Poniamo che questi primi approcci alla ristorazione del dopo Covid-19 stiano aggiungendo consapevolezza sulla necessità di dismettere la soggezione verso le tecnologie e commutare l’approccio verso questi strumenti in aperta confidenza, guardando ad essi con fiducia. Ciò posto in premessa, vogliamo prendere coraggio e discostarci dall’appariscente novità del momento, all’adozione della quale fortemente plaudiamo, ovvero il menu digitale. Vogliamo ora inoltrarci in tematiche un po’ meno semplici da raccontare, ma così tanto necessarie per acquisire quel posizionamento che renda vincente il “nuovo” ristoratore alle prese con il “nuovo” ristorante che è a sua volta alle prese con i “nuovi” clienti.
Internet of Things
Parliamo perciò di
Internet of Things (IoT),
Artificial Intelligence (AI) e
Blockchain. Insieme, queste tre tecnologie rappresentano un’opportunità senza precedenti per la ristorazione per acquisire vantaggio competitivo e, di conseguenza, per vivere bene e prosperare ottenendo le soddisfazioni che meritatamente ne scaturiscono. La fruizione di tutte le tre tecnologie rende possibile semplificare e migliorare radicalmente i processi esistenti, creare interamente
nuovi modelli di business mediante lo sviluppo di
prodotti e servizi innovativi destinati alla nuova generazione di clienti. Analizziamo come queste tecnologie possono apportare i loro
benefici alla gestione innovativa di quell’impresa che è il
ristorante “nuovo” post coronavirus.
Veniamo agevolati alla comprensione di IoT, AI e Blockchain se li pensiamo come processi organici interconnessi:
- IoT è come il nostro sistema nervoso: rileva e registra, avendo miliardi di dispositivi connessi in tutto il mondo, un universo di nuovi dati;
- AI è parte del nostro cervello: pensa analizzando i dati e creando decisioni precedentemente riservate a noi;
- Blockchain è come la nostra memoria, i nostri ricordi: crea un registro sicuro e indelebile delle transazioni e degli scambi di dati.
Quindi,
IoT ci fa percepire il mondo, ce lo fa intendere connesso mediante miliardi di dispositivi. E sia ben chiaro, non parliamo di dispositivi astrusi che stanno in chissà quale centro di ricerca ubicato chissà dove. Qual è il device IoT che di sicuro abbiamo e con il quale, forse, stiamo leggendo questo articolo? Il nostro
smartphone!
Quindi, se IoT è la parte sensibile della cosiddetta “tecnologia trasformazionale”, allora
AI è la parte pensante, è l’apprendimento automatico pronto a darci il massimo impatto per consentirci un processo decisionale rapido e intelligente a sostegno del nostro business. Il ristoratore nuovo che governa il ristorante nuovo può delegare compiti banali o complicati ad AI per raggiungere un livello di accuratezza ed efficienza che va ben oltre quanto potrebbe ottenere mettendo in campo solo le capacità dei suoi collaboratori.
AI è l’ottimizzazione massima del flusso seguente. Ho dati, li correlo e ne sortiscono informazioni. Ho informazioni, le interpreto e ne sortisce conoscenza. Ho conoscenza, rifletto grazie ad essa e ne sortiscono decisioni. E siccome decidere è sia un diritto che un dovere dell’imprenditore, si capisce che saper prendere le decisioni corrette e giuste è requisito necessario, sebbene non sufficiente, per conseguire successo aziendale.
Blockchain
Blockchain è un database globale distribuito, costantemente in esecuzione su milioni di dispositivi e aperto a chiunque sia abilitato a fruirne. In Blockchain ci sono non solo informazioni, ma qualsiasi cosa di valore: denaro, titoli, contratti, identità, sono archiviati e gestiti in modo sicuro e con il dovuto rispetto della privacy. Blockchain, diciamolo anche così, si prende l’impegno di fungere da memoria di qualsiasi transazione avvenga.
Proviamo a fare una prima sintesi:
con IoT percepisco, con AI penso, con Blockchain ricordo.
Attenzione: percepire nel senso di avvertire sensazioni; pensare e ricordare sono abilità insite nel genere umano. IoT, AI e Blockchain ci abilitano a fare tutto ciò molto meglio.
Abbiamo presente gli assistenti virtuali come Siri, Alexa e Cortana? Ecco, questi assistenti costituiscono una prima applicazione di massa di AI. Sono assistenti portentosi! Gli facciamo una domanda e ci rispondono. Gli chiediamo di ordinare un prodotto ed essi ordinano il prodotto che gli abbiamo chiesto. Gli diciamo di fare una telefonata e loro fanno la telefonata per nostro conto. Sì, portentosi! Ma è poca cosa. È poca cosa se solo pensiamo a quanto di più e meglio questi assistenti farebbero se oltre ad essere frutto di AI fossero anche frutto di una correlazione tra AI e IoT.
Il nostro assistente virtuale nel nostro ristorante noterebbe che siamo a corto di un prodotto particolare e suggerirebbe di effettuare un ordine per nostro conto. E ci suggerirebbe anche, nel caso specifico, presso quale fornitore effettuare questa volta l’ordine, avendo valutato la presenza o meno di contingenti condizioni di miglior favore.
I dati IoT dalla cantina del nostro ristorante valutano che alcuni vini stanno in sotto scorta e si tratta di decidere se riordinarli o meno, in funzione di molteplici fattori che abbiamo noi inizialmente stabilito e che poi AI ha successivamente perfezionato. Blockchain assicurerà che la transazione sia elaborata in modo sicuro e che pagheremo l’importo esatto al tempo contrattualmente convenuto.
Tecnologia nella "nuova ristorazione"
L’abilità intuitiva di IoT, il potere cognitivo e l’apprendimento automatico di AI, insieme con l’infallibile memoria della Blockchain, costituiscono il concreto potenziale per rompere gli obsoleti modelli di business anteriori al Covid-19 e costruire i nuovi modelli di business della nuova ristorazione.