Giacomo D’Ambruoso è parte dell’Associazione italiana sommelier da 27 anni. Ha visto crescere anche da protagonista, come vicepresidente, la delegazione regionale pugliese. Prima delle elezioni che lo hanno portato al vertice ha dichiarato: «La mia candidatura è maturata su indicazione di tutti i delegati territoriali della nostra associazione per dare continuità al grande progetto di crescita sinora portato avanti dall’Ais Puglia sotto la guida di Vito Sante Cecere. Con lui ho condiviso e guidato il grande programma di eventi enogastronomici di livello regionale che sono cresciuti negli ultimi anni, tanto da posizionare l’Ais Puglia tra i big player della crescita turistica ed enogastronomica della nostra regione».
Giacomo D'Ambruoso
Presidente, come si articola il suo programma?
È un po’ il prosieguo della vecchia attività del precedente presidente Cecero, un grande presidente, in carica per circa 20 anni ottenendo degli ottimi risultati. Ho lavorato per tanti anni dietro le quinte con lui. Abbiamo fatto crescere il numero dei soci: eravamo forse 2-300 quando siamo partiti e oggi ne contiamo circa 3.000. C’è in progetto una serie di eventi per portare le nostre competenze non solo fuori della Puglia, ma a livello internazionale, anche extraeuropeo. Stiamo puntando poi sulla didattica migliorando i corsi e creandone nuovi, per esempio sull’olio, e facendo approfondimenti su birra, distillati e altri prodotti del mondo enogastronomico.
Quali caratteristiche mancano alla figura del sommelier?
Non ci sono delle caratteristiche effettive che mancano. Ognuno di noi ha delle peculiartità. Quello che chiediamo è promuovere al meglio il vino, perché dietro ogni bottiglia c’è tanto lavoro dei produttori e soprattutto c’è la storia, non solo del vino, ma del territorio.
La Puglia dell’accoglienza è sempre più di tendenza: come gestire questo successo?
In questi anni è cresciuto tanto il turismo, al di là di quello balneare presente ogni estate. Si sta imponendo un turismo destagionalizzato all’insegna dell’enogastronomia. Stiamo formando i sommelier del futuro, iscritti ai nostri corsi, anche in un’ottica di accoglienza turistica e soprattutto nella promozione dei nostri prodotti e del territorio.
Formazione, giovani e crisi dell’occupazione anche in sala.
Nel passato eravamo abituati più che a un sommelier in sala a un cameriere che gestiva il vino. Stiamo cercando di valorizzare sempre più l’abbinamento cibo vino e per questo ci vuole un operatore specializzato. Certo, il problema giovani esiste, perché questo è un settore che richiede presenza quando “gli altri” si divertono. Si può pensare un’impostazione diversa dei turni, ma l’importante e suscitare nel sommelier la passione per il proprio lavoro.
La Puglia enologica, un mondo in divenire. Sta crescendo tanto puntando sui vitigni autoctoni, dal Primitivo al Nero di Troia, dal Negramaro al Susumaniello. Vitigni che stanno trainando tutti i vini di Puglia e il territorio. Staremo sempre più vicini alle aziende vinicole per promuovere ogni bottiglia.