Formazione e informazione sono ormai i termini chiave, le parole che finalmente si
stanno imponendo nel mondo dell’accoglienza. In ogni suo segmento e lungo tutta la sua
articolata ed eterogenea filiera.
Dalle aziende di produzione all’utilizzatore finale: il consumatore, perno e volano di questo universo. Non è sufficiente investire ingegno, risorse ed energie in ricerca e sviluppo per servire al mercato un prodotto a cui poi, per ignoranza o superficialità, vengono messi i bastoni tra le ruote, impedendogli, di fatto, di giocare tutte le sue carte, di esprimere al meglio i suoi valori.
Un esempio banale, ma che può rendere l’idea. Se un barista non effettua la periodica, semplice manutenzione della macchina del caffè, può utilizzare la migliore miscela del mondo, ma il risultato sarà un espresso indecoroso. Il che significa un danno economico e di immagine a cascata. A partire dal torrefattore, che vede svilito il suo prodotto, per arrivare al consumatore che, cambiando bar, registra un’esperienza negativa che coinvolge tutti: la miscela, le attrezzature e il pubblico esercizio nel suo complesso. Una bomba a frammentazione che con un minimo di formazione a monte non sarebbe mai stata innescata. E questo vale per ogni prodotto e servizio che gravita nell’universo Horeca.
L’
accoglienza è un meccanismo complesso e delicato che ha bisogno di essere alimentato e lubrificato con costanza e metodo. L’obiettivo è far girare il motore in modo armonico, sfruttando tutte le sue potenzialità. Questo il compito della formazione, che altro non è che un’educazione consapevole all’utilizzo di attrezzature e materie prime per un verso, al rapportarsi con l’ospite per un altro. Le associazioni professionali e il mondo della produzione sono da tempo in prima fila su questo fronte per “fare cultura” a ogni livello con un’irrigazione a goccia trasversale e in profondità.
Ma anche il
Premio Italia a Tavola vuole essere un riconoscimento alla professionalità di chi si rivela un quotidiano testimonial di formazione nei singoli settori di competenza, un modello da seguire. Al
sondaggio 2018 “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e dell’accoglienza” hanno partecipato
313mila votanti. Un plebiscito. Il moto virtuoso è in atto.