La cucina italiana è fatta, spesso, di sfide non solo legate alla qualità, bontà e originalità dei piatti, ma anche e, soprattutto, al rilancio di territori montani semi-abbandonati. È il caso emblematico del comprensorio sciistico di Montecampione, media Valle Camonica, 2.500 appartamenti nei comuni di Artogne e Piancamuno. Una realtà che, dopo gli anni dei grandi investimenti edilizi a cavallo del 2000, per una lunga serie di vicissitudini legate alle proprietà immobiliari è piano piano scivolata sull’orlo di un inarrestabile declino. Adesso sono arrivati nuovi investitori e fondi pubblici e privati (oltre 13 milioni) per il suo rilancio grazie in particolare all’impegno del presidente del Consorzio, Paolo Birnbaum.

Vista dall'alto su Montecampione
Un investimento che guarda al futuro di Montecampione
«Noi crediamo nelle potenzialità di questa stazione sciistica che si trova a un’ora di macchina da Brescia e Bergamo e due da Milano. Abbiamo così deciso di investire una somma importante creando esattamente un anno fa, il 18 dicembre del 2024, un nuovo ristorante: “La Brasca”. E la clientela ci sta dando ragione, soprattutto nei fine settimana. Più che un anniversario è l’inizio di un percorso enogastronomico di qualità nel quale abbiamo fortemente creduto».

L'esterno del ristorante La Brasca di Montecampione (Bs)
Parola di Amedeo Mirra, 45 anni, nativo di Pompei con varie esperienze nel mondo della ristorazione (responsabile commerciale per 18 anni alla Dac, il colosso della distribuzione alimentare di Flero) che, assieme ad altri due soci, ha iniziato l’avventura.
La cucina: terra e mare ai piedi delle piste
In cucina il 35enne chef Erdis Dallnesi (per alcuni anni cuoco personale di Valentino Rossi) e in sala Laura Zanotti. Complessivamente una brigata di otto persone per dar vita ad una cucina di terra (spettacolari le carni, su tutte la sorprendente bistecca del Cowboy di Angus Aberdeen irlandese con osso, alta dita e ricca di sapore e leggerezza, e la tagliata extra di Fassona piemontese, eccellente per superiore tenerezza e magrezza) e di mare.

La Brasca vuole valorizzare le tradizioni tipiche locali e nazionali
«Sì, di mare - dice rispondendo alle nostre perplessità Erdis - perché abbiamo fornitori che ci garantiscono anche qui, di fianco alle piste di sci, pesce freschissimo. Provare per credere». E in effetti i ravioli ai sapori di mare su vellutata di crostacei sono davvero di notevole delicatezza. Meritano pure i ravioli ai sapori di bosco con porcini (un omaggio ai camuni).

Lo chef Erdis Dallnesi su una delle moto di Valentino Rossi
Locale moderno e accogliente, “La Brasca” (dalla dialettale brace) è stato disegnato dall’architetto Simone Vecchia. Eleganza e sobrietà in grado di accogliere clienti di Brescia, Bergamo, Cremona, Milano e ultimamente anche turisti polacchi, inglesi e francesi. «Per le prossime festività - dice Mirra - abbiamo già il tutto esaurito all’insegna di una stagione invernale che si presenta più che promettente. Sperando sempre all’arrivo della neve, dai 1.200 metri della partenza delle seggiovie fino ai 1.800 metri delle baite».

La sala del ristorante La Brasca
Insomma, come si suol dire, gli ingredienti ci sono tutti: cultura gastronomica e territorio. «Vogliamo - rimarca lo chef - valorizzare le tradizioni tipiche locali e nazionali, unite ad una costante ricerca della qualità delle materie prime».
V. Plan di Montecampione 44 25040 Artogne (Bs)
Lun-Dom 12:00-15:00, 19:00-23:00