Altro che stelle Michelin come per i ristoranti. I maestri pasticceri di AMPI, Accademia Maestri Pasticceri Italiani, motivati e in squadra fra loro come mai prima d’ora, vogliono distinguersi per la qualità che possono garantire, puntando con decisione sul marchio della loro associazione ed essere riconosciuti anche dal grande pubblico. Ed oltre a simposi tecnici e formativi (con cui da tempo si aggiornano come hanno fatto in questi giorni nella sede di Alma, la scuola di alta ristorazione di Colorno, in provincia di Parma dove l'incontro è in corso dall'11 al 13 ottobre), vogliono organizzare manifestazioni pubbliche in tutte le località dove è presente un accademico ed essere motivo di richiamo per il territorio anche grazie ad un’App che a breve li presenterà ai consumatori insieme ad alcune ricette.
Condivisione e pluralità le parole chiave di AMPI
Sotto la guida del presidente Sal De Riso, che rappresenta il nuovo corso rispetto alla precedente gestione di Gino Fabbri e Iginio Massari, la “nuova” AMPI (www.accademia-maestri-pasticceri-italiani.it) si è di fatto presentata ufficialmente in occasione del primo Simposio formativo tenutosi ad Alma, che sarà quasi sicuramente la nuova sede associativa, annunciando il programma dei prossimi mesi durante una cena all’Antica Corte Pallavicina. Condivisione e pluralità le parole più usate durante gli incontri, come pure la finalità di costruire la casa della pasticceria italiana.
Lo testimoniano anche le parole del presidente: «Ora è il momento di guardare avanti, grati e responsabili della storia che ci precede, ma desiderosi di scriverne un’altra. Abbiamo davanti molto lavoro ma l’entusiasmo che attraversa tutta l’Accademia, la voglia di fare bene, il senso di responsabilità nei confronti di un intero settore che ognuno di noi sente ci rendono fiduciosi. Ampi sarà la casa della pasticceria italiana, una casa fatta di eccellenza e condivisione. Per questo il nostro nuovo linguaggio sarà sempre "al plurale". Gli Accademici sono l’espressione migliore di tutte le possibili declinazioni dell’arte dolce italiana».
Il team campione del mondo a servizio del comparto
E che il progetto possa contare su validi “architetti e maestranze” può ben essere dimostrato dalla presenza dei tre campioni del mondo di pasticceria, Lorenzo Puca, Massimo Pica e Andrea Restuccia, insieme al loro coach, l’accademico Alessandro Dalmasso, e a uno dei giudici del concorso di Lione, Giuseppe Amato, sous chef del tristellato La Pergola, anch’egli accademico. Un modo per testimoniare in modo esplicito l’impegno di AMPI per contribuire alla valorizzazione di tutto il comparto, nonché la volontà di essere una casa per i giovani pasticceri che vogliono migliorare. «I giovani sono la nostra risorsa - ha ricordato Sal De Riso - dobbiamo costruire per loro dei progetti speciali e per questo daremo vita ad AMPI Giovani».
Più confronto per lo sviluppo dell'Accademia
Nel nuovo corso dei pasticceri accademici c’è anche la volontà di confrontarsi con tutti, anche con le altre associazioni. «Da soli non si va da nessuna parte - ha sintetizzato il vicepresidente Paolo Sacchetti - non possiamo e non vogliamo più essere il pulpito dei migliori, ma sono un’opportunità per essere tutti insieme puntando su qualità e professionalità». Obiettivi rilanciati anche dall’altro vicepresidente, Santi Palazzolo, per il quale «ciò che conta è mettersi in gioco e dopo il proficuo confronto interno passare all’azione».
Uno sguardo all'estero
Protagonista dell'ultima giornata del Simposio (il 13 ottobre) sarà il pasticcere spagnolo Jordi Bordas, campione mondiale di pasticceria nel 2011. Una presenza che si inserisce all'interno del rinnovato approccio al settore e ai suoi attori promosso dal direttivo di AMPI eletto a giugno di quest'anno. Obiettivo: unire tradizione e innovazione, eccellenza italiana e apertura dei confini.
Foto del servizio: Carlo Fico
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Alberto Lupini
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