Anche quest’anno Città della Pieve (Pg) celebra lo zafferano, spezia antica e affascinante di cui le terre circostanti la cittadina umbra sono ricchissime, questo tesoro di colore rosso che poi diventa giallo un tempo si chiamava “croco”. Zafferiamo” è l’evento promosso dal Consorzio “Il Croco di Pietro Perugino – Zafferano di Città della Pieve A.Viganò” e dall’amministrazione comunale per celebrare il proprio prodotto di punta.
Lo zafferano di Città della Pieve. Foto: Consorzio Il croco di Pietro Perugino Zafferano di Città della Pieve - Alberto Viganò
Mille usi e mille virtù
I visitatori scopriranno che, dalla cucina ai tessuti, fino alla pittura, i possibili utilizzi dello zafferano sono molteplici e affondano le proprie radici in un passato lontano; per questo motivo a Città della Pieve la spezia non rappresenta solo un prodotto agricolo: le sue tonalità di colore e i suoi profumi vanno ad intrecciarsi con la sua storia e la sua arte, fino a costituirne un’essenza. Impiegata sin dall’antichità.
Molteplici sono le forme in cui questa preziosa spezia viene celebrata: con la gastronomia e qui entrano in gioco le degustazioni tutte giocate con i profumi dello zafferano, nello spazio Food nella Rocca Medievale e nei ristoranti della cittadina che presenteranno particolari menu a tema; con la mostra mercato delle eccellenze del territorio che sarà allestita nella centrale Piazza Matteotti, dove i produttori del Consorzio proporranno lo zafferano e tutti i prodotti realizzati utilizzando la preziosa spezia; con l’arte, dalla mostra di pizzi e ricami realizzati con lo Zafferano di Città della Pieve a cura della scuola di ricamo “Punti d'Arte” al corso intensivo di ricamo a “Punto Perugino” alla dimostrazione di tessitura con filati tinti con lo Zafferano curata di Luciana Pasqualoni, tessitrice artigianale di Cannara; nella Rocca Medievale si terrà il Laboratorio Creativo “Esperienza d’Autunno” al quale come agli altri laboratori ai quali sarà possibile partecipare e scoprire come ottenere, dallo zafferano infuso, tutte le tonalità dell’oro rosso.
Lo zafferaneto urbano
Sabato 22 e domenica 23 ottobre, in occasione della fioritura della spezia, partendo da Piazza Matteotti i visitatori saranno accompagnati attraverso un percorso alla scoperta della maglia urbana medievale della città fino al nuovo zafferaneto urbano, realizzato dal Consorzio nell’antico “Orto del Seminario”; qui esperti produttori spiegheranno le caratteristiche e le tecniche produttive per poi procedere alla raccolta dei fiori, alla sfioratura e all’essiccazione del prodotto: si potranno così conoscere tutte le fasi che vanno dalla raccolta nei campi al prodotto finito.
Spezia antica e dalle mille virtù. Foto: Consorzio Il croco di Pietro Perugino Zafferano di Città della Pieve - Alberto Viganò
Tanti gli appuntamenti in programma
Si potrà anche gustare la Torta del Perugino, presentata dal Panificio Camilloni mentre nella Rocca Medievale si potranno assaggiare piatti a base di Zafferano. Venerdì 21 ottobre a Palazzo Corgna si celebreranno i 20 anni dalla costituzione del Consorzio con il racconto delle esperienze passate ma anche e soprattutto lo sguardo le prospettive future. Verrà inoltre inaugurato lo spazio dedicato allo Zafferano di Città della Pieve all’ interno del Museo Di Scienze Naturali e del Territorio di Città della Pieve con sede in Palazzo Corgna.
In programma l’apertura straordinaria del fondo antico della Biblioteca Comunale dove si potranno ammirare gli antichi statuti comunale del 1530 con le leggi che regolavano, già in quell’epoca la importante produzione di Zaffarano a Castel Della Pieve. Presso gli operatori commerciali del centro storico si potranno trovare gustose specialità e tanto altro dedicato allo Zafferano di Città della Pieve e in tutti i ristoranti sarà possibile assaggiare i piatti realizzati con prodotti tipici, freschi e di qualità, abbinati all’eccellenza del sapore dello zafferano coltivato in loco!
