È un piccolo esercito di 2mila persone: sono le guardie ecologiche volontarie (Gev). Cittadini che svolgono, senza compenso, un'attività fondamentale a tutela del territorio lombardo. La loro non è una funzione repressiva, ma di vigilanza, prevenzione, segnalazione e informazione.

Sono circa 2mila in Lombardia
Il Consiglio Regionale lombardo (cosa che accade raramente) ha approvato all'unanimità una nuova legge che disciplina la loro attività, ferma alle direttive del 2005. «Si tratta - è stato detto in aula - di un forte segnale culturale in questo momento di particolare difficoltà per la Lombardia, teso al rilancio dei territori. I volontari non sono intesi come "poliziotti", ma custodi dell'ambiente e della sostenibilità, in un rapporto di collaborazione e sensibilizzazione con i cittadini».
Fra le novità è stato introdotto il requisito dell'età massima di 70 anni per l'accesso ai corsi di formazione (fino a 85 anni si può essere riconosciuti comunque come Gev onorarie) ed è stata istituita la giornata dedicata alle guardie ecologiche volontarie. Essenziale infine, il concetto di tutela delle biodiversità, poiché oggi questa consapevolezza è ritenuta di primario interesse dalle normative europee, nazionali e regionali.