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My Seacret: il locale giusto per i napoletani gourmet

Solo 22 coperti, si trova in via Chiatamone, strada che corre parallela alla passeggiata sul lungomare che collega piazza Vittoria a Santa Lucia

 
23 febbraio 2022 | 10:31

My Seacret: il locale giusto per i napoletani gourmet

Solo 22 coperti, si trova in via Chiatamone, strada che corre parallela alla passeggiata sul lungomare che collega piazza Vittoria a Santa Lucia

23 febbraio 2022 | 10:31
 

A Napoli, per i napoletani e per i turisti, la passeggiata sul lungomare è un must: gli occhi paiono non essere bastevoli ad ammirare il panorama unico del Golfo, con il Vesuvio che occhieggia, con la Penisola Sorrentina che ammalia a distanza e con Capri che fa la fascinosa dirimpettaia. E poi c’è il backstage, la strada che parallela al lungomare, collega piazza Vittoria a Santa Lucia. È via Chiatamone: il lato B del lungomare, ricavata lambendo la parete tufacea del mitico Monte Echia, dove i Cumani, nell’ottavo secolo Avanti Cristo fondarono Parthenope. Bei palazzi, gli ingressi di servizio dei grandi alberghi sul lungomare, botteghe di antiquari. Qui c’è, di recente apertura, il locale giusto per gli happy few: i napoletani gourmet e i turisti a conoscenza del posto buono, del posto giusto. Qui si è vicini al mare, con Capri proprio lì di fronte ed al contempo si è... far from the madding crowd... via dalla pazza folla, quella folla vociante e allegra delle passeggiate sul lungomare. My Seacret, il nome del ristorante. Solo ventidue i coperti: sala all’ingresso e grazioso soppalco. Cucina a vista.

L'interno del My Seacret di Napoli My seacret: il locale giusto per i napoletani gourmet

L'interno del My Seacret di Napoli

Il progetto My Seacret

My Seacret è parte di progetto ampio che tende ad abbinare il fine dining all’arte. Alle pareti, impeccabile il gioco di luci, esposizione permanente di quadri, fotografie e sculture di artisti napoletani. Accoglienza da parte di una squadra di sala di spiccato valore. Il maître è Christian Moreno, in evidente sintonia con la sua squadra. Grande conoscitore delle proposte in carta e competente quanto affabile sommelier, sa mettere subito il cliente a proprio agio. Il governo della giovane e valida brigata di cucina è affidato al prode chef Antonio Passariello, poco più che trentenne.

L'ingresso del My Seacret di Napoli My seacret: il locale giusto per i napoletani gourmet

L'ingresso del My Seacret di Napoli

Di scena una cucina di mare con contaminazioni

Piace la naturalezza, non disgiunta da robusta tecnica e da evolvente competenza, con la quale Passariello esita creazioni che diventano signature dish. Cucina di mare, con contaminazioni che tendono a descriverla anche come cucina fusion. A fronte di perdurante impeto dei marosi, quando la pesca nel Tirreno diviene temporaneamente impraticabile, la cucina vira su valide proposte di terra. Ci si affida allo chef per le pietanze e al maître per i vini. Ne sortisce un memorabile pranzo domenicale (solo la domenica aperto a pranzo. Gli altri giorni solo a cena, con chiusura settimanale il lunedì).

L'interno del My Seacret My seacret: il locale giusto per i napoletani gourmet

L'interno del My Seacret

La proposta

Si comincia con un antipasto impegnativo per quanto denso di sapori e consistenza: Lingua di vitello laccata alla birra, aromatizzata al mosto di catalanesca “Dios”, affumicata al fieno, mela verde ed erbe invernali. Si prosegue con un primo che è la ghiotta evidenza di quanto lo chef abbia spiccata abilità nell’approntare signature dish: - contro corrente - Ravioli ripieni di triglia e alghe marine.

Ravioli ripieni di triglia e alghe My seacret: il locale giusto per i napoletani gourmet

Ravioli ripieni di triglia e alghe

Lo chef Antonio Passariello descrive i Ravioli ripieni di triglia e alghe marine

E il racconto del piatto lo lasciamo all’autore, allo chef Antonio Passariello: «I ravioli striati rappresentano le triglie di fondale, sono ripieni di ragù di triglia con aggiunta di finocchietto, per conferire maggiore freschezza al piatto. Vanno mangiati per primi. Il raviolo non striato invece rappresenta la triglia di scoglio. Viene riempito con un ragù di triglia, oltre che con pomodoro e basilico, e poi fritto, per renderlo più croccante. Questo e` un piatto che racconta la mia storia, mi identifico molto con quel pesciolino che decide di nuotare controcorrente e di rimanere attaccato allo scoglio. Ho sempre sognato di restare in Campania per esprimere al massimo la mia idea di cucina. Da qui l’idea di aggiungere nel ripieno il pomodoro e il basilico, elementi tipici della cucina nostrana. Il titolo del piatto descrive anche il modo di approcciare al piatto: solitamente si consiglia di mangiare la parte del piatto più fresca (in questo caso il finocchietto) alla fine, perché pulisca la bocca e prepari alla portata successiva, in questo caso consiglio il percorso inverso, perché l’ultimo ricordo del piatto sia, per il cliente, la Campania con i suoi sapori (basilico e pomodoro) deve restare in bocca il ragù di Napoli. Nulla è lasciato al caso in questo piatto: la squama del pesce di scoglio è più dura di quello di fondale, da qui la scelta di friggere il raviolo per conferirgli maggiore croccantezza. Lo scoglio è ricreato con del carbone vegetale, alghe, e un sale da scoglio. L’aria di limone è usata per realizzare l’effetto della spuma delle onde».


Ottimo il dessert: Torta al cacao e caffè con pera al brandy alla quale si abbina un prezioso Moscato di Baselice. Buona la carta dei vini, con qualche interessante chicca non nazionale. Prezzi in linea con l’alta qualità della cucina e del servizio.

 

My Seacret
Via Chiatamone 31 - 80121 Napoli
Tel 329 8997342
www.myseacretnapoli.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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