornato a concedersi questo sfizio almeno una volta al mese, fino ad arrivare ad una o due volte alla settimana e, oltre un terzo dei consumatori, dichiara di uscire per l’aperitivo assai più di frequente rispetto a un anno fa, a riprova del fatto che il desiderio di riscoprire la normalità coincide anche con la convivialità che è possibile vivere attraverso la ristorazione. Ma il ritorno a queste pratiche è vissuto dal consumatore esattamente come prima della pandemia? O ancora c’è stata un’evoluzione nelle sue richieste e nelle attenzioni igieniche ad esso dedicate? Lo abbiamo chiesto ai consumatori attraverso una survey e le risposte a queste domande sono state davvero sorprendenti e molto rilevanti rispetto allo scenario finora evidenziato: il 78% degli intervistati direbbe di no all’aperitivo nel caso in cui il locale risultasse davvero sporco e privo di igiene di base. Una risposta questa che conferma come dalla pandemia gli italiani abbiamo appreso l’importanza dell’igiene in ogni singolo aspetto della loro quotidianità». 

Quindi i fattori legati all'igiene condizionano le scelte su location e consumazione, e come? 
«La pandemia ha lasciato più consapevolezza sulle buone pratiche di pulizia e di igiene e alzato le aspettative dei consumatori nella fruizione di servizi pubblici e privati offerti dalle aziende. Oggi si presta molta più attenzione alla loro qualità, soprattutto se riguarda servizi basilari come l’aria pulita, la pulizia degli spazi e delle superfici, e la fornitura di servizi igienici adeguati, non solo all’interno della ristorazione, ma anche del luogo di lavoro, dei negozi, e di tutti gli spazi in condivisione. È quanto emerge dalla nostra ultima ricerca, che ha scattato una fotografia reale di come l’igiene sia al primo posto per gli italiani: infatti, 1 italiano su 4 durante il momento dell’aperitivo preferisce usufruire di un piatto monoporzione per preservare igienicamente il proprio cibo, mentre il 61% risponde che non ha dubbi che la modalità più igienica sia il piatto singolo. Inoltre, il 37% degli intervistati mostra preoccupazione verso una tipologia di aperitivo con tagliere condiviso poiché il cibo potrebbe essere contaminato da chi non ha lavato ed igienizzato le mani prima di mangiare. Addirittura un2% degli italiani rifiuterebbe l’invito in un luogo dove sa che non troverà un piatto solo per sé».

A cosa prestano più attenzione gli italiani nei locali per aperitivo? 
«Le aspettative del consumatore sono cambiate, la voglia di vivere esperienze fuori casa è rimasta forte se non addirittura è aumentata, ma con essa lo è anche la richiesta di più attenzione da parte di imprenditori e operatori dei settori ho.re.ca e hotellerie che sono quindi chiamati ad attivare servizi come quelli forniti ad esempio da Initial, per garantire una coccola di benessere al consumatore. Ecco allora che gli igienizzanti mani rimangono all’interno e all’esterno del locale, continuando a fornire sicurezza al consumatore, che continua ad utilizzarlo e soprattutto se lo aspetta (66%), insieme a tavoli ben puliti, igienizzati prima e dopo la sua permanenza, e soprattutto esige ancora più di prima di trovare un bagno altrettanto pulito per qualunque esigenza. Quasi la totalità degli intervistati (98%) entrando nella toilette di un bar o ristorante si aspetta di trovare ora tutto il necessario per lavarsi le mani - acqua, sapone e asciugamani – e, perché no, anche l’igienizzante per la tavoletta del WC. In particolare l’87% vorrebbe trovare in bagno dei prodotti no-touch così da non dover toccare nulla se non il cibo».

Come il Covid ha cambiato l’aperitivo: I barmen «Meno buffet più monoporzioni»

A tal proposito abbiamo contattato chi dall’altra parte del bancone ci lavora, i professionisti addetti alla preparazione dei nostri drink simbolo dell’aperitivo che forse più di tutti hanno notato qualche nuova abitudine, o accortezza, da parte dei clienti.

Davide Benvenuto, detto “Puffo”, capo barman al Le Dahu di Courmayeur e membro di Abi Professional (l'associazione dei barmen italiani), dichiara: «Sicuramente ho notato come ora ci sia molta più voglia nel fare un aperitivo non solo durante la fascia solita, ma anche di giorno. Adesso c’è molta più attenzione ai dettagli: alla pulizia tavolo, la sua sistemazione, i clienti quando ordinano drink e appetizer dedicano un maggior controllo sulla qualità dei prodotti, guardano se il bicchiere sia pulito, e chiedono più spesso la cannuccia anche in drink in cui magari prima non si usava. Capitolo appetizer: il cliente è più orientato verso le monoporizioni, non più il classico tagliere da condividere o il buffet».

Gli fa eco Bernardo Ferro, presidente di Abi Professional, «Devo essere sincero: il Covid ha reso tutti molto più attenti ai dettagli. La gente pretende la sanificazione dei tavoli, che avviene in maniera molto più attenta. Per quanto riguarda i finger food serviti; io sono sempre stato contro i buffet, dove gli ospiti si avventavano anche con maleducazione a volte. E tra l’altro quei buffet non erano nemmeno a norma. Il cibo non veniva coperto, non era refrigerato. Questo post Covid ha fatto sì che questi buffet siano molti meno e sono soddisfatto perché in questo modo andiamo a personalizzare i finger food per ogni ospite. Tutto ciò ha fatto sì che il servizio stesso ne giovi, e tutto diventa più godibile».

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