Tante le parole spese da Carlo Sangalli, presidente Confcommercio, in un'affollata assemblea annuale, sugli argomenti più scottanti del presente italiano. Il timore per un aumento dell'iva che arrecherebbe gravi complicazioni all'economia italiana e in particolare ai consumi; l'insoddisfazione per la parzialità della soluzione raggiunta intorno ai voucher; e ancora i problemi mai risolti di eccessi di burocrazia, deficit strutturali e una sharing economy spesso non regolata.

Carlo Sangalli
Tuttavia il presidente di Confcommercio vede anche l'altra faccia della medaglia, e muove apprezzamenti per diverse azioni del governo: le nuove misure a sostegno dell'alternanza scuola lavoro e delle assunzioni al Sud; la riforma degli studi di settore «che semplifica la vita delle imprese»; l'approvazione del Piano strategico del Turismo. Tutto questo può portare a un clima di calma e fiducia, specie visto il «risveglio occupazionale» e gli «indizi di vitalità che arrivano dall'economia».
Si parla di calma, ma con probabili elezioni politiche alle porte, tutto diventa più confuso. È intervenuto all'assemblea Confcommercio anche ministro dello Sviluppo economico,
Carlo Calenda: «Il Paese ha bisogno di progetti lunghi, di un po' di calma. Altrimenti tutto diventa marketing politico».
Carlo Calenda
Poi affronta gli altri punti toccati prima da Carlo Sangalli: «L'Iva non verrà aumentata», dice, aggiungendo di averne avuto rassicurazioni in mattinata dal premier e dal ministro dell'Economia. Sui voucher «
la questione non è chiusa. Quello che abbiamo cominciato a fare è solo un primo passo». E promette anche di «dare una mano» per l'abolizione dell'Imu sugli immobili strumentali.
Tanti gli applausi quando il ministro parla della scottante questione
dei tassisti e di Uber: «Se ci sono dei Ncc che fanno i tassisti devono fare i tassisti. Non sono d'accordo che qualcuno si alzi la mattina, si metta un capellino per fare un altro lavoro che è un lavoro regolato. Altrimenti distorce un servizio».
E quando si schiera accanto agli ambulanti minacciati dalla direttiva Bolkestein. Gelo invece quando il ministro inizia a parlare delle
concessioni balneari: costano troppo poco, in tutto l'Italia ricava solo 100 milioni di euro l'anno. «Non è giusto che “l'ultima spiaggia” di Capalbio paghi solo 4.500 euro l'anno. Mentre un solo lettino per l'intera stagione ne costa 3mila. Dobbiamo trovare una soluzione perché non si può continuare con posizioni di rendita».