Il prossimo 14 dicembre al via la nuova stagione di Masterchef su Sky e in streaming su Now. Uno degli show televisivi a tema cucina più amati, longevi e seguiti, capace di rinnovarsi di anno in anno, mantenendo quella verve e quel mordente alla base del suo successo. Merito anche dei giudici che nel corso delle stagioni si sono alternati alla guida del programma: Bruno Barbieri fil rouge che lega tutte le edizioni (13 con quella in partenza a fine anno), l’unico a esser rimasto ogni anno. In principio fu con Carlo Cracco e Joe Bastianich, poi la breve sortita (annuale) di Antonia Klugmann a sostituzione dello chef veneto, quindi l’ingresso di Antonino Cannavacciuolo prima dell’addio del giurato statunitense. Ultimo, ma solo in ordine cronologico, lo chef Giorgio Locatelli.
Il 14 dicembre inizia la nuova stagione di Masterchef
Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli quindi ancora a istruire, riprendere, elogiare, confermare e eliminare i concorrenti nella masterclass all’interno degli studi milanesi. 20 aspiranti chef si sfideranno a colpi di Mistery Box, prove a tempo, Invention Test e chissà cos’altro di nuovo pensato dagli ideatori dello show. Chi supererà tutte queste prove? Chi sarà il successore di Edoardo Franco, trionfante nella scorsa edizione?
I vincitori di tutte le edizioni di Masterchef Italia:
L'intervista a Valerio Braschi, chef del Vibe a Milano
Master sì, ma pochi (veri) chef
12 Masterchef differenti e, di fatto, altrettanti percorsi professionali differenti al termine dello show. Le opportunità lavorative non sono di certo mancate, tra consulenze, libri, cooking show in giro per il mondo, chef a domicilio oltre a collaborazioni e sponsorizzazioni varie. In tanti, se non tutti, probabilmente hanno sognato un futuro da chef, con un proprio ristorante e un proprio format. Non tutti sono riusciti nell’intento, anzi a ben vedere solo una piccola percentuale dei vincitori delle edizioni passate ce l’ha fatta. Recente è l’apertura, da parte di Valeria Raciti, di un suo locale (Alloro) nella sua Acireale, in Sicilia. Nonostante però abbia vinto ormai 6 anni fa, i riflettori continuano a essere puntati su Valerio Braschi, il più giovane Masterchef italiano, che dopo anni a Roma al ristorante 1978 recentemente si è trasferito al Vibe di Milano. Dove, come ha dichiarato in passato, continuerà a perseguire il grande obiettivo della Stella. Se ciò dovesse realizzarsi, sarebbe il primo Masterchef a conquistare anche gli esigenti palati della Michelin.
Cosa fanno oggi i vincitori di Masterchef Italia?
Di, e con, Valerio torneremo a parlare più avanti. Vediamo intanto cosa fanno oggi tutti i vincitori delle passate edizioni di Masterchef.
Spyros Theodoridis, il primo Masterchef d'Italia
Ateniese di origine e modenese di adozione, è stato il primo Masterchef italiano nel 2012. Dopo la vittoria ha aperto il 1495 Restaurant a Scandiano, che ha poi lasciato per dedicarsi all'editoria scrivendo Cuoco per Emozione e Help Kitchen. Ha condotto alcuni programmi di cucina per bambini e ha avuto un programma su Rete 4, Sai Cosa mangi. Oggi gira il mondo con cooking show, fa consulenze ed è protagonista in corsi di cucina.
Spyros Theodoridis
Tiziana Stefanelli, a Singapore tra legge e cucina
La seconda Masterchef italiana, avvocato di professione, dopo il programma ha aperto il ristorante Nest a Roma poi chiuso dopo poco tempo. Ha scritto Avvocato in Cucina, ha partecipato in tv a Cuochi e Fiamme e a La Prova del Cuoco. Oggi a Singapore è sia avvocato che cuoca.
