Il ministro in scadenza del Governo Conte ha firmato i decreti per l’
avvio anticipato di un giorno delle zone arancione nemmeno 4 ore prima della scadenza (facendo così annullare tutte le prenotazioni e le spese fatte dai ristoranti per il giorno di San Valentino) e lo stesso ministro, confermato nel Governo Draghi, ha firmato sempre con un
anticipo di sole 4 ore il
blocco delle stazioni sciistiche (annullando così tutte le
prenotazioni di skipass e alberghi). In entrambi i casi la reazione delle imprese e dei cittadini è rabbia e delusione, anche perché sempre lo stesso ministro, che è poi
Roberto Speranza, se ne è guardato bene dal dire una sola parola, preferendo mandare avanti i tecnici su cui si scaricano i fulmini dell’opinione pubblica e parlando genericamente dei soliti “ristori” con cui coprire le vergogne di una certa politica ondivaga e irresponsabile.
Un comportamento che si è ripetuto anche col suo consulente numero uno, il professor
Walter Ricciardi che ha allarmato mezza Italia parlando di un
possibile lockdown immediato. E per fortuna che era domenica, altrimenti i mercati avrebbero salutato in ben altro modo l’avvio del Governo Draghi. Ma anche in questo caso
Speranza è rimasto zitto. Così come era successo nei giorni scorsi quando aveva imposto al suo Cts di smentire in modo grossolano e patetico la decisione positiva già presa dallo stesso Comitato sulla possibilità di
riaprire parzialmente la sera i ristoranti nelle zone gialle.
Il ministro Roberto Speranza
Il guaio è che con queste
decisioni all’ultimo momento e senza motivazioni vere, Speranza ha alimentato un
risentimento che difficilmente potrà essere sanato, tanto da costituire un possibile
vulnus per il Governo Draghi. E non è un caso che sui social si sia scatenato un polverone in cui, quando va bene, il ministro è
tacciato di essere pregiudizialmente contrario alle piccole imprese o al mondo dell’accoglienza. Per parte nostra pensiamo che questo politico sia solo
inadeguato al ruolo che svolge e che proprio in questa fase stia dimostrando tutta la debolezza di chi non ha autorevolezza. Pensiamo solo al piano vaccinale che ogni regione gestisce a modo suo e il Ministero conta meno del commissario Arcuri, altro personaggio di cui in tanti richiedono la sostituzione.
E in mezzo resta il
mondo dell’accoglienza e del turismo, che è stanco di una navigazione a vista fatta di illusioni, mezzi impegni e poi bastonate. Il compito di Draghi da questo punto di vista è davvero improbo, perché oltre a garantire risultati positivi dopo le perdite di tempo del governo Conte dovrà anche
rimediare ai danni causati dai troppi tecnici che parlano senza prima confrontarsi con chi deve decidere o che, peggio, come nel caso della sanità, sono sollecitati dal ministro a intervenire su ogni cosa, per poi agevolargli il lavoro, certo non gradevole, di chi deve porre i limiti o i divieti con la scusa che lo chiedono gli esperti.
I ristoranti, gli hotel, i bar e le pizzerie aspettano di poter riprendere a lavorare in sicurezza. Piaccia o non piaccia a Speranza. E se non si potrà fare subito, qualcuno lo deve spiegare con chiarezza e responsabilità. L’importante è
finirla con gli allarmismi. Serve un
cambio di passo. C’è un mondo pronto a ripartire con coraggio e che ha la fiducia dei consumatori. Lo dimostra l’incredibile
successo del nostro sondaggio annuale sui Personaggi dell’anno che, nonostante i locali siano per lo più chiusi, ha confermato ancora una volta l’interesse e il consenso di centinaia di migliaia di italiani che sanno bene come
la ripresa del Paese ci sarà solo quando ripartiranno i simboli del nostro stile di vita.