Tutta la bellezza di Città della Pieve
Città della Pieve, adagiata a 500 metri di altezza su un colle che domina la Val di Chiana e il Trasimeno che diede i natali nella metà del XV secolo al suo figlio più illustre, Pietro Vannucci detto Il Perugino, che ha regalato alla città una serie di gioielli di inestimabile valore: è il caso dell’affresco raffigurante “L'adorazione dei Magi” conservato nella chiesa di Santa Maria dei Bianchi, e altre opere conservate nella Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio e nel Museo civico-diocesano ospitato nell’ex chiesa di Santa Maria dei Servi.
Città della Pieve
Senza dimenticare gli altri gioielli della cittadina come la Rocca, il Palazzo della Corgna, il centro storico con le sue Vie dei Cavalieri e Vie dei Pedoni e la “Tomba di Laris”, meraviglioso reperto etrusco considerato una delle cinque principali scoperte archeologiche del 2015.
Lo zafferano
La pianta, originaria dell'Asia Minore, fu impiegata fin dall'antichità per uso tintorio, farmacologico, cosmetico e gastronomico. Le sue proprietà erano note agli Egizi come conferma il Papiro di Ebers del 1550 a.C. circa, ma anche in ambito cretese-miceneo, tanto che il fiore dello zafferano è raffigurato nelle pareti del Palazzo di Cnosso. Nella Bibbia e precisamente nel Cantico dei Cantici, lo zafferano viene associato alle piante più aromatiche e pregiate che nascono nel giardino. Conosciuto anche in India, è citato nei Veda, tra i più antichi testi del brahamanesimo e ancora usato dai monaci buddisti per tingere le loro vesti. I Greci, successivamente i Romani e gli uomini del Medioevo, chiamarono la pianta "croco" (dal greco "krokos").
Omero nell'Iliade indica il croco, insieme al loto e al giacinto, tra i fiori del letto di nuvole di Zeus, re dell'Olimpo. Il medico greco Ippocrate loda le sue facoltà farmacologiche raccomandandolo contro i reumatismi, la gotta e il mal di denti. Il collega Galeno addirittura lo prescrive per tutti i mali. I Romani lo usarono soprattutto in cucina: famose le ricette di Apicio con salse a base di croco per condire il pesce. Gli Arabi lo diffusero in Spagna, che ancora oggi è la più grande produttrice di questa pianta. Si deve pertanto agli Arabi il mutamento nel corso del Medioevo del nome, da croco a zafferano. La parola deriva dal persiano "sahafaran", da "asfar" (giallo), passato nell'arabo "za'faran" e quindi nello spagnolo "azafran". Il giallo si riferisce al colore assunto dagli stimmi dopo la cottura.
Soprattutto in Italia, con lo sviluppo della civiltà mercantile del XIII secolo, lo zafferano fu coltivato e commerciato come pianta tintoria, in particolare per colorare panni di lana, seta, lino e fu usato anche nella pittura. Nel Medioevo continuò comunque anche l'uso farmacologico, come antispasmodico e sedativo, contro i dolori mestruali e dentali, l'insonnia, l'isteria. Lo zafferano fu ritenuto importante per la salute di stomaco, milza, fegato, cuore. Si pensò perfino che favorisse il parto, ritardasse la vecchiaia e aumentasse le capacità amatorie. Di conseguenza, oltre che in svariati liquori, nei profumi e nei cosmetici, lo zafferano ebbe largo impiego tra Medioevo e Rinascimento anche in cucina. Fu così la regina delle spezie prima che si diffondessero altre piante a seguito della scoperta dell'America.
In Italia centrale fu usato per condire carni di capretto, piccione, pollo, pesci quali lucci e tinche, minestre, frittate, formaggi, biscotti, frittelle... Fu accompagnato a farro, ceci, piselli, zucche, fave, rape, funghi.
Lo zafferano a Città della Pieve
Il più antico riferimento al commercio di zafferano nel territorio di Città della Pieve è la citazione contenuta nello Statuto del Comune di Perugia del 1279, dove all’articolo 509 “Qualiter eligantur potestas Castri plebis” si vietava nell’allora contado di Castel della Pieve la semina della pianta citata come grocum, ovvero croco, ai forestieri.
