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, così come i due lustri di evoluzione che hanno caratterizzato il mondo della cucina e il capoluogo lombardo.

Taglio del nastro per questa festa della gastronomia con il presidente della manifestazione
Federico Gordini e Viviana Varese, anima del ristorante Alice-Eataly Smeraldo di Milano. Da annotare che il locale chiuderà per un restyling di interior design a metà agosto e riaprirà i primi di settembre con un nuovo nome: Viva, acronimo di
Viviana Varese.
Francesca Romana Barberini, Viviana Varese e Federico Gordini
La cuoca una stella Michelin ha aperto le danze nella Stage Kitchen Scavolini di piazza Duomo, una delle 4 le cucine allestite in città dedicata agli eventi più spettacolari della settimana.
«Milano – ha sottolineato – è una metropoli che sa accogliere e che ha fatto delle diversità uno dei suoi punti di forza. Per questo nel ristorante mi piace essere circondata da tutte le diversità possibili: maschi, femmine, nazionalità, religioni».
Viviana Varese
Dal palco-cucina ha proposto “Il pane che sposò la minestra”, ricetta che parte dalle sue radici campane per essere rielaborata a Milano, città, appunto, dell’accoglienza. «Si tratta della minestra maritata, una sorta di cassoeula primaverile, che viene unita al pancotto. Il brodo in questo caso è a base di quattro carni diverse: fassona piemontese, maiale nero romagnolo, pollo e pancetta affumicata».
La Milano Food Week è entrata nel vivo con una ricetta all'insegna delle diversità.
Per informazioni:
www.milanofoodweek.com