Tiziana Stefanelli - foto da Sky
Federico Ferrero, il DoctorChef
Il vincitore della terza edizione ha intrapreso una collaborazione editoriale con La Stampa, curando la sua rubrica DoctorChef, ha realizzato uno spettacolo teatrale In Principio era il brodo e ha scritto due libri: Missione Leggerezza e L'apericena non esiste. In tutto ciò continua la sua attività di medico e nutrizionista, curando anche un blog che porta il suo nume in cui pubblica articoli legati al settore gastronomico.
Federico Ferrero - foto da Sky
Stefano Callegaro, content creator e Food Fighter
Food Fighter, come si definisce sui social, è il quarto Masterchef italiano. Dopo la vittoria ha lavorato all'Hostaria Hospital di Rovigo, oggi tiene lezioni di cucina e fa consulenze. Si occupa di cibo in tv, partecipa a eventi, collabora con aziende, è stato Executive Chef di Legami Sushi & More. Nel 2021 ha scritto Zenzero & Melissa storie di cibo in viaggio con lo chef. Oggi, come tanti altri suoi "colleghi", è anche content creator.
Stefano Callegaro - foto da Facebook
Erica Liverani, a Ravenna con una gastronomia
Fisioterapista di professione prima di entrare a Masterchef, Erica Liverani dopo il successo ha aperto Raflò, una piccola gastronomia/tavola calda con pastifico a Ravenna. Nel 2021 ha aperto anche un locale a Savarna (Ra), sua città di origine. Sui social propone contenuti a tema, rimanendo sempre focalizzata su quella che è la cucina semplice e genuina, tipica della sua regione: l'Emilia Romagna. Tra le altre cose, cura anche un blog che porta il suo nome.
Erica Liverani - foto da Sky
Valerio Braschi, da poco è a Milano
Secondo alcuni il più grande talento a essere uscito da Masterchef. Il più giovane vincitore del programma, chiamato oggi a guidare un ristorante di fine dining a Milano. Dal 2019 al 2023 ha lavorato a Roma come chef al Ristorante 1978, ottenendo nel 2021 la nomina di Giovane Chef della guida de L'Espresso, mentre l’anno successivo il ristorante è stato menzionato nella guida Michelin. Next stop Stella? Ne abbiamo parlato direttamente con lui nell'intervista che trovate più avanti.
Valerio Braschi - foto da Facebook
Simone Scipioni, il Masterchef sommelier
Altro grande talento cresciuto nella masterclass di cucina più famosa d’Italia. Dopo il successo ha pubblicato il libro di ricette Al Mio Paese. La mia cucina tra terra e mare. Fino al 2022 è stato consulente e chef manager del locale Locanda Fontezoppa a Citivanova Marche (Mc), incarico poi lasciato per potersi “prendere una pausa” dopo anni che lo hanno visto protagonista della scena gastronomica. Da poco, come testimoniato sui suoi canali social, è diventato sommelier.
Simone Scipioni - foto Sky
Valeria Raciti, recente l'apertura di Alloro
Nel 2019 è stato il suo turno. Dopo aver girato il mondo con il marito per conoscere le diverse cucine e culture, oggi Valeria è molto attiva su YouTube come creator, continuando a cucinare e pubblicare libri. Da pochi mesi ha anche aperto un suo ristorante ad Acireale, Alloro, di cui è anche chef.
Valeria Raciti - foto da Facebook
Antonio Lorenzon, su Food Network un programma tutto suo
I fan si ricorderanno la proposta di matrimonio al compagno a seguito della vittoria. Oggi il Masterchef della nona edizione lavora come food influencer e chef a domicilio, e da poco è anche uno dei nuovi volti di Food Network con la trasmissione “A tavola con Lorenzon”, interamente ambientata nell’home restaurant che il vincitore di Masterchef ha allestito nella sua Bassano del Grappa (Vi).
Antonio Lorenzon - foto Sky
Francesco Aquila, volto tv e chef a domicilio
Uno dei concorrenti più caratteristici di Masterchef, sua l’edizione numero 10 del programma. Dopo il successo, e dopo il classico ricettario pubblicato a seguito della vittoria, Aquila è diventato volto televisivo su Food Network e continua a lavorare come chef a domicilio.
