Uno dei vini più rappresentativi del territorio oltrepadano, il Buttafuoco Storico, quel vino che, secondo la leggenda del poeta milanese Carlo Porta, “gorgoglia come un fuoco” in bocca, torna prepotentemente nel capoluogo meneghino per festeggiare un importante anniversario. I 24 anni del Consorzio Club del Buttafuoco Storico. Martedì 11 febbraio, a Serendipico (ore 19-22) in una location speciale che affaccia su Piazza Castello, nel centro di Milano, un banco d’assaggio aperto al pubblico, per scoprire insieme ai suoi produttori i segreti e le particolarità del Buttafuoco Storico, un vitigno unico e vincente, ambasciatore della storia dell’Oltrepò Pavese.
Bottiglie di Buttafuoco Storico
Saranno disponibili in assaggio i vini nati dalle vigne di Buttafuoco Storico di annate dal 2012 al 2015: Poggio Ca’ Cagnoni, Franch, Garlenzo, Pitturina, Pregana, Sacca del Prete, Casa Barnaba, Montarzolo, Catelotta, Costera, Casa del Corno e Bricco in Versira. Si tratta di un rosso dal grande corpo e struttura, affinato per almeno 12 mesi in botti di rovere e messo in commercio dopo minimo tre anni dalla vendemmia. Caldo nel gusto e nei profumi, da vigne storiche, rare e vocate a questo unico vino. Un vino prestigioso, capace di invecchiare per anni, che conquista i mercati europei e internazionali con le sue 70mila bottiglie l’anno facendosi così portatore dei più alti valori dell'Oltrepò Pavese.
Marco Maggi, il presidente del Club del Buttafuoco Storico, spiega: «L’11 febbraio un pezzo dell’Oltrepò Pavese e della sua storia più antica sarà a Milano, l’attuale capitale dell’economia e dell’enogastronomia, un palco importante per noi che siamo pochi ma produciamo altissima qualità, controlliamo personalmente la nostra filiera e lavoriamo in vigna ogni giorno». Nell’ultimo anno sono arrivati anche importanti riconoscimenti dalla critica. Così Maggi: «A dimostrare l’impegno i numerosi premi e riconoscimenti conferiti negli ultimi tempi al nostro Buttafuoco Storico, un vero e proprio simbolo per l’Oltrepò Pavese. Questa è per noi produttori l’occasione di raccontare il nostro territorio, le nostre vigne e il lavoro di questi anni con il Club del Buttafuoco Storico al pubblico di Milano, gli appassionati, la stampa e tutti gli amanti del buon vino».
Marco Maggi
La storia di questo vino è magica. Il Buttafuoco Storico è parte della denominazione Buttafuoco Doc, riconosciuta indipendente dal ministero nel 2010. «Il Buttafuoco Storico è un marchio privato e registrato - spiega Armando Colombi, direttore del Club - regolamentato da un rigido disciplinare soggetto a controlli interni su tutta la filiera: dalla vigna alla messa in bottiglia attraverso analisi tecniche e controlli a campione. Il Club del Buttafuoco Storico, nato nel 1996 da 11 vignaioli sagaci e coraggiosi, ha permesso di far conoscere il Buttafuoco al di fuori della provincia pavese e milanese, raggiungendo anche i mercati orientali e americani. Oggi sono in 15 a collaborare e fare squadra per raccontare un vino storico, grande icona dell'Oltrepò Pavese».
Oggi le 15 aziende conducono insieme un attento lavoro di ricerca, dalle caratteristiche storiche alle vigne più vocate, fanno gioco di squadra nella produzione controllata e certificata, e sono attivi con una moderna e sviluppata comunicazione e promozione del vino prodotto. Legato a questo vino ci sono parecchie leggende ed un simbolo che rappresenta l’unicità del prodotto, ovvero il veliero intriso nel vetro per distinguerne originalità e autenticità. Un disegno elegante che si trova solo nelle bottiglie del Buttafuoco storico e che permette di riconoscerle. «Il Veliero - ricorda il direttore Colombi - è anche il logo del Club, contenuto in un ovale, botte tipica dell’Oltrepò Pavese, e sostenuto dalla scritta Buttafuoco. Da qui si dipartono due nastri rossi che rappresentano il Versa e lo Scuropasso, i due torrenti tra cui tradizionalmente si produce il Buttafuoco Storico: la primissima fascia collinare dell’Oltrepò Pavese denominata “Sperone di Stradella“. Una posizione geografica che obbligava i condottieri, i pellegrini ed i mercanti ad attraversarla e che nella storia ha permesso al territorio di diventare grande sbocco commerciale del vino qui prodotto e anche di arricchirsi di nuove conoscenze sul settore».
Fra storia e leggenda Peter Schenk narra che nel 1859 una compagnia di marinai Austriaci impegnata a traghettare le truppe sul fiume Po, invece di andare in battaglia in terraferma si ferma a fare strage di botti e bottiglie di un vino locale chiamato Buttafuoco. Lo scrittore lega questa storia ad un fatto però realmente accaduto: la marina Austroungarica dopo alcuni anni varò una nave chiamandola Buttafuoco. È da questo racconto che il Club del Buttafuoco Storico decide di adottare il veliero come loro simbolo: una grande nave dalle vele infuocate. Tra leggenda e tradizione vinicola nasce comunque un prodotto unico ed inimitabile che oggi, insieme alle bollicine Pinot Nero, rappresenta l’essenza vitivinicola dell’Oltrepò ed un faro per chi vuole produrre facendo qualità in bottiglia.
Per informazioni:
www.buttafuocostorico.com