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Ais Calabria: “Il futuro del vino della Regione in mano ai giovani”

Per Antonio Fusco, 72 anni, sommelier da 32, eletto presidente con oltre 500 voti: «La Calabria non ha niente di meno delle altre regioni, il problema è che non tutti la conoscono per le sue potenzialità»

 
12 luglio 2022 | 14:33

Ais Calabria: “Il futuro del vino della Regione in mano ai giovani”

Per Antonio Fusco, 72 anni, sommelier da 32, eletto presidente con oltre 500 voti: «La Calabria non ha niente di meno delle altre regioni, il problema è che non tutti la conoscono per le sue potenzialità»

12 luglio 2022 | 14:33
 

Antonio Fusco presidente regionale Ais-Associazione italiana sommelier lo è già stato anni fa, ma nella "sua" Campania. È, infatti, originario di Caserta, anche se ormai da circa vent’anni per motivi familiari vive in Calabria, a Cosenza. Ed è qui che è stato indicato dal Consiglio regionale dell’Associazione italiana sommelier per essere eletto presidente di Ais Calabria, con oltre 500 e passa voti. Tutte espressioni di stima, s’intende. Lo deduciamo dalla fiducia che trapela al telefono, durante l’intervista, dalle sue dichiarazioni, pacate e che rivelano un uomo saggio, uno di quelli che sanno come condurre una barca verso il porto.

Antonio Fusco

Antonio Fusco


L’obbiettivo di continuare sul lavoro fatto

«Non mi volevo candidare – racconta, infatti, Fusco a Italia a Tavola – ma il Consiglio regionale mi ha indicato come nome adatto alla guida della regione e così eccoci qua. Soprattutto, voglio sottolineare il grandissimo lavoro che è stato fatto prima di me, con soci e iscrizioni raddoppiati e con una regione che ha cercato, riuscendoci, di portarsi al livello di altre regioni italiane dal punto di vista associativo ed enologico. Ecco, questo patrimonio costruito finora non andava perso e così hanno ritenuto che io avessi l’esperienza giusta per non disperderlo. Proprio dalla Calabria, grazie all’apprezzato orafo Gerardo Sacco, prese il volo per un tour in tutta Italia il taste-de-vin gigante, simbolo dei 50 anni Ais. Un segno tangibile, probabilmente, di una terra che già voleva farsi conoscere e scrollarsi di dosso un po’ troppi luoghi comuni».


Una regione vinicola in costante e continua crescita

«Un racconto – precisa Antonio Fusco – che la Calabria ha iniziato a fare di sé da almeno una ventina d’anni. Era ed è veramente triste vedere una terra così essere identificata solo e soltanto come Cirò, seppure sia uno dei suoi vini simbolo, certamente. Oggi possiamo testimoniare che c’è un gruppo di giovani molto bravi e di cantine che lavorano molto bene. Anche Ais, permettetemi di aggiungere, ha fatto crescere la domanda dei vini e delle produzioni calabresi».


Un merito che gli riconosciamo, sicuramente, anche perché a stretto giro il presidente di Ais Calabria ci ricorda che «i nostri corsi li hanno frequentati anche e soprattutto i produttori. Anni fa, quando già conoscevo molto bene il contesto nazionale ed ero in Giunta, fui incaricato di costituire l’Ais in questa regione e al nostro primo corso, quando eleggemmo il primo presidente, c’erano davvero molti produttori, che si sono messi in discussione. La Calabria non ha niente di meno delle altre regioni, il problema è che non tutti la conoscono per le sue potenzialità».

 


Il Concours Mondial de Bruxelles svoltosi proprio in Calabria quest’anno ha aiutato il settore?
Sicuramente si tratta di un appuntamento molto importante e prestigioso, con tanti degustatori. Ma dubito che ai fini della conoscenza dei prodotti locali sia servito più di tanto. Una delle location è stata la Calabria, regione molto bella e particolare. Ma qui, ad esempio, le istituzioni vanno un po’ da sé. Sì, abbiamo realizzato qualche servizio di sommellerie, ma nella maggior parte dei casi sono intervenute le scuole alberghiere».


Fusco ha 72 anni ed è sommelier da 32. Un’esperienza maturata col tempo e con la pazienza di chi ama questo mondo e ne conosce i segreti. È stato anche imprenditore della ristorazione, con locali e wine bar aperti tra Caserta e Cosenza, dove ha fatto appunto anche il sommelier.


Presidente, qual è l’attuale situazione in merito alla figura professionale del sommelier nella regione e come si dividono gli associati?
Un buon 40% di iscritti sono addetti alla ristorazione, il resto appassionati. È comunque in crescita il numero dei giovani che si avvicinano a questo mondo. Hanno capito che solo l’enogastronomia dà reali possibilità di lavoro, in particolare in questo periodo storico. Non è vero che i giovani non vogliono lavorare. Però, dobbiamo ammettere che fare ristorazione è molto faticoso, con ritmi molto importanti e non sempre si ha la sicurezza di un rinnovo di contratto. Le polemiche sul Reddito di cittadinanza, poi, hanno fatto il resto. Ma vi posso assicurare che riceviamo moltissime richieste di sommelier, ma c’è mancanza di personale.


Lavorerete fianco a fianco con Consorzi e Strade del vino?
A poco a poco stanno venendo fuori anche loro. Abbiamo già un buon rapporto e delle collaborazioni con il Consorzio Terre di Cosenza e con il Consorzio del Cirò. Nel mio programma c’è già un punto importante per traghettare la Calabria fuori dalla Calabria e, per fare questo, c’è bisogno dei Consorzi.


Parla come un saggio. Ma si sente più campano o calabrese?
Mia moglie è calabrese e lo sono, ormai, un po’ anch’io. In quanto a saggezza, guardi che il mio Consiglio è fatto di giovani e io macino ancora oltre 100mila chilometri in macchina all’anno….


Presidente, la saggezza non è sinonimo di vecchiaia… O almeno, non sempre! (Fusco sorride al telefono, ndr). Vi preparate domani all’elezione del nuovo presidente nazionale?
Già sono a Milano per eleggere presidente e vicepresidente. C’è fermento, naturalmente, perché cambierà il nome, dopo i mandati di Antonello Maietta. Devo dire la verità, la Calabria è rimasta un po’ indipendente dai giochi di potere ed io interpreterò il suo pensiero, cioè: che vinca il migliore! Alla presidenza Ais, alla fine, la spuntano sempre quelli che riescono a dare un grande impulso e un apporto concreto. L’Associazione italiana sommelier è un gruppo, non è solo un presidente. E lo è da oltre 50 anni. Non lo dimentichiamo!

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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