Il valore attribuito alla produzione di croco nel territorio pievese accrebbe poi nei secoli successivi, come documentano le dettagliate ordinanze emanate dalle autorità locali riguardo la coltura e la “ricolta di zaffarano”. Quest’ultima era severamente regolata negli Statuti della Gabella di Castel della Pieve del 1537-1539, i quali imponevano l’obbligo a chiunque raccogliesse zafferano nel suddetto distretto di denunciarne al Comune il quantitativo prelevato, ottemperando poi alla tassazione prevista entro e non oltre l’8 novembre. La grande attenzione rivolta alla produzione di zafferano nel comprensorio di Castel della Pieve era sicuramente legata all’uso dei pigmenti ricavabili dalla pianta, impiegati in modo particolare nella tintura di panni (lana, velluti e sete) e filati, di cui a lungo la città fu un importante centro produttivo. Famosissimi erano infatti i panni e i damaschi di Città della Pieve e le preziose sete colorate con lo zafferano.
La produzione dello zafferano
Il recupero e la reintroduzione dell’antica coltura si deve all’Agronomo Alberto Viganò che circa un trentennio fa impiantò nelle sue proprietà, situate nel comprensorio di Città della Pieve, alcuni bulbi di zafferano. Da questa esperienza derivarono altre coltivazioni condotte da alcuni agricoltori pievesi affascinati anch’essi dalle potenzialità produttive della spezia.
Nel giugno 2002, con il forte sostegno dell’Amministrazione Comunale e della Comunità Montana Monti del Trasimeno, è stato costituito il Consorzio “Il Croco di Pietro Perugino Zafferano di Città della Pieve-Alberto Viganò” e sono stati registrati presso la Camera di Commercio di Perugia il marchio e logo.
Il Consorzio conta ad oggi 27 soci le cui aziende ricadono nella “zona di produzione” che si estende dall’alto Orvietano al Lago Trasimeno e che comprende per intero i terreni posti dei comuni di Città della Pieve, Paciano, Panicate, Piegaro, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione, Fabro, Parrano, San Venanzo, Ficulle ed Allerona e per porzioni significative i territori comunali di Castiglione del Lago, Magione, Perugia, Marsciano e Corciano. Il Consorzio si è dotato, fin dalla sua costituzione, di un rigoroso disciplinare di produzione e segue i Soci nelle fasi produttive e di confezionamento della spezia. Quest’ultimo viene effettuato sotto lo stretto controllo del Consorzio, così da poter avere la tracciabilità del prodotto e garantire ai consumatori che lo Zafferano confezionato con il Marchio ed il Sigillo del Consorzio è esclusivamente quello prodotto dai Soci nella Zona di produzione.
Spezia molto amata in cucina. Foto: Consorzio Il croco di Pietro Perugino Zafferano di Città della Pieve - Alberto Viganò
Il Consorzio è stato tra i soci promotori e fondatori dell’Associazione Produttori Zafferano Italiano, un'associazione a livello nazionale senza scopo di lucro costituita nell'agosto 2012 a Perugia, che ha registrato oltre al marchio territoriale e il logo per tutto l’ambito nazionale, un suo statuto, un rigoroso disciplinare di produzione e un regolamento di uso del marchio.
Anche il Comune di Città della Pieve ha aderito, tra i primi, all’Associazione Zafferano Italiano insieme ad altri Comuni Italiani nei cui territori esiste una forte tradizione dello zafferano, con l'obiettivo di valorizzare e di promuovere la filiera dello zafferano, coinvolgendo la popolazione ed organizzando eventi, in modo che questa coltivazione diventi veicolo di sviluppo del territorio.
Il Croco di Pietro Perugino-Zafferano di Città della Pieve è commercializzato esclusivamente in fili purissimi per garantire la sua autenticità e risulta di ottima qualità. Nell’anno 2013 si è raggiunto un importante risultato con l’inserimento de “Il Croco di Pietro Perugino Zafferano di Città della Pieve” nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Umbria.