Dove mangiare a Napoli a Natale e Capodanno nel segno della tradizione

Napoli è la città del presepe per eccellenza ed è un presepe essa stessa. Qui le tradizioni delle feste sono molto seguite e sentite. Ecco i menu di alcuni ristoranti in città in cui sentirsi come a casa

16 dicembre 2022 | 09:49
di Vincenzo D’Antonio

Napoli è Natale! Napoli è la città che è già di suo un presepe. Basta osservarla arrivandoci dal mare, nelle ore successive al tramonto, auspicabilmente con la luna piena che, a noi unendosi, la guarda anch’essa dal mare e tutta se la coccola. Alla luna piace Napoli e ai napoletani piace la luna, non per nulla declamata, cantata e mirabilmente definita l’astro d’argento. Un presepe, si diceva. Sì, con i suoi colli, Aminei, Camaldoli, Posillipo e Vomero che accompagnano voci e canti verso i quartieri rivieraschi famosi nel mondo: Mergellina e Santa Lucia.


La via dei Presepi

E Napoli è un presepe che contiene i presepi. I presepi che ammiccano, un po’ si pavoneggiano e tanto voluttuosamente si lasciano ammirare dai turisti, in quella strada di Spaccanapoli che è diventata per tutti la via dei presepi e che ha anche sua antica toponomastica: San Gregorio Armeno.


E San Gregorio Armeno, la via dei presepi, magnifica per lo splendore unico di un’atmosfera inenarrabile, si arrende con i suoi presepi alla dovizia dei presepi presenti a Napoli in ogni casa.


Tre generazioni per farlo il presepe in casa propria: compiti ben assegnati, diligentemente svolti. Nonni e nipotini insieme, genitori, ovvero i figli di ieri e i nonni di domani a fare gagliarda cerniera tra il lieto passato e il gioioso futuro.


Natale napoletano a tavola

Dove mangiare a Napoli, a Natale? Ma che domanda è?! In casa. La casa propria, la casa dei parenti, la casa degli amici. E il forestiero? Anche il forestiero, altri dicono il turista, a Natale vorrà mangiare in casa. Quella che all’occasione diviene casa sua: e va bene che formalmente di ristorante, di trattoria, di pizzeria, possa trattarsi. Menu della tradizione, e ci mancherebbe altro.


La tradizione del cenone della vigilia, che pare non debba finire mai e invece poi finisce qualche minuto prima della mezzanotte, che poi si va tutti in Chiesa. Il Bambino Gesù non aspetta mica e mezzanotte è mezzanotte. La tradizione del pranzo di Natale e anche della cosiddetta Prima Festa, ovvero il giorno successivo al Natale, quel 26 dicembre che a Napoli è semplicemente la Prima Festa, Santo Stefano.


E la tradizione del cenone di San Silvestro, anch’esso senza fine apparente. Importante che qualche minuto prima della mezzanotte si stia laicamente ed euforicamente al balcone (per definizione la notte di San Silvestro a Napoli non piove e non fa freddo) per sparare i botti. Brindisi a mezzanotte in punto e poi ancora fuochi d’artificio. Tombola, mercante in fiera, tombola ancora. Il pranzo di Capodanno, altro tripudio di regole dettate dalla tradizione. Tu, forestiero, dicci il vero, ti senti ancora forestiero?!


Feste da Aria

Nel centro di Napoli, tra Piazza Bovio e Piazza Municipio, c’è il ristorante Aria. Al governo della brigata il prode chef Paolo Barrale. Due proposte originali la prima per il pranzo di Natale e la secondo per il cenone di San Silvestro.


Per il pranzo del 25 dicembre lo chef Paolo Barrale ha pensato a un viaggio nella cultura gastronomica delle festività napoletane, che inizia con il Baccalà di rinforzo. Si prosegue con il prezioso Astice, prezioso in quanto costoso, che nel degnarsi di scendere una tantum dai piani nobili, benevolmente incontra le umili papacelle campane. Sempre cosi’ a Napoli: nobiltà e popolino piaccia o meno, e comunque, piace, ma certo che piace, si incontrano e ne traggono mutui benefici.


Strappo goloso alla tradizione e in empito di creativa innovazione, da elevata tecnica supportato, lo chef Paolo Barrale proprone il risotto con i friarielli all’arringa affumicata. L’arringa c’è. Nel senso che c’è, tranquilli. Perché questa precisazione che appare inopportuna per quanto scontata e banale? Perché una volta, quando la miseria era tanta, dell’ambita arringa, lascito del nord così come lo era il baccalà, si avvertiva solo l’affumicatura!


La tradizione si impone comunque con la pietanza successiva: brodo di cappone impreziosito, ben palese e gradito il tocco magistrale dello chef, da tartufo bianco. Segue altro signature dish dello chef: “Ragù”, un doppio raviolo con due impasti differenti, uno a base di ricotta e l’altro di ragù, finito con spuma di formaggio cannellata, gocce d’olio e foglioline di basilico.


E i dolci? La tradizione dei mostaccioli e l’innovazione del Panettone di Aria, con zafferano, cioccolato e mandarino cinese. Sontuose presenze negli appropriati calici: si comincia con il Franciacorta “Riserva Pietro Camossi” per proseguire con lo Chablis Premier Cru La Fourchamme di Jean Claude Bessin. Due chicche campane per i secondi: "Territorio de’ Matrone" Rosso di Cantine Matrone e il Taurasi “Padre" de La Cantina di Enza. A chiudere la successione dei vini, dolce sui dolci, il Recioto della Valpolicella, qui con l’etichetta Corte Sant’Alda.


San Silvestro è cenone (!) e allora si comincia con due piatti che esaltano i crostacei: i Gamberi, con con rafano e friarielli, e lo Scampo con garum. liquirizia e topinambur. Dei due primi, ovvia quanto golosamente attesa la presenza del trionfo della tradizione: Spaghetti con le vongole. Si prosegue la degustazione con Rombo, cavolfiore e caviale e con la Faraona, foie gras, cardoncello, prezzemolo e tartufo nero. Il dolce, infine, è un piccolo capolavoro, Oro Bianco: una rivisitazione del tiramisù con un cuore impregnato di caffè, profumato di pregiato tartufo bianco, glassato e servito con crumble di nocciole, cacao e burro di cacao, una fogliolina d’oro a impreziosire il piatto.


Gran finale, quando il 2023 incombe e il 2022 è ai saluti finali: cotechino e lenticchie e, immancabile, il Panettone di Aria. Per cominciare, nei calici lo Champagne Billecart-Salmon, un Brut Rosé che esalta i crostacei approntati con maestria dallo chef Paolo Barrale. A seguire, “Il Montino” dei colli Tortonesi, da sole uve Timorasso; in successione il Veneto Bianco “Repanda”. Ancora meditati assaggi di altri grandi vini e poi si chiude con il Passito delle Lipari di Hauner.


Aria Restaurant | Via Loggia dei Pisani 2-14, 80133 Napoli | Tel 081 843 0195


La magia del Grand Hotel Parker’s per le feste

Articolate su proposte variegate, le cene ed i pranzi al Grand Hotel Parker’s, il cinque stelle lusso di Napoli ubicato al Corso Vittorio Emanuele con vista unica sul Golfo di Napoli.


Dal 24 dicembre al 6 gennaio una serie di proposte coinvolgeranno i due outlet ristorativi con menu che vanno dalla tradizione all’esperienza gourmet. Lo chef Vincenzo Fioravante, al VI Piano Lounge&Terrace, proporrà la cena della Vigilia, il pranzo di Natale e il brunch di Capodanno, con una parentesi inedita per il cenone di San Silvestro, dedicato al mondo di James Bond. Diamonds are forever, leggendaria pellicola del 1971, sarà l’ispirazione della serata a tema, che verrà declinata nei piatti e nei cocktail con un originale accompagnamento musicale del sestetto jazz manouche Cyrano VatelParker’s6et e da un dj-set per l’after party. Lo chef Domenico Candela del ristorante stellato George proporrà, per le stesse ricorrenze, la sua cucina gastronomica che fonde il territorio con l’eleganza della ricerca fine dining. Per coloro che invece amano l’atmosfera casalinga, ma non si trovano a loro agio ai fornelli, sarà attivo, per tutto il periodo natalizio, il Takeaway dello chef Fioravante, dedicato ai piatti della tradizione.


Grand Hotel Parker’s | Corso Vittorio Emanuele 135 - 80121 Napoli | Tel 081 7612474


Veritas, feste stellate

Il ristorante stellato Veritas, anch’esso ubicato al Corso Vittorio Emnauele propone un dovizioso, squisito cenone di San Silvestro approntato dallo chef Carlo Spina.


Si principia, dopo il gradito benvenuto dello chef, con Sfera di gambero rosso ripiena di burrata, puntarelle, caviale, cedro candito, estratto di mela verde e cetriolo. A seguire, Tataki di palamita, insalata di rinforzo all’aceto di lamponi, pesto di salicornia. Il primo: Risotto carnaroli agli scampi, limone nero fermentato e burre blanche ai ricci di mare. Ancora un primo: Ravioli del plin ripieni di coniglio, sedano rapa, crema di provolone del monaco, tartufo nero e salsa alla cacciatora. Secondo di pesce con tocchi di terra: Rombo funghi cardoncelli, crema di finocchi alla curcuma e guanciale.


A concludere, con la mezzanotte che si avvicina: Semifreddo al torroncino, ganache al cioccolato ruby e gel al mandarino.
Ritualmente, Cotechino e lenticchie. E quando siamo da pochi minuti nel nuovo anno: Panettone artigianale. Si giocherà anche a tombola ed ecco cosa potra’ accadere. A fine cena, il cliente sceglie un numero da 1 a 90 e semplicemente lo comunica al patron del Veritas che al tavolo, scuotendo il panariello pescherà un numero. Se il cliente ha indovinato… la cena la regala il Veritas!


Veritas Restaurant | C.so Vittorio Emanuele, 141, 80121 Napoli | Tel 081 660585


E l’anno che verrà nel frattempo è venuto. Napoli è in festa. In quel presepe che è Napoli, che a sua volta contiene i presepi di San Gregorio Armeno che a loro volta si specchiano nel milione di presepi presenti nelle case dei napoletani, si aspetta che i Re Magi rendano omaggio a chi volle nascere nella mangiatoia! Buon Natale!

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Alberto Lupini


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