Caro Babbo Natale,
quest’anno sarà sicuramente tutto più difficile anche per te. Fra distanziamenti e restrizioni alla circolazione, ci dovrai mettere più tempo del solito a fare i tuoi giri, e per questo ti scrivo con un po’ di anticipo.
Dovendo rinunciare alle feste in famiglia a Natale, in tanti ci stiamo organizzando per fare dell’Avvento il periodo in cui diluire saluti, incontri e abbracci (virtuali) con parenti e amici. E saperti vicino in questi momenti può essere di conforto a tanti. Magari con l’occasione puoi lasciarci qualche dono… anche se in verità in tanti meriteremmo solo carbone.
Come san Nicola sei già passato sabato notte in molte case e per fortuna, nella veste di santa Claus sei anche riuscito per poche ore a evitare di farti bloccare sulle Dolomiti dalle nevicate né impreviste, né fuori stagione. Eh si, perché anche là dove si pensa che l’Italia sia più efficiente, perché un po’ più “tedesca”, dimostriamo sempre il nostro vizio di farci “sorprendere” dagli eventi.
Un po’ come nella mia Lombardia, dove il covid-19 ci ha imposto un prezzo altissimo, perché la “più organizzata” sanità del Paese ha avuto la sua Caporetto e non è riuscita a fare fronte alla pandemia, pagando il prezzo di tanti genitori o nonni morti in solitudine perché gli ospedali erano gestiti da politici incompetenti.
Ed è proprio in memoria dei tanti nostri “vecchi” sacrificati per inefficienza che ti chiedo un primo dono, un vero miracolo: tocca il cuore e il cervello dei tanti politici che fanno a gara per mostrarsi sempre più stupidi e in competizione fra loro per contendersi l’ultimo voto. Infondi loro uno spirito di autentico servizio e di unità nazionale per affrontare più coesi questa guerra contro un nemico invisibile ma potente.
So di chiederti un’impresa quasi impossibile, ma se arriveranno buoni esempi dall’alto, molti sacrifici, inevitabili, saranno più sopportabili per tutti. Dagli un aiutino…
Saremo chiusi in casa per decreto. Al di là dei colori delle regioni e dei confini comunali dobbiamo fare i conti coi quasi mille morti al giorno, che poi sono i nostri amici o i vicini della porta accanto. Non ti chiedo la magia di cancellare il virus, ma solo di zittire i politici per un po’. Soprattutto evitaci di dover ascoltare l’ennesimo monologo di Conte che, invece di trattarci da popolo adulto a cui dire le cose con responsabilità, ci racconta le favolette che per loro natura sono fantasiose e lontane dalla realtà.
E a proposito di un po’ di pace per le nostre orecchie, togli per qualche giorno la voce anche ai virologi, agli infettivologi e in genere agli scienziati che si accapigliano in televisione e ci raccontano storie diverse che alla fine creano solo dubbi e incertezze. Sostieni il senso civico e del dovere di un personaggio come la novantenne Regina Elisabetta che per dare fiducia ai suoi concittadini farà pubblicamente il vaccino. Al nostro premier, al ministro della Sanità o ai vari Governatori non è passato nemmeno per la testa di dare un buon esempio… E nemmeno ai vari sovranisti lamentosi su tutto.
Un altro regalo te lo chiedo per il mondo dei bar, dei ristoranti e degli alberghi. Per tutte le persone che forse più di altre sono state colpite, spesso senza motivo, da questa pandemia. Mancano soldi, e hanno bisogno di aiuti seri e immediati, ma soprattutto servono fiducia e ottimismo. Rasserena se puoi gli animi e fai in modo che le chiusure che li penalizzano siano davvero un sacrificio utile a tutta la comunità. E poi dai loro una spinta perché possano riprendersi col nuovo anno garantendo a tutti occasioni di benessere e serenità. Motiva gli italiani a tornare appena possibile fuori di casa e valorizzare il vasto mondo che ruota attorno al cibo e che con innovazione e volontà può diventare anche più forte di prima.
E stimola le banche a dare una mano agli esercenti evitando che cadano preda dell’usura o della criminalità. Nella stragrande maggioranza sono brave persone e se poi ci sono delle mele marce (evasori fiscali o furbetti che cercano di accaparrarsi qualche ristoro non dovuto) portagli pure del carbone. E se serve segnalali tu alle autorità.
Non posso chiederti di moltiplicare i biglietti dei treni e degli aerei per i tanti che dal nord vogliono raggiungere i parenti al sud. Stanno facendo un errore che rischieremo di pagare nei prossimi mesi. Ma la famiglia resta sacra in Italia. Come mangiare il capitone o il cappone alla Vigilia. Fai almeno in modo che non si ammassino nelle case e spingili ad organizzare più cene, se serve, ma sempre con pochi commensali. Il Natale, come dicevamo, va diluito…
E sempre a proposito di trasporti, se puoi, convinci le autorità a potenziare sul serio pullman e treni per il previsto ritorno a scuola dal 7 gennaio. In questo puoi farti magari aiutare dalla Befana. Dopo che per mesi abbiamo giocato con monopattini o banchi con le rotelle, in pochi giorni dobbiamo rivoluzionare un sistema inefficiente che, dopo il lassismo dell’estate su spiagge e discoteche, ha fatto da detonatore alla fase due della pandemia.
Più mezzi di trasporto potrebbero forse evitare una drammatica fase 3… Ci sono gli autobus delle aziende private che non lavorano e c’è tanta tecnologia per ristudiare percorsi, orari e accessi… fa in modo che siano usati. E magari metti il silenziatore anche ai sindacati che a settembre si erano opposti a queste innovazioni.
E se è vero, come dice il Censis, che l’80% degli italiani è favorevole agli attuali divieti per abbassare i contagi e cominciare meglio il 2021, porta in dono un po’ di tranquillanti all’altro 20% affinché fra insoddisfazione e negazionismo non mettano a rischio i sacrifici che stiamo facendo tutti. Anche se per un anno festeggeremo in pochi o in solitudine e rinunceremo al cenone di Capodanno, non sarà la fine del mondo. Ma questo ennesimo sacrificio deve valere per tutti e si deve vedere l’obiettivo, altrimenti diventa inaccettabile.
E premia, basta una parola o una carezza, tutti coloro che fanno il loro dovere per permetterci di andare avanti, dal personale sanitario a chi si occupa di trasporti, da chi produce a chi veglia sulla nostra sicurezza.