Sarà perché l’ambiente non ha eguali nel sud della Sardegna: sembra di essere in una piccola isola, con tanto di faro e torre su un capo, a tu per tu col mare e la natura, isolati dal mondo, anche se Cagliari e la chilometrica spiaggia del Poetto sono appena al di là della collina della Sella del diavolo. O forse sarà per la bellezza del locale, senza eccessi di design estraniante e con un suo stile marinaro, datato ma piacevole. E sarà infine (con certezza) per l’elevata qualità della cucina, rigorosamente attenta ai prodotti locali e alla tradizione, senza rinunciare alla contemporaneità. Sta di fatto che Calamosca (il ristorante che si affaccia con terrazze panoramiche sull’omonima baia) è una location incantevole, baciata dal sole e dal Mediterraneo, dove gustare i menu forse migliori del capoluogo sardo. E non caso cagliaritani e turisti ne hanno fatto uno dei siti più frequentati in assoluto: una vera meta gourmand, faro per tutto il sud della Sardegna.
- La leggenda della Sella del Diavolo (che tutela l'ambiente di Calamosca)
- La storia della famiglia Porcu si intreccia con Calamosca
- Calamosca, un progetto di amore e rispetto per la natura
- Il ristorante Calamosca: un viaggio nei sapori della Sardegna
- Le Terrazze di Calamosca: un'oasi di relax con vista mozzafiato
- Il Beach bar a Calamosca: un angolo di paradiso in riva al mare
- Calamosca, un’esperienza sensoriale fra Sardegna e creatività
- A Calamosca non mancano pesce e carne
Un posto davvero magico che oltre al ristorante, aperto tutto l’anno a pranzo e cena, offre in stagione un Beach bar sulla piaggia, o Le Terrazza, un altro locale per aperitivi, lunch, eventi e serate con una vista mozzafiato sulla baia ed un ambiente giovane, piacevolissimo ed elegante, che supera alla grande molti celebrati locali della Costa Smeralda. A ciò si aggiunge poi un albergo che fa capo ad un altro ramo della famiglia, in attività solo nel periodo estivo.
La leggenda della Sella del Diavolo (che tutela l'ambiente di Calamosca)
Calamosca si trova dove la leggenda narra che Lucifero, incantato dalla bellezza del golfo di Cagliari, tentò di reclamarlo per sé. Ma l'arcangelo Michele, in una battaglia epica, lo sconfisse e scaraventandolo in mare fece cadere la sua sella, che si pietrificò dando origine al promontorio chiamato non a caso la Sella del Diavolo. Ed è proprio questa collina che benevolmente ha protetto la baia di Calamosca preservandone un habitat di biodiversità importante, grazie anche ai numerosi vincoli militari dell’entroterra che hanno impedito di costruire. Dalla sua sommità si domina il golfo, il Poetto e si hanno scorci di Cagliari, dal castello agli stagni frequentati dai fenicotteri.
La storia della famiglia Porcu si intreccia con Calamosca
A custodire questo luogo particolare da tre generazioni è la famiglia Porcu. Vittorio Porcu, sassarese, il nonno dei tre attuali proprietari, i fratelli Matteo, Alessandra e Massimiliano, ricevette in dono negli anni ’50, per meriti di guerra in marina, il terreno che affaccia sulla baia e lo trasformò in un piccolo paradiso sviluppato dal figlio Nicola, uno dei più importanti archeologi marini che ha come intessuto di storia e leggende del mare questo posto davvero particolare. Basti ricordare che il ristorante, la cui prima costruzione è del 1952, sembra una nave, con tanto di ponti e oblò, pronta al varo. Un ristorante che ha fatto anche la storia recente di Cagliari. Negli anni passati è stato punto di riferimento, ad esempio, del glorioso Cagliari dello scudetto di Gigi Riva. Un decennio prima aveva ospitato personaggi del jet set e perfino l'Aga Khan, affascinato da tanto scenario da sogno. Una storia che si era andata un po' smarrendo negli ultimi anni (il locale era diventato anche pizzeria), ma che nell'ultimo triennio è tornata a risplendere grazie alla decisione di puntare su una cucina di qualità da parte della terza generazione della famiglia Porcu che ne sta gestendo il deciso rilancio rilancio..
Calamosca, un progetto di amore e rispetto per la natura
I fratelli Porcu hanno trasformato il sogno del nonno Vittorio in una realtà concreta. Con il loro impegno e la loro passione, hanno creato un luogo magico che accoglie i visitatori con un'ospitalità calorosa e un'atmosfera indimenticabile. Un obiettivo che non si limita solo all’attività di ristorazione o bar, ma che comprende anche la tutela del territorio, per il quale con la mamma Silvana Lenzu, nel 2022 hanno dato vita al progetto Fondazione Calamosca per tutelare la Baia e promuovere la sostenibilità ambientale.
Il ristorante Calamosca: un viaggio nei sapori della Sardegna
In questo ristorante il cuoco Michele Ferrara propone una cucina ricercata che affonda le sue radici nella tradizione sarda, reinterpretandola con estro e creatività. I piatti sono preparati con ingredienti freschi e di stagione, provenienti da agricoltura locale e sostenibile. Ciò che colpisce è la assoluta contemporaneità delle proposte, anche con contaminazioni inusuali per la zona, senza in alcun modo estraniarsi dal territorio. Non c’è il rischio di chiedersi dove ci si trovi: ogni piatto richiama la Sardegna.
La cucina del Calamosca è un'esperienza sensoriale completa. La vista viene appagata dalla bellezza dei piatti, il palato viene deliziato dai sapori autentici e il profumo del mare completa l'esperienza. Qui mangiare, soprattutto sulla terrazza, è un piacere in tutti i sensi perchè li coinvolge davvero tutti: il gusto punta ai piatti, che condividono l'aria marina gli aromi e il tatto, con il mare i suoni e la vista. Insomma, mangiare a Calamosca è davvero un'esperienza autentica, che ti fa dimenticare il caos di una grande città come Cagliari...
A favorire questa esperienza è anche il lavoro di ristrutturazione (che si sta completando), avviato nel 2020 in pieno Covid, quando Matteo Porcu ha dato il via a un lavoro di recupero e valorizzazione della struttura che oggi vanta grandi spazi di cui fanno parte anche due terrazze, una più esposta e una più protetta e, nel complesso, può offrire fino a 130 coperti che sembrano tutti affacciati sul mare. Il tutto con un servizio al tavolo molto curato, attento, veloce e in grado di rispondere con competenza a tutte le richieste dei clienti su ogni piatto.
Le Terrazze di Calamosca: un'oasi di relax con vista mozzafiato
I lavori avviati al ristorante nel 2021 erano proseguita conivolgendo Le Terrazze, un luogo ideale per godersi un aperitivo al tramonto, un light lunch o una cena romantica con vista sul mare. La proposta food&beverage è ricca e completa, con cocktail signature, salumi e formaggi sardi, fish and chips locali e le tipiche bombas. I drink sono quasi un manifesto dei ricordi dei fratelli Porcu: attraverso l’utilizzo di profumi floreali o agrumati, botaniche, affumicature si creano sapori che narrano i momenti trascorsi proprio in questi luoghi. Ogni sorso è un po' una celebrazione della bellezza del luogo. Siamo su una scogliera in cui nulla è lasciato al caso, a partire dagli eleganti arredi minimal fino a giungere ai sentori che aleggiano sui bicchieri.
Il Beach bar a Calamosca: un angolo di paradiso in riva al mare
Completa la proposta di accoglienza il Beach bar, luogo ideale per trascorrere una giornata di mare in completo relax. Lettini, ombrelloni e un'atmosfera unica garantiscono una vacanza indimenticabile. Partner di questo progetto è l’azienda Corona, che ha allestito tutto il bar con un approccio ecosostenibile, utilizzando elementi in materiali naturali e riciclati: legno chiaro per tavoli snack e sgabelli, divanetti in pallet in cui trovare ristoro sorseggiando una birra fresca e un tavolo sociale con altalene in cui fermarsi per un light lunch, musicato dal suono del mare e reso unico dall’ambiente circostante. Immancabile anche qui come a Le Terrazze la proposta drink, tra birre e cocktail, abbinata a una carta di pietanze fresche e leggere, che diventano la soluzione ideale per un break sfizioso in spiaggia.
Calamosca, un’esperienza sensoriale fra Sardegna e creatività
Ma torniamo al piatto forte di Calamosca: la proposta della cucina. Michele Ferrara, sardo con esperienze fra Parigi, Costa Smeralda e Roma, presenta i classici sapori sardi, facendo scoprire molti aspetti di questo territorio ricco di storia, sapori e cultura del cibo grazie a versioni contemporanee rispettose di equilibri e sapori. È ad esempio sua l’idea di riportare in tavola piatti casalinghi che non è facile trovare al ristorante. Pensiamo a imperdibili Culurgiones in Autunno, alla menta di fiume, vero inno alla delicatezza abbinata a cremosità e sostanza, o al Polpo per Silvana, piatto dedicato alla madre dei fratelli Porcu, fritto e servito con la tipica salsa “scabecciu” in agrodolce con pomodoro, olive e cipolla di Tropea. Anche in questo caso un piatto “povero” diventa raffinato e sorprendente per ricchezza di gusto e consistenza in bocca.
Un piatto sempre presente nel menù è anche La Calamosca 1952. Nella sua veste invernale si presenta con un gustoso pacchero artigianale all’uovo trafilato in bronzo con gamberi, calamari, vongole, cozze Nieddittas, bottarga di Cabras e polvere di prezzemolo. Da ricordare che le paste sono tutte realizzate a mano in maniera artigianale e a ogni cambio menu si propongono nuovi formati. In carta troviamo poi i Casu e Sirboni, i tipici malloreddus fatti in casa con ragù di cinghiale e crema di pecorino sardo, che ricordano le domeniche in famiglia. Sempre fra i primi c’è una delle tante “contaminazioni romane” (oltre a quelle di pesce e formaggio) nella cucina di Ferrara: Cacio e pepe, uno spaghettone all’uovo trafilato in bronzo, con funghi finferli arrostiti, cozze Nieddittas, pecorino Fiore Sardo DOP, prezzemolo, aglio e olio. E che dire di A Kent'Annos? Gli spaghettoni di semola e uova con anguilla affumicata, pomodoro giallo e polvere di cavolo conquistano il palato anche di chi l'anguilla magari non la ordinerebbe mai...
A Calamosca non mancano pesce e carne
Nei secondi c’è tanto pesce, Fra questo di rilievo è il Muggine e Basòlu, a base di trancetto di muggine arrosto laccato con teriyaki al vermentino, crema di fagioli al finocchietto, fagioli azuki rossi soffiati, cavolo nero ripassato ed erbette. Notevole anche Il Carpione a modo mio, un intrigante crudo di volpino leggermente affumicato con un'insolita ma piacevole insalatina di sottaceti. E sempre per restare al pesce Cotto Crudo è una sapiente e originale presentazione di pesce spada croccante, tonno crudo al tabasco verde lime, mayonese al rafano, cipollina e mandorle. Una presentazione che a prima vista potrebbe richiamare i bastoncini di pesce panati: un richiamo al cibo dei bambini che sorprende ed entusiasma quando lo si porta in bocca. Memoria e gusto si conciliano in un piatto che sorprende (in positivo). Da provare anche il Thai Mood, un ottimo gambero rosso di Mazzara del vallo con latte di cocco, melograno e nocciole, e l'Abba Chile, un crudo di tonno e Boccadoro flambati, assolutamente non banale con insalata e vongole di Obia.
Ma ovviamente in Sardegna non può mancare la carne. Ecco il cavallo proposto nell’antipasto come Furia nel sottobosco: il filetto è qui battuto e condito con capperi di Pantelleria, pinoli tostati, pomodoro secco, basilico, tuorlo fritto e chips di topinambur, erbette e olio.
Sono in ogni caso le materie prime di stagione a caratterizzare di volta in volta il menu che cambia 3 o 4 volte l’anno. Ed ecco allora le entrè vegetali, come Detox salad (sgombro marinato con agrumi, carciofi sedano e cetrioli). D’inverno non si può saltare l’agnellone, chiamato L’Abbacchio per richiamare i legami con Roma, in un altro rimando alla romanità, cotto in terrina, dopo un lungo passaggio in forno a 110°C per sei ore e poi un ripasso in padella e serviti al piatto con carciofo di Gerusalemme e patate novelle arrostite, funghi, salsa al cannonau fruttato, sale Maldon e olio. Ma superba è anche La Suprema di anatra arrostita con Pak-Choi e crema di carote allo zenzero. Fra le proposte vegetariane ricordiamo Cavolfiore Steak, bistecca di cavolo con crema al pecorino e insalatina di stagione e polvere di cappero.
Il capitolo dei dolci è affidato a preparazioni tradizionali come le tipiche Seadas realizzate dalle artigiane di zona o la Gia_lo Finisci, una torta tenerina alla ricotta, crema al formaggio, crisp di albicocca, zeste di lime e composta di arancia amara. Assolutamente da non perdere poi Il cuore di Calamosca, una mousse di cioccolato, crema allo zafferano e frutti rossi, soprattutto se abbinato a Lenthu, un passito di Bovale Grosso, della cantina di Su Cippoi che è un avera perla dell'enologia sarda in grado di competere coi più blasonati vini italiani della categoria per piacevolezza e assenza di stucchevolezza. . Molto interessante, in proposito, la selezione di vini prevalentemente sardi, scelti con accuratezza per valorizzare le diverse tipologie oggi offerte dalle cantine sempre più qualificata dell’isola, a partire dai metodo classico di Santa Maria la Palma. E ciò che più conta, in una carta dei vini senza eccessivi ricarichi sul prezzo.
Da non dimenticare infine: i prezzi sono giusti per la qualità offerta: tutti i piatti sono alla carta e per chi vuole c'è una proposta di degustazione di 6 portate (bambini esclusi). Nessun obbligo però di menù imposti dallo chef, il che è una grande cosa per una ristorante gourmet.
Ristorante Calamosca
Viale Calamosca 50 – Cagliari
tel. 351-7030717
info@ristorantecalamosca.com
351-7971172
info@terrazzecalamosca.com
Orari: da ottobre a maggio, aperto dalla colazione all’aperitivo; da giugno a settembre, aperto dall’aperitivo al dopocena.
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Alberto Lupini
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