Da alcuni anni la zona archeologica di Pompei sta vivendo una stagione fulgida. Ritrovamenti preziosi, atti a fungere da ulteriore volano attrattivo per visitare un sito unico al mondo, sono davvero recenti. In una grande sala per banchetti, scavata in questi ultimi mesi nell’area centrale di Pompei, nell’insula 10 della Regio IX, è emerso un fregio a dimensioni quasi reali, ovvero una “megalografia” che gira intorno a tre lati dell’ambiente; il quarto era aperto sul giardino.

Gli scavi archeologici di Pompei
Il fregio mostra il corteo di Dioniso, dio del vino: baccanti rappresentate come danzatrici, ma anche come cacciatrici feroci, con un capretto sgozzato sulle spalle o con una spada e le interiora di un animale nelle mani; giovani satiri con le orecchie appuntite che suonano il doppio flauto, mentre un altro compie una libagione in stile acrobatico. Commendevoli le strisce di approfondimento che Alberto Angela su Rai Uno dedica a queste ultime scoperte nel Parco Archeologico di Pompei.
Pompei e l’ospitalità in crescita
E che la città di Pompei, non solo l’area archeologica, stia vivendo una stagione lieta lo dimostra anche l’effervescenza nell’offerta dell’hospitality e della ristorazione. Pompei la si raggiunge facilmente in auto e ancor più facilmente in treno. Due le ferrovie che la servono: la Circumvesuviana e Trenitalia.
La Bettola del Gusto: una ristorazione d’eccellenza
Esattamente di fronte alla stazione delle Ferrovie dello Stato, dove l’esattamente è pressoché letterale (meno di un minuto a piedi!), si trova La Bettola del Gusto, di cui sono patron i quarantenni fratelli gemelli Fortunato: Vincenzo in sala e Alberto in cucina, originari della limitrofa Gragnano, la capitale della pasta.

La sala interna de La Bettola di Pompei
Pensiamoci bene: di fronte alla stazione Fs, ad un passo dal Santuario che convoglia flussi copiosi di turismo devozionale, e a breve distanza dall’ingresso all’area archeologica, il potenziale di avventori è nell’ordine di grandezza del milione.
Un’ospitalità autentica e un orto a km 2.4
Basterebbe esporre cartelli con menu turistico a 10 euro, ma nulla di tutto ciò è nella mente (e nel cuore) di Vincenzo e Alberto. Dalla qualità della vita della “Pompei bene e colta” ante eruzione (anno 79 d.C.) i fratelli Fortunato hanno recepito e posto in essere il nobile assunto “hospites sacri sunt”.

Vincenzo e Alberto Fortunato
La clientela locale, i gourmet dell’area vesuviana, e i turisti non frettolosi, adeguatamente informati circa il luogo in cui volutamente si trovano, sono pronti a vivere una deliziosa esperienza cognitiva ed emozionale. Scommetteremmo su un luogo dove si racconta il km zero, ma sarebbe una scommessa persa. La realtà è ancora più sorprendente: «No, non è km zero, sorry! Il nostro orto è a km 2.4. È questa, infatti, la distanza precisa che separa la nostra cucina dall’orto».
Un menu raffinato e autentico
A ghiotta dimostrazione di ciò, il carciofo che arriva come amuse-bouche, un carciofo di Schito grigliato con tartare di gambero rosso. L’impeccabile servizio di sala, da Vincenzo garbatamente coordinato, serve correttamente il 12 e mezzo Rosato del Salento Igp, ottenuto da uve Negroamaro, fatto da Varvaglione 1921.

Il carciofo di Schito grigliato con tartare di gambero rosso
Il primo piatto è sontuoso e godibile, un’esecuzione in cucina che denota maestria e attenzione meticolosa alle armonie dei sapori: Scialatiello di pasta fresca allo scoglio con frutti di mare, crostacei e pomodorino, un vero capolavoro mediterraneo. Parimenti pregevole per esecuzione, il secondo prescelto è la Frittura mista con pesci di paranza, calamari e gamberi, una pietanza che esprime tutta la qualità della filiera corta e dell’approvvigionamento mirato.
L’assenza del limone: una scelta coraggiosa
La paranza è la tipica imbarcazione utilizzata abitualmente per la pesca a strascico. La bontà dell’esecuzione della frittura è encomiabile, e rare volte capita di poter deliziarsi con una frittura così squisita. Encomiabile, ancorché coraggiosa, l’assenza del limone.

Frittura mista con pesci di paranza, calamari e gamberi
Si dice che il limone sia necessario, ma non in questo caso. Il limone è spesso usato per compensare una frittura non eseguita a regola d’arte, sia per carente qualità della materia prima che per abuso dell’olio di frittura. Tuttavia, se il cliente lo chiede espressamente, viene servito con rispetto, perché hospites sacri sunt. Ma, caro cliente, quando imparerai?!!!

Scialatiello di pasta fresca allo scoglio con frutti di mare, crostacei e pomodorino
Le pietanze giunte in tavola lascerebbero intendere che la linea di cucina è prevalentemente di mare, ma così non è. Ragguardevoli ed appetitose anche le proposte di carni cotte alla brace. E per completare l’esperienza, i crudi di mare non possono essere dimenticati.
Il dolce e i liquori: un’esperienza unica
Siamo al dolce: la Millefoglie calda con composta di Mela annurca Igp, crema pasticcera e cannella è semplicemente ottima. Un’altra pregevole connotazione dei patron è rappresentata dai liquori. Alkimie Botanike è una linea di infusi alcolici legati al patrimonio botanico di Pompei e dintorni, nata per restituire dignità e valore ai prodotti tipici del territorio pompeiano.

Alkimie Botanike è una linea di infusi alcolici
Gradevole l’Alloro79, definito “l’amaro degli dèi”, un infuso idroalcolico che combina alloro, agrumi ed una miscellanea di erbe officinali. Il conto è di lodevole onestà.
Via Sacra, 48 80045 Pompei (Na)