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Cirelli, dal vino in anfora ai progetti per valorizzare l'Abruzzo

L’azienda di Atri (Te), guidata da Francesco Cirelli, è nota per la produzione di vino in anfora, ma non solo. È sempre attiva tra progetti culturali e gastronomici per valorizzare il territorio

 
16 maggio 2021 | 16:30

Cirelli, dal vino in anfora ai progetti per valorizzare l'Abruzzo

L’azienda di Atri (Te), guidata da Francesco Cirelli, è nota per la produzione di vino in anfora, ma non solo. È sempre attiva tra progetti culturali e gastronomici per valorizzare il territorio

16 maggio 2021 | 16:30
 

Siamo nelle splendide colline di Atri, tra i famosi calanchi, a pochi chilometri dal mare del litorale teramano: qui sorge l’Azienda Agricola Cirelli, giovane realtà di prima generazione guidata dal pescarese Francesco Cirelli. Francesco si avvicina all’agricoltura sin da bambino con i suoi nonni e l’amore per la natura lo porta, nel 2003, a comprare dei terreni ad Atri con il pieno sostegno dei suoi genitori.

Francesco Cirelli tra le sue anfore

Francesco Cirelli tra le sue anfore


Dopo la laurea in Economia e Commercio, prima di cominciare a produrre il suo vino, si fa le ossa in diverse cantine italiane, tra le quali una in Sicilia dove conosce Michela, quella che poi diventerà sua moglie e madre della loro bimba Stella. L’azienda certificata biologicaè distesa su circa 22 ettari, con le coltivazioni non vinicole che vengono fatte roteare, e con utilizzo di concimi naturali.

Dal primo esperimento di vino in anfora alla viticoltura bio


Vini in vetrina
Vini in vetrina


Nel 2011 fa il primo esperimento di vino in anfora di terracotta toscana che oggi utilizza sia per la fermentazione che per l’affinamento. Ogni anfora ha una capacità di circa 800 litri ed è dotata di un chiusino in acciaio inox per limitare il contatto con l’ossigeno. «Volevo fare un vino pulito - ci spiega Francesco - con un sapore integro, netto, senza sbavature e così ho scelto l’utilizzo dell’anfora. Il mio obiettivo è selezionare le migliori uve biologiche e farne dei vini territoriali, autentici e contemporanei nel rispetto delle tradizioni che siano realizzati in anfora o in acciaio. Oltre al vigneto negli altri ettari impiantiamo cereali, farro, fichi, ulivi, ceci e inoltre abbiamo una piccola fattoria con maiali di razza nera, oche, capre, pecore, galline».

A questa interessante realtà anche il progetto editoriale “Lost in Abruzzo”, a cura della giornalista Anna Morelli, ha dedicato un focus del secondo numero del 2019.

L'azienda Cirelli porge la mano al progetto editoriale food&music di Lorenzo Sandano




Francesco ha immaginato la sua Collina Biologica come un luogo eclettico ed è per questo che ha voluto che l’amico giornalista Lorenzo Sandano, facesse la presentazione del suo libro proprio da lui. Nell’organizzazione dei suoi eventi Francesco è affiancato da Giovanni Di Girolamo, esperto in marketing&comunicazione. Lorenzo Sandano, giornalista e critico gastronomico freelance, romano de Roma, quasi trentenne, molto amico dell’Abruzzo e degli abruzzesi, è infatti l’autore del libro “100 piatti da assaggiare una volta nella vita. Bocconi atavici, ricette iconiche e scoperte gustative”, una raccolta culinaria alla quale ha abbinato una playlist musicale. I piatti sono stati fotografati dal talentuoso Alberto Blasetti, fotografo romano ma originario della Marsica.

«Sono partito dalla mia storia - ha raccontato Lorenzo durante la presentazione - dalle mie origini, da quello che mi incuriosiva. Scrivere questo libro sotto pandemia mi ha fatto sentire il desiderio di una cucina legata all'anima, alla memoria, alla tradizione. E così, anche quando ho citato chef e ristoranti blasonati, ho inserito piatti con queste caratteristiche».

Quattro sono i piatti abruzzesi scelti dal giovane giornalista: Melanzana arrosto e caramello di pesca di Niko Romito, Reale a Castel di Sangro (Aq), socio Euro-Toques e chef tre stelle Michelin abbinata a The great beyond dei Rem; Terra dei calanchi di Gianni Dezio, Tosto ad Atri (Te) con Like a stone degli Audioslave, Arrostigin di Mattia Spadone, La Bandiera a Civitella Casanova (Pe) accompagnato da Your spirit’s alive dei Dropkick Murphys e infine, Foie gras (nella sezione Around the world) di Arcangelo Tinari, Villa Maiella a Guardiagrele (Ch) con la canzone Pour ma classe dei Brigada flores magon.

Presenti all’evento tutti gli chef raccontati nel libro - tranne Romito - che hanno cucinato queste prelibatezze per i fortunati ospiti. I tre i piatti sono stati abbinati al vino frizzante rosato “Wine of Anarchy” naturalmente dell’azienda Cirelli con uve 100% Montepulciano. Sandano e Blasetti si sono trattenuti dopo la presentazione per un workshop a numero chiuso, organizzato dalla Cantina, sulla scrittura e la fotografia gastronomica.


Da Cirelli la “Residenza gastronomica”: chef da tutta Italia

Il mese di aprile ha ospitato anche un altro evento nell’azienda, la prima “Residenza gastronomica” targata Cirelli. Si tratta di un esperimento ideato da Francesco e Giovanni che intende far rete tra gli operatori locali, accogliendo chef provenienti da tutta Italia e perché no dall’estero, per una full immersion nel territorio abruzzese.

«Il progetto si articola in 7 giorni per conoscere, interagire e confrontarsi con diversi produttori abruzzesi e le loro realtà – ha spiegato Cirelli - Come per una residenza artistica, alla fine della settimana, l’esperienza viene condensata in un pasto a più portate, rappresentativo di quello che è l’Abruzzo negli occhi dello chef».

Giovanni Di Girolamo, Francesco Grandi e Francesco Cirelli
Giovanni Di Girolamo, Francesco Grandi e Francesco Cirelli


Si è iniziato con Francesco Grandi, giovanissimo chef toscano di 26 anni. Per lui è la prima volta in Abruzzo. Dopo il Liceo Classico e un’esperienza in una sorta di “comune” in Inghilterra, sceglie di iscriversi all’Università di Pollenzo e di intraprendere la carriera da cuoco. Seguono diverse esperienze internazionali: Scozia, Slovenia da Ana Roš, Copenaghen da Christian Puglisi; oggi lavora vicino Firenze nella Pensione Bencistà.

Lo chef dopo avere visitato e conosciuto diversi produttori locali ha realizzato questo menu.
  • Benvenuto: Baccelli, fave piselli, finocchietto e germogli con un consommè di maiale nero;
  • Del maiale non si butta via niente: Arrosto di maiale nero, Porchetta di erbe, Frika di Gregorio, Ceci e ventricina, Bouquet di broccoli
  • Arrivederci: Pere e pecorino, tutto rigorosamente Made in Abruzzo.

«Dell’Abruzzo mi riporterò - conclude lo chef - il calore delle persone, l’autenticità dei produttori e la voglia di ritornare presto in questa collina dove mi sono sentito a casa». Prossime date e chef ancora top secret, ma siamo sicuri che ne vedremo delle belle.

Per informazioni: agricolacirelli.com


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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