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Goody 1976, diners americano anni ’50 nel cuore di Roma

Arredi vintage, colori brillanti, un menu che spazia dai classici americani ai piatti della tradizione capitolina e buona musica in questa location all’interno di uno dei più storici negozi di dischi della capitale

 
25 febbraio 2022 | 10:48

Goody 1976, diners americano anni ’50 nel cuore di Roma

Arredi vintage, colori brillanti, un menu che spazia dai classici americani ai piatti della tradizione capitolina e buona musica in questa location all’interno di uno dei più storici negozi di dischi della capitale

25 febbraio 2022 | 10:48
 

Un nuovo punto d’incontro nel cuore di Roma a due passi da Piazza del Popolo. Con la sua recente apertura, Goody 1976, si appresta a diventare la location di riferimento per tutti quelli che desiderano catapultarsi in un’atmosfera che rievoca l’immaginario americano dei diners anni ’50. Quelle roccaforti della tradizione gastronomica a stelle e strisce, immortalati in innumerevoli film, dove le famiglie si riunivano spesso per pranzi o brunch. Arredi vintage scelti con estrema cura, colori brillanti, un menu che spazia dai classici americani ai piatti della tradizione capitolina e tanta buona musica in questa location all’interno di uno dei più storici negozi di dischi e attrezzature da deejay della capitale. Quattro i soci che si sono lanciati in questa avventura, Claudio Donato, titolare dello storico negozio di dischi Goody Music, Nanni Clerici - comproprietario del Magick Bar, Francesco Motta, appassionato di lieviti e farine - e Alberto Capanna - titolare della scuola di alta cucina Food Genius Academy e anch’egli partner del Magick Bar. Un ritorno alle origini, infatti, agli inizi del 20° secolo questo posto era un forno.

Arredi vintage scelti con estrema cura Goody 1976, diners americano anni ’50 nel cuore di Roma

Arredi vintage scelti con estrema cura


Diners americano in Roma

Come spiega Francesco Motta: «Abbiamo voluto trasformare il negozio preesistente riservando il 70% dello spazio alla ristorazione. L’apertura si è tenuta neanche un mese fa, sebbene i lavori si siano protratti per molto tempo. Questo locale era un progetto pre-pandemia, poi sappiamo benissimo tutti le difficoltà che hanno colpito il settore della ristorazione durante il Covid. Volevamo trasformarlo in un ambiente che potesse riproporre a Roma il concetto dei diners americani anni '50, con un menu e piatti tipici di quella modalità ristorativa. Il successo incontrato in questi primi giorni ci ha infuso una sferzata di ottimismo. Abbiamo una offerta molto versatile che incontra i gusti di qualsiasi clientela, dai più giovani agli adulti che vogliono concedersi un aperitivo o gustare un buon tè. Inoltre, siamo incoraggiati dalla bella risposta dei turisti stranieri che stanno ricominciando ad affollare le vie della capitale. Ad esempio, abbiamo ospitato un nutrito gruppo di tifosi inglesi giunti a Roma al seguito della nazionale anglosassone di rugby per il trofeo delle Sei nazioni. Ci stiamo preparando anche alla bella stagione, ultimando un ampio dehor all’esterno. A questo si aggiunge anche la felice ubicazione che ci vede al centro di un quadrilatero pieno di uffici che, grazie all’allentamento delle restrizioni, ricominciano a essere frequentati in presenza, incrementando il momento della pausa pranzo. Abbiamo una carta che oltre ai classici della tradizione locale, elaborati nella cucina a vista, propone ottimi hamburger e quello che è diventato fin dagli esordi il nostro cavallo di battaglia, ovvero il pastrami. Tutto preparato con materie prime ricercate e di eccellenza, su questo fronte non transigo assolutamente. Desideriamo che il nostro avventore ritorni incuriosito e soddisfatto delle proposte, e con enorme piacere registriamo, nonostante siamo aperti da poco, un alto livello di fidelizzazione. Tanto da spingerci al più presto ad aprire anche la sera».

Francesco Motta Goody 1976, diners americano anni ’50 nel cuore di Roma

Francesco Motta


Tre sale in stile Anni '50

Goody 1976 è caratterizzato da tre sale con le grandi vetrine che affacciano su via Flaminia, all’ingresso il classico bancone bar, gli sgabelli ai tavoli alti. Poi le due sale ristorante, con la grande libreria in legno e metallo stile Anni ’50, le cover dei dischi e le foto dei musicisti alle pareti. Nel complesso circa 200 metri quadrati su cui dominano la brillante fascia verde bottiglia delle pareti e i pavimenti in formelle di marmo bianche e nere.


In cucina l’argentino Emiliano Lopez

Cuore nevralgico, e regno incontrastato del cuoco argentino Emiliano Lopez, è la grande cucina a vista dove campeggia una insegna luminosa Recording, testimonianza storica della precedente sala di incisione.

 


«Amo cucinare e penso che questa professione debba essere svolta coniugando creatività, convivialità e buona musica - spiega Lopez - Il mio sogno, ma sono sicuro che presto lo realizzeremo, è cucinare fianco a fianco con un deejay e mentre lui si scatena ai piatti mixando il suono io lavoro dando sfogo alla mia anarchica creatività ai fornelli. La mia è una cucina dove anche le verdure vogliono essere protagoniste. È arrivata finalmente l’ora di sfatare il luogo comune che disegna la cucina vegetariana e vegana come triste. La mia idea è quella di sorprendere sempre con il gusto. Tra i piatti che stanno spopolando il pastrami, naturalmente homemade. È una ricetta originaria dell’Est Europa, per la precisione Romania ma negli Stati Uniti è famosa e largamente utilizzata nella cucina ebraica. Alla base una carne macellata secondo le prescrizioni kasher con successivamente una prolungata marinatura e salamoia che serve insaporirla. Le spezie giocano un ruolo primario, in questo blend non possono mancare cardamomo, coriandolo, senape, anice stellato. Dopo una settimana di immersione in questa marinatura, il pezzo di carne, generalmente una punta di vitello, molto simile a quello che serve per l’asado, viene tirato fuori e lasciato respirare passando alle fasi finali dell’asciugatura e dell’affumicatura. Il pastrami è uno dei nostri capisaldi e serve a definire quella identità che vorremmo trasmettere alla clientela. Il mio obiettivo non è avere una carta infinita di piatti, ma due o tre che entrino nell’immaginario collettivo».


Un menu che accontenta tutti

Un menu variegato. Si parte la mattina con il breakfast. Per gli amanti dei lievitati imperdibili le proposte fatte in casa con uova da allevamenti bio e prestigioso burro belga, dalla giovane pastry chef e figlia d’arte Giorgia Roscioli: «Puntiamo molto sulla colazione e sui prodotti da forno: torte, crostate, croissant con vari impasti sia italiano che francese. Una vera leccornia è il Goody, un croissant di impasto alla francese con cacao e mou all’interno ricoperto di noccioline all’esterno».

Giorgia Roscioli Goody 1976, diners americano anni ’50 nel cuore di Roma

Giorgia Roscioli


Se a pranzo le proposte privilegiano classici della cucina romana realizzati con paste fresche, piatti a base di carne in stile americano e portate veggie, nel pomeriggio la fa da padrone l’aperitivo. Gustose e ricercate tapas con cui accompagnare i classici della mixology, dagli evergreen ai signature cocktails.


Goody 1976
Via Flaminia 23 - 00196 Roma
Tel 06 8414533
goody1976.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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