La più famosa vigna urbana d’Europa è quella di Montmartre a Parigi, ma sono diverse le città del Vecchio Continente che possono vantarsi di averne una. C’è, per esempio, Milano con la Vigna di Leonardo, ma anche Torino, con la Vigna della Regina. Ci sono Lione, con il Clos del Canuts, e Avignone, con il Clos del Palazzo dei Papi.
La più grande di tutte si trova, però, in Lombardia e precisamente a Brescia, sul lato nord dei bastioni del Castello. Nella Leonessa d’Italia sorge infatti il Vigneto Pusterla, quasi quattro ettari. Dal 2020 è della Cantina Monte Rossa, ma la sua storia è lunga quasi mille anni.
Il Vigneto Pusterla
Vigneto Pusterla, una storia nata nel 1037
15 luglio 1037. Questa è la data in cui compare per la prima volta la testimonianza della presenza di un vigneto posto alle pendici del Castello di Brescia, all’interno del Diploma dell’Imperatore Corrado II a Odorico, vescovo della città. Nelle descrizioni che compaiono qua e là nei secoli successivi, si parla spesso della vegetazione tra il monte Denno e il colle Cidneo. Il quadro che emerge racconta della presenza di filari a viti basse soprattutto sui versanti orientali e meridionali.
I quasi quattro ettari del Vigneto Pusterla visti dall'alto
Il Pusterla della famiglia Capretti
A partire dal 1800 diventa più facile ricostruire lo sviluppo e i cambiamenti del vigneto urbano bresciano. La sua gestione passa dai fratelli Ricciardi alla famiglia Capretti, che deposita il marchio Pusterla e ottiene, con i suoi vini, diversi riconoscimenti, ma non la Doc, il sogno di Mario, costretto per motivi di salute negli anni ’70 a chiudere la cantina. Negli anni seguenti la sua morte vengono via via venduti i terreni e le cascine del ronco Capretti, nel frattempo ancora coltivati a vigneto dai mezzadri lì residenti, e l’immobile ex-cantina. Diversa sorte subisce il vigneto detto “Fondo Montagnelle” alle pendici del Cidneo. Coltivato a mezzadria dai tre fratelli Castrezzati, che, rilevando anche le uve della proprietà, vinificano il loro vino fino alla fine del 1990, il fondo è successivamente preso in gestione dall’ITAS Pastori che lo terrà fino a S.Martino del 1995. È in questo periodo che, col consenso degli eredi Capretti all’uso del nome e dello stemma di famiglia, torna il vino “Pusterla”. È anche la prima volta che viene tentata la produzione del Passito d’Invernenga.
Quando la scuola agraria rinuncia a proseguire nella coltivazione del vigneto, una nuova “Azienda agricola Pusterla” (Pierluigi Villa, agronomo e Piero Bonomi, enologo) ne prende il posto agli inizi del 1996 e cambia impropriamente il nome del vigneto in “Ronco Capretti”. Nascono i vini Pusterla bianco IGT Ronchi di Brescia e Pusterla rosso IGT Ronchi di Brescia. Così si arriva ai giorni nostri: dal 2011 e fino al 2020 la Vigna è stata di nuovo gestita dalla famiglia Capretti, nello specifico da Maria Capretti, che ha poi passato il testimone a Emanuele Rabotti e alla sua Monte Rossa.
Un luogo perfetto per l’Invernenga
L’Invernenga è un vitigno autoctono bresciano a bacca bianca. Deve il suo nome all’usanza bresciana di farla appassire dopo la raccolta per mangiarla durante le feste e nel periodo invernale. Ha origini sconosciute ed è particolarmente raro, ma trova nel Vigneto Pusterla il suo luogo ideale. Lì, sulle pendici del Castello, ci sono tutte le condizioni per farlo crescere al meglio: un terreno calcareo stratificato, con marne e noduli di selce, una pendenza che assicura il drenaggio, l’aria pulita portata dalle correnti del Monte Guglielmo e la perfetta esposizione solare. In questo contesto nasce, oggi, il “Bastione Pusterla”, da vigneti che hanno tra gli ottanta e i cento anni. Un bianco 100% Invernenga, con note fresche e saline e con una chiusura profonda e ammandorlata.
Bastione Pusterla
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Vigneto Pusterla
Via Filippo Turati 45 - 25123 Brescia
Tel 030725066