Alexandre Mazzia, lo chef delle Olimpiadi: «Ecco il mio menu innovativo»

Lo chef, alla guida del ristorante AM a Marsiglia (tre stelle Michelin), è stato selezionato come responsabile dei pasti degli atleti del villaggio olimpico di Parigi, Mazzia ne parla in un'intervista esclusiva : «È un grande orgoglio per me, penso mi abbiano scelto per la mia creatività dimostrata nel corso di tutta la carriera». Ecco come preparerà i pasti per migliaia di atleti

07 giugno 2024 | 12:56
di Alessandro Creta

Partecipare alle Olimpiadi, ma non essere un atleta. Partecipare alle Olimpiadi, ma non prendere parte a nessuna delle competizioni previste. Partecipare alle Olimpiadi, ma non ambire a nessuna medaglia. Sembra un paradosso, non lo è se consideriamo il soggetto di questo copione: Alexandre Mazzia, chef tre stelle del suo ristorante di Marsiglia, scelto dall’organizzazione per guidare le cucine del villaggio olimpico ai prossimi giochi di Parigi. Partecipare alle Olimpiadi, ma alla sua maniera. E di questo incarico abbiamo parlato direttamente con lui.

Chi è Alexandre Mazzia, lo chef delle Olimpiadi

Nel mondo della gastronomia, quella francese in particolar modo, pochi nomi risuonano con la stessa verve di Alexandre Mazzia. Lo chef, alla guida del ristorante AM a Marsiglia insignito di tre stelle Michelin, è rinomato per la sua abilità nel fondere le ricche tradizioni culinarie francesi con influenze spagnole e africane (importante il suo passato professionale proprio in Africa), creando piatti paragonabili a vere e proprie opere d'arte. Proprio Alexandre Mazzia è stato scelto per rappresentare, nel modo che più gli compete e appartiene, la Francia nei prossimi Giochi Olimpici. È stato infatti selezionato come responsabile della preparazione dei menu per gli atleti delle prossime Olimpiadi parigine.

Con noi lo chef ha condiviso le emozioni e le sfide di essere il portavoce culinario di una nazione intera, raccontando come la sua passione e il suo impegno nella cucina lo abbiano portato un incarico di tale prestigio e risonanza internazionale. 

Lo chef delle Olimpiadi: «Un grande orgoglio»

Alexandre, con che sensazioni hai accettato l'incarico che ti hanno affidato?
«Credo che sia una questione di orgoglio, orgoglio per me stesso, per la mia famiglia e per la comunità, avere l'opportunità di rappresentare la Francia durante i Giochi Olimpici. È un modo per mostrare competenza, un emblema e una professione. Penso sempre all'idea di trasmettere tutto ciò che ho raggiunto, che dimostra una gamma di competenze che, a mio parere, sono davvero uniche».

Che emozione, ma anche che responsabilità, rappresenta essere incaricati di un compito del genere?
«Essere scelto per rappresentare la Francia ai Giochi Olimpici è una fonte di immenso orgoglio per me, la mia famiglia e la mia comunità. Non si tratta solo di mostrare le mie abilità; simboleggia un dovere e una vocazione. Vedo questa opportunità come un modo per condividere le competenze e i successi unici che ho acquisito, riflettendo un'ampia e straordinaria gamma di abilità che ritengo davvero uniche. Questo ruolo comporta non solo la gioia di un risultato personale, ma anche la responsabilità di incarnare lo spirito e il talento della mia patria su un palcoscenico globale».

Cosa pensi abbia portato l'organizzazione a sceglierti per questo ruolo?
«La mia selezione per questo ruolo è il risultato della mia incessante ricerca di creatività, ispirata dalle mie diverse esperienze e ambienti. Il mio approccio culinario, influenzato dalle cucine francese, spagnola e centrafricana, trascende la tradizionale alta cucina. Ho creato un menu innovativo che riflette le mie avventure, senza essere vincolato dalle regole. La mia capacità di selezionare e trasformare ingredienti grezzi e le mie forti collaborazioni con i produttori mi permettono di cucinare con fiducia e autenticità, senza essere limitato dalle aspettative convenzionali».

Alle Olimpiadi con ricette che combinano Francia e Africa

Che tipo di ricette proporrai nei villaggi olimpici?
«Mostreremo i sapori tipici di Marsiglia attraverso la salinità naturale dei suoi ambienti marini, con ingredienti come il merluzzo e il pollack accompagnati da questo latte di pesce affumicato e ceci. Ovviamente, prenderemo in prestito dalle ricche risorse degli orti francesi, con i suoi ceci, broccoli, fagiolini, prodotti baciati dal sole e di stagione, ma anche locali. Ci saranno anche i sapori del Congo, dove ho trascorso la mia infanzia, con le sue tostature, spezie e peperoncino, che sono influenze importanti nella mia cucina. Saranno rappresentati in modo giocoso, non in maniera vistosa, ma soprattutto faranno parte dell'ossatura della creazione dei piatti, perché si tratta di servire gli atleti e di avere impronte della firma del ristorante che emergeranno in modo naturale ma non vistoso».

Come immagini di dover preparare i pasti per decine di migliaia di atleti? Soprattutto, come gestisci la logistica per preparare e servire i pasti a un numero così grande di atleti in diversi siti olimpici?
«Preparare i pasti per decine di migliaia di atleti alle Olimpiadi richiede una pianificazione e un'organizzazione meticolosa, concentrandosi sulla consegna di menu equilibrati dal punto di vista nutrizionale e culturalmente diversificati, che rispondano alle specifiche esigenze e preferenze degli atleti di tutto il mondo. Questa operazione comporta non solo la preparazione e la cottura in grandi quantità di cibo, ma anche una logistica sofisticata per la distribuzione tempestiva nei vari siti olimpici. Al centro di questa enorme impresa c'è l'impegno a servire gli atleti, garantendo che le loro esigenze dietetiche siano soddisfatte per ottimizzare le prestazioni e il recupero, incorporando anche elementi di piacere e divertimento per avere un impatto positivo sul loro benessere mentale e psicologico durante la competizione. La sfida è formidabile, ma sottolinea l'importanza dell'adattabilità, del servizio efficiente e del ruolo centrale degli atleti come beneficiari principali».

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Alberto Lupini


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