Incontro casuale, di quelli che con il senno del poi fanno dire “era destino”, tra una figlia d’arte, Marina Bonomo, napoletana, papà ristoratore e lei, nata nelle cucine, e Salvatore Mascia, caiatino, paramedico di professione. Matrimonio, due figlie, e il desiderio di Marina di essere chef patronne di ristorantino suo. Suo/nostro, il marito Salvatore entusiasticamente accetta, inizia vita nuova e da sei anni circa, Marina e Salvatore sono coppia non solo nella vita ma anche nel lavoro. Marina in cucina, Salvatore agli approvvigionamenti e in sala. “La Tammurriata”, e davvero di armonia gioiosa di danza e canto ritmati dal tamburo appare la loro proposta culinaria, fa pressoché esclusivamente cucina di mare. Il mare non è proprio a due passi, ma neanche siamo in collina: siamo nella fertile Terra di Lavoro, nel grazioso borgo di Bellona (Ce).
Marina Bonomo (chef) e il marito Salvatore Mascia, prorietari de La Tammurriata
La cucina di mare secondo La Tammurriata
Salvatore sa come approvvigionarsi di pesce freschissimo, di frutti di mare e di crostacei crudi. Un’ora circa in auto e, quando in ora antelucana, quando in tardo pomeriggio, si reca a Formia, tra i porti pescherecci più grandi del Tirreno e all’asta acquista quanto poi Marina saprà validamente lavorare in cucina. Insomma, pesce freschissimo.
Particolare della sala de La Tammurriata
Come è l’interior de La Tammurriata
Locale delizioso e luminoso, due sale ad “elle”, arredamento elegante, 50 coperti circa, dehors antistante per aperitivi serali e bene attrezzato altro spazio esterno per ulteriori 80 coperti.
La sala de La Tammurriata
Tale ampliamento, della cui necessità ancor prima che opportunità, patronne e patron sono consapevoli, testimonia un intrigante disequilibrio tra una domanda ben forte (tanti i clienti a cui si è dovuto dire: “spiacenti, non c’è posto) ed un’offerta eccessivamente vincolata al layout del locale.
Cosa si mangia da La Tammurriata
Cronaca con acquolina di sontuoso pranzo. Starter di atmosfera conviviale il delizioso benvenuto dalla cucina: Bun fatto in casa con scarola riccia e acciughe in crosta di panko anch’esso fatto in casa. Il panko è una panatura in fiocchi tipica della cucina giapponese. In appropriato calice, corretta la temperatura di servizio, il Piancastello Rosé fatto da Endrizzi, ottenuto da uve Pinot Nero e Chardonnay, con maturazione sui lieviti per oltre 60 mesi. Adesso comincia il mare a dire la sua!
Si comincia con gli antipasti crudi: carnummola, cozze pelose, tartare