Alberto Levi da 15 anni è parte integrante dell’Ais Valle d’Aosta. Si è imposto nel concorso regionale nel 2011 e la formazione continua è un suo punto di riferimento. Oggi è il nuovo presidente dell’Associazione italiana sommelier Valle d’Aosta e l suo impegno non si ferma. Guarda sempre avanti.
Alberto Levi
Ais Valle d'Aosta: «La figura del sommelier si è evoluta. Bisogna essere professionisti di sala e comunicatori»
La figura del sommelier secondo Alberto Levi.
Il sommelier oggi non è più solo il professionista di sala. E già in quest’ambito la professione si è molto evoluta ed è molto più complicata e aperta di vent’anni fa. È anche un comunicatore attraverso i suoi valori, la cultura, la conoscenza. Il sommelier si è fatto parte attiva declinando tante nuove dinamiche nell’ambito della promozione del vino; non è più vincolato in esclusiva al ristorante.
I suoi obiettivi?
Costruire un gruppo solido e numeroso di professionisti e favorire in Valle d’Aosta l’adesione all’associazione, di avere più corsi in contemporanea e organizzare momenti di approfondimento. Svolgere, insomma, un’incisiva attività di focus per tutti, giovani in testa.
La formazione è fondamentale: come attrarre i giovani?
L’ideale sarebbe incuriosirli già dalle scuole. Abbiamo un progetto che stiamo incominciando a mettere in pratica, sia a livello nazionale sia regionale, di collaborazione con gli istituti alberghieri. Cerchiamo di incuriosire gli operatori Horeca e di coinvolgerli nel nostro mondo con l’obiettivo di portarli all’iscrizione all’Ais Valle d’Aosta.
Come promuovere il vino valdostano?
Il nostro vino si promuove attraverso fiere ed eventi. A breve si svolgerà Vino in Vigna, manifestazione organizzata dal Consorzio vini Valle d’Aosta, dove offriamo ai nostri soci l’ingresso a prezzo agevolato. Questo è un modo pratico e funzionale per comunicare il vino valdostano. In alternativa, la partecipazione a fiere e congressi. Al Vinitaly il nostro banco d’assaggio è un punto di incontro e di promozione molto attivo.
La viticoltura eroica e il turismo. Una sinergia virtuosa?
Certo. La Valle d’Aosta è sede del Cervim, il centro internazionale di ricerca della viticoltura di montagna. Una viticoltura che opera su pendenze pari o superiori al 30%, a un’altitudine minima di 500 metri. La viticoltura eroica è un’importante cassa di risonanza e i vini valdostani sono sempre più apprezzati non solo dai turisti, ma anche dai locali. In questo momento storico c’è tanta voglia di questa tipologia di vini. Il gusto internazionale si è orientato verso questa nicchia di mercato.