Isotta Pompili è la terza figlia, la piccola, di Lucio Pompili e Cristina Benvenuti. Ce la ricordiamo bimbetta seduta in silenzio a disegnare mentre con il babbo si buttavano giù progetti enogastronomici importanti. Babbo Lucio ha, da poco, aperto Foraging a pochi passi dal celebre Symposium Quattro Stagioni, culla della cucina d'autore e della ricerca enologica. Foraging è "un passo indietro per fare un passo avanti". Cucina primordiale fatta di stufe e braci, cacciagione, pesce di ‘stagione', orto e un'enoteca di grande valore. Profumo di cenere e carbone, stoviglie d'altri tempi, tovaglie da accarezzare. Fuori il giardino, la campagna, le vigne e la cantina. Perché ancor prima di Foraging Lucio ha cominciato a fare il vino mirando a Montalcino e alla Borgogna.
Isotta Pompili
L'intervista a Isotta Pompili, figlia del maestro Lucio
Un giorno dietro la stufa, vediamo Isotta, corso di laurea in lettere a Urbino, che fa l'apprendista e aiuta il babbo. Ha le idee chiare la ragazza e così ce le siamo fatte raccontare. In questo rutilante mondo di giovani aspiranti star chef è bello ascoltare la concretezza di un'umile figlia d'arte.
Isotta, cos'è per te la cucina?
Prima di tutto, come per le mie sorelle, è casa, noi diciamo sempre di essere nate in una pentola e di fatto è un po' così. La mattina ci si svegliava con il profumo del sugo appena fatto e la sera si andava a letto salutando babbo, mamma e gli ospiti che finivano la loro cena davanti al camino con sigari e rum. Credo che inconsciamente abbia appreso delle cose semplicemente perché le ho viste fare molte volte ed è per questo che, anche quando cucino a casa per me, è fondamentale che il coltello sia quello giusto.
Quando hai capito che da grande volevi fare la cuoca?
Il fascino e la passione per questo mondo non arrivano in un momento preciso, semplicemente crescendo mi sono resa conto che è il settore che più mi appassiona. La tavola per me, è la cosa più bella che esista, la gente si riunisce, mangia, beve, parla e si sa che le chiacchiere con un bicchiere in mano vengono meglio.
Isotta Pompili insieme a papà (e maestro di cucina) Lucio
Adesso che hai cominciato ad aiutare il babbo qual è la cosa che ti piace fare di più?
La possibilità di curare il minimo dettaglio è una delle cose che mi piace più fare. Con questo lavoro, se veramente si ha la passione, si ha la possibilità di rendere felici le persone e creare momenti indimenticabili e il bello è che c'è un sistema che permette di farlo, per me non si tratta solo di cibo ma di una perfetta sintonia di ruoli che fan sì che quel piatto, quel momento e quel posto non si dimentichino mai.
Come vedi il mondo della ristorazione oggi?
Il mondo della ristorazione è come un teatro: ognuno recita una parte che è fondamentale per far sì che poi lo spettacolo sia indelebile.
Che tipo di maestro è Lucio Pompili?
Sicuramente non potrei scegliere maestro migliore del mio babbo, che sia dentro o fuori la cucina, si impara sempre qualcosa e questo è un privilegio che non dimentico mai.
Oggi in che ruolo ti identifichi?
Io ho ancora tanta strada e per ora sono un'apprendista, carica e desiderosa di imparare tutto quello che c'è da sapere. Pretendo, da come mi è stato insegnato, ordine, pulizia e precisione che sono alla base di un buon servizio ma ancora di patate da pelare ne ho tante (per fortuna) ed è per questo che spero il prossimo anno di fare un'esperienza all'estero così da arricchire la mia formazione.
C'è un aspetto che ti sta più a cuore?
Un aspetto che ho sicuramente molto a cuore e che ci coinvolge tutti è quello dell'ambiente. Ancora poco, secondo me, in questo settore, si parla di inquinamento e di spreco. Credo sia fondamentale per un mondo più sostenibile acquistare prodotti dalle piccole aziende locali. Il cibo è vita e noi siamo ciò che mangiamo e investire sulla qualità del cibo dovrebbe essere di primo interesse per tutti.
La battaglia contro inquinamento e spreco è nelle mani di voi giovani...
Di recente ho avuto la possibilità di vedere al cinema un documentario di Giulia Innocenzi intitolato “Food For Profit” che ci mostra la realtà degli allevamenti intensivi e questo dovrebbe spingerci ancor di più, in un mondo inquinato e con basse risorse, ad acquistare la frutta e la verdura dal contadino e la carne dal macellaio sotto casa. Ad oggi si compra tanto e si spreca tanto quando sarebbe di nostro interesse comprare prodotti di stagione e locali. Per fortuna vedo che tra noi giovani questo tema è di interesse comune quindi ho buone aspettative per un futuro più sostenibile.
Ringraziamo Isotta per la competenza, la precisione e la dolcezza. Sta mondando una mistacanza che profuma anche a distanza. Torneremo a trovare lei, mamma Cristina e babbo Lucio. Che non l'ha mai forzata nelle sue scelte e ora è orgoglioso di lei.