Francesco Aquila - foto Sky
Tracy Eboigbodin e il sogno dell'home restaurant
La prima Masterchef straniera a trionfare, Tracy ha fatto sua l’undicesima edizione dello show. Ha pubblicato il libro Soul Kitchen. Le mie ricette per nutrire l’anima. Oggi, a 29 anni, dopo aver studiato all'Alma lavora come consulente e partecipa come ospite a diversi eventi. Il suo sogno ancora nel cassetto? Quello di aprire un home restaurant.
Tracy Eboigbodin - foto Sky
Edoardo Franco: «Mai in un ristorante»
Lui l’ultimo Masterchef italiano. Personaggio unico nel suo genere, come promesso si fece tagliare i capelli da Barbieri in Piazza Duomo dopo il successo. Oggi sui social si definisce creator digitale, pubblica contenuti a tema e ha pubblicato il libro di cucina dal titolo “Daje”. Una sua promessa? Un po' controcorrente rispetto agli altri ha giurato: «Non aprirò mai un ristorante». Per ora è mantenuta.
Edoardo Franco - foto Sky
Valerio Braschi, l'intervista: «Ora da Vibe esprimo me stesso»
Per l'occasione abbiamo raggiunto Valerio Braschi presso il ristorante di Milano, Vibe, nel quale lavora da qualche mese. Inseparabile berretto in testa, stile casual e l'inconfondibile parlata romagnola che abbiamo imparato a conoscere durante la sua esperienza a Masterchef. Dopo la gavetta, e dopo la fatica per convincere non solo il pubblico ma anche i professionisti del settore, Valerio ha iniziato a togliersi qualche soddisfazione personale e lavorativa. Il percorso, lo confessa lui stesso, è appena all'inizio per un 25enne che sogna in grande pur con i piedi consapevolmente a terra.
Valerio Braschi nella cucina di Vibe, a Milano
Valerio, da molti sei considerato il Masterchef più talentuoso che sia uscito dal programma. Senti ancora o hai sentito una pressione in più per questo?
La pressione di un programma del genere è legata soprattutto al cercare di farsi capire anche dai professionisti. Quando fai Masterchef ti conoscono tutti, sei il più chiacchierato, nel bene e nel male. I professionisti ti vedono più di cattivo occhio perché magari pensano che tu abbia preso delle scorciatoie per arrivare dove sei arrivato. Quindi il mio lavoro è stato doppiamente faticoso, anche per far cambiare idea ai professionisti della cucina. Ogni giorno si lotta contro il pregiudizio delle persone. Ho avuto recentemente degli ospiti che, a loro detta, erano avvezzi all’alta ristorazione, stellata. Hanno ammesso che sono venuti con qualche pregiudizio nei miei confronti, ma se ne sono andati contenti e soddisfatti, dicendo che torneranno. Quindi per me è una vittoria doppia: li ho resi contenti e al contempo ho fatto loro cambiare idea. E son contento di questo, perché mi sprona a fare meglio il mio lavoro. Percepire il pregiudizio della gente per me è stimolante. A 25 anni sono arrivato a traguardi importanti: nel 2022 la menzione in Michelin, giovane chef dell’anno de L’Espresso, ma è solo l’inizio. Io voglio lavorare per avere il mio ristorante conosciuto in tutto il mondo, e soprattutto sempre pieno.
Guardi ancora Masterchef?
Guardo Masterchef con occhi divertiti, perché capisco quello che passano i concorrenti. Guarderò l’edizione in partenza e lo farò con la massima allegria e leggerezza. Bisogna capire una cosa: è un talent, non un lavoro vero, però comunque anche se solo un talent la pressione c’è, devi stare tutto il giorno costantemente sotto la telecamera, sempre chiuso in quelle stanze, anche psicologicamente è stressante.
Valerio Braschi, chef di Vibe
I tuoi colleghi vincitori hanno intrapreso strade differenti dal lavorare in un ristorante. Per te è sempre stato questo l'obiettivo?
Penso che l’amore per la cucina sia come un albero, ha vari rami e vari settori. C’è chi fa show cooking, chi apre home restaurant, chi fa consulenze. Io personalmente non li vedo come obiettivi, il mio sogno è fare cucina nel mio ristorante: lo volevo a 16 anni e lo voglio tuttora che in un ristorante ci lavoro.
Anche mediaticamente si parla di te come papabile primo Masterchef stellato. La Stella è un reale obiettivo?
Si persegue la Stella perché comunque piace l’idea, sarebbe bello essere il primo Masterchef a ottenerla, sarebbe una soddisfazione per me includendo tutti i ragazzi che con me ci lavorano, perché si tratta di un lavoro di squadra. Senza il contributo di tutti non si raggiunge il traguardo, senza un adeguato contorno si può essere il genio che si vuole, certi obiettivi non si centrano. Per quei riconoscimenti bisogna essere molto uniti. Ovviamente per noi, tutti ragazzi giovani, sarebbe molto bello. Detto questo, però, la prima motivazione che mi spinge a lavorare è vedere i clienti contenti, che possibilmente tornino più volte.
L'interno del Vibe
Da qualche mese sei qui al Vibe, a che punto giudichi questa esperienza?
Il rodaggio è finito. Mi ha fatto piacere che L’Espresso ci abbia assegnato un Cappello, è un buon punto di inizio, non certo di arrivo. Si tratta di un’esperienza che, almeno all’inizio, è stata un po’ pesantina. Abbiamo puntato tutto sui giovani e ora ci stiamo trovando bene, ma è stato un po’ complicato perché lavorando con i giovani all’inizio devi istruirli e saperli istruire, ma allo stesso tempo ti danno più soddisfazione. È stato un bel rodaggio, è stato lungo ma ora la squadra Vibe è ufficialmente partita. E ringrazio tutti quelli che oggi lavorano con me, chi da più tempo, chi da meno. Con il mio assistente Francesco, che mi ha seguito da Roma, lavoriamo fianco a fianco da anni ormai, ci completiamo a vicenda e ormai in cucina nemmeno abbiamo più bisogno di parlare per capirci.
Valerio Braschi, il bilancio dopo i primi mesi di Vibe
La tua è una cucina molto internazionale, utilizzi prodotti da tutto il mondo per creare i piatti. Oggi nel fine dining si parla molto di territorialità...
Io punto sulla territorialità, ma non solo. Punto su ciò che mi piace, su ciò che voglio mettere sul piatto. Per il resto prendo gli ingredienti migliori a disposizione. Se l’ingrediente di migliore qualità arriva dall’Asia, perché non dovrei prenderlo da lì. Io porto ingredienti anche per farli conoscere alle persone. Attingo al meglio dell’Italia e allo stesso tempo il meglio di tutto il mondo. Se l’arancio migliore è quello della Sicilia io prendo quel tipo di prodotto, i vegetali mi arrivano da Verona e sono pazzeschi. Il moro oceanico, uno dei pesci che adoro, arriva dall’Australia, e così via. Alcuni prodotti sono a km zero, ma io mi rifornisco del meglio che il mondo mi dà.
Moro oceanico e rubia gallega
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I tortelli ripieni di lasagna - foto da Facebook
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Ramen di polpo, miso e aneto
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Valerio Braschi ai fornelli
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Quali piatti consiglieresti a chi ti viene a trovare per la prima volta?
Il cappelletto con la lasagna all’interno, un omaggio alle mie nonne, lì c’è dentro tutto il mio cuore e la mia Romagna. La ricciola con la foglia d’ostrica e wasabi, il moro oceanico con la rubia gallega e l’Errore Perfetto, il nostro pre dessert che è un piatto che porto con me da 5 anni ed è molto particolare, molto estremo, c’è chi lo ama e chi lo odia.