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In cucina vince la tradizione Ma lo stile del cuoco fa la differenza

Una ricetta della tradizione può essere interpretata in modi diversi in base allo stile del cuoco, da qui nasce il confronto tra professionisti della cucina. Anche il “Costoletta day” è stata un’occasione di scambio. Rocco Pozzulo (presidente Fic): «Reinterpretare una ricetta non significa stravolgerla»

 
20 gennaio 2016 | 15:00

In cucina vince la tradizione Ma lo stile del cuoco fa la differenza

Una ricetta della tradizione può essere interpretata in modi diversi in base allo stile del cuoco, da qui nasce il confronto tra professionisti della cucina. Anche il “Costoletta day” è stata un’occasione di scambio. Rocco Pozzulo (presidente Fic): «Reinterpretare una ricetta non significa stravolgerla»

20 gennaio 2016 | 15:00
 

La Costoletta alla Milanese è un piatto che non ha solo una sua tradizione, ma anche una sua storia, non ha solo una ricetta da seguire, ma ingredienti precisi da rispettare. Il piatto che è stato celebrato da alcuni dei più grandi talenti della cucina italiana in occasione della 9ª edizione della “Giornata mondiale delle Cucine italiane” - evento organizzato da Itchefs-Gvci (Gruppo virtuale cuochi italiani), di cui Italia a Tavola è stato media partner - ha un suo carattere, che anche all’estero gli riconoscono; per questo è uno tra i piatti preferiti dai turisti che visitano l’Italia.

«Tutti i grandi cuochi che hanno partecipato al “Costoletta day” - dichiara Matteo Scibilia (nella seconda foto in basso), patron della Buona Condotta a Ornago (Mb) - hanno rispettato la filosofia di fondo della giornata, ovvero preservare e riproporre la tradizione di uno tra i piatti cardine della nostra cucina. Qualcuno è sempre più creativo di altri, ma i risultati sono comunque eccellenti».



«La nostra Costoletta alla Milanese spesso viene paragonata a quella degli austriaci, ma è bene sapere che c’è una notevole differenza: quella austriaca è una costoletta di maiale, quella italiana invece è di vitello. Questo è un punto fondamentale nella preparazione del piatto; molti ristoratori e cuochi spesso accantonano la tradizione e scelgono di cucinare la Costoletta seguendo la nostra ricetta, ma utilizzando un nodino di maiale solo perché è più economico. La vera Costoletta alla Milanese è un piatto piuttosto costoso».

Matteo Scibilia

Parliamo di un piatto che merita una certa importanza e la giusta visibilità. Un piatto che ha fatto la storia della cucina del Belpaese, popolare perché fa parte della tradizione, che identifica un territorio e che deve continuare a farlo, soprattutto di fronte al continuo aumento, soprattutto a Milano, di ristoranti etnici, che rischiano di mettere in ombra la nostra storia a tavola.

Insomma una ricetta storica che però può essere interpretata in modi diversi in base allo stile di un cuoco. Il “Costoletta day” per esempio è stata un’occasione di scambio in questo senso, e molti chef si sono confrontati e hanno dato vita a piatti inediti, farciti dalla giusta dose di creatività, sempre rispettosa della tradizione.

«Iniziative di questo genere - sostiene Rocco Pozzulo (nella foto in basso), presidente della Federazione italiana cuochi - aiutano ad unirci e ci spingono al confronto, un elemento imprescindibile per chi fa nostro mestiere. Purtroppo siamo sempre impegnati nelle nostre cucina, ma è bello uscirne per occasioni simili, che rappresentano un’occasione di dibatto sia tra noi chef sia con i produttori. Consiste nella capacità di aprire la propria mente verso stili culinari diversi, verso l’intero panorama della cucina».

Rocco Pozzulo

«I piatti che proponiamo ai nostri clienti, sia in Italia sia all’estero - conclude Pozzulo - anche se semplici in apparenza, devono saper garantire quella qualità di cui andiamo fieri. Reinterpretare una ricetta non significa stravolgerla, perché è fondamentale mantenere vivi la sua storia, la tradizione e il territorio; tutte componenti che devono apparire chiare anche al cliente».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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