La Fioritura di Castelluccio di Norcia: quando la lenticchia dà spettacolo

Anche se un po’ in ritardo rispetto agli anni passati, per via di un maggio particolarmente piovoso e freddo, la piana di Castelluccio di Norcia (Pg) si colora grazie alla caratteristica fioritura . Alla scoperta della lenticchia locale, a marchio Igp e centrale nella gastronomia del posto

09 luglio 2023 | 05:00
di Alessandro Creta

All'ombra del massiccio del monte Vettore, dove l’Umbria si appresta a lasciare Il passo allo Marche e i segni del terremoto del 2016 sono ancora, purtroppo, fin troppo evidenti, si distende una vallata che tutti gli anni, in questi giorni, torna al centro dell'attenzione nazionale.

Castelluccio di Norcia (dopo il sisma Comune ormai praticamente disabitato, in provincia di Perugia) sorge proprio qui, nell'immediatezza del confine tra le due regioni, e dal suo caratteristico colle volge lo sguardo verso l'altipiano sottostante. Laddove in questo periodo, ogni anno, fiotte di turisti giungono praticamente ogni giorno (considerevoli i picchi nel weekend) ad assistere alla caratteristica fioritura che colora, oltre alle limitrofe e più piccole vallate, pure il cosiddetto e affascinante Plangrande.

Un'enorme vallata di circa 20 chilometri quadrati si estende proprio ai piedi di Castelluccio. Proprio lì dove in epoca preistorica c'era un vasto lago poi prosciugatosi per via di fenomeni carsici ora c'è un'ampia vallata ora coltivata ora destinata all'allevamento, per lo più bovino. Tra la fine di giugno e la metà di luglio generalmente questa vallata torna agli onori della cronaca e, fotografata da ogni angolo e prospettiva possibile, pure nelle home dei principali social network.

Lenticchia di Castelluccio: una pepita da salvaguardare

Il campo assume le sembianze di una tavolozza e si colora delle più disparate sfumature grazie alla fioritura di margherite, papaveri, senape selvatica e violette, solo per citarne alcune. Tra queste c'è anche la lenticchia, protagonista indiscussa della cucina e della gastronomia locale, al punto da essere riconosciuta (e protetta) dal marchio di indicazione geografica protetta dal 1997. Un disciplinare ne regola la coltivazione e produzione, in quantità decisamente limitate. Il che fa della lenticchia locale, denominata per l'appunto Lenticchia di Castelluccio lgp, una perla dal grande valore. Simbolico, storico ed ovviamente economico.

 

Coltivata su vari appezzamenti di questa pianura sin dal 1500, per singolo ettaro da disciplinare non possono essere prodotti più di 800 kg di lenticchie, conservate poi in sacchetti di iuta per preservarne le caratteristiche organolettiche. Una delle sue particolarità, oltre alle spiccate proprietà nutritive e la dimensione ridotta, è la cottura senza necessità di ammollo per via di una buccia molo sottile. La coltivazione viene inoltre attuata senza far ricorso a pesticidi: qui siamo a olire 1400 metri di altezza e le rigide temperature invernali contribuiscono ad uccidere parassiti che a quote più basse sarebbero invece decisamente dannosi per le piante.

Accostamenti audaci e gustosi: la Lenticchia di Castelluccio nella cucina locale

Centrale, per ovvi motivi, nella cucina locale, la Lenticchia di Castelluçcio viene declinata nelle più svariate preparazioni. Si va dalla tradizionale zuppa sino alla vellutata, preparata in inverno come d'estate, passando per piatti a base di carne (Norcia, distante una mezzoretta di auto, è storicamente un centro noto per la lavorazione del maiale) accompagnati da questo legume in umido. Alcuni ristoratori qui però osano anche accostamenti poco canonici: come lo chef di Osteria del Vettore, Paolo Battilocchi, che accompagna la sua vellutata con scampi scottati in padella.

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Alberto Lupini


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