Foliage, castagne... ma anche tartufo. Ormai il fungo ipogeo è diventato a tutti gli effetti uno dei simboli dell’autunno. Purtroppo i costi del “bianco” non lo rendono facilmente accessibile, soprattutto quest’anno, ma per gustarlo su un piatto di tagliolini, invece che su un uovo al burro, sempre più persone organizzano appositamente un viaggio. E non solo fra gli italiani.
Il periodo delle fiere, che da tempo si svolgono in varie località della Penisola, è ormai finito ed ora ci si muove giusto per andare in un ristorante. Le Langhe sono da sempre una delle località che hanno saputo gestire al meglio questa tendenza. L’immagine di Alba e del suo territorio rifulge non a caso in questo periodo, quasi che i posti più gettonati per gustare piatti col tartufo siano proprio fra le colline con le vigne ormai color ruggine, o più in alto fra le piantagioni di nocciole.
Tartufo bianco d'Alba, sintesi perfetta di cultura, territorio e gastronomia
Senza togliere nulla alle tante altre zone d’Italia, l’area storicamente più ricca di mete enogastronomiche del Piemonte rappresenta in modo iconico l’idea del mondo del tartufo italiano. Ad alcuni dei più noti locali di questa zona abbiamo perciò dedicato il numero di Check-In di novembre. Cucina, vini e accoglienza di prim’ordine sono motivi più che validi per viaggiare sempre. Se poi lo si fa ricercando il tartufo e la sostenibilità che ne è il presupposto, ancora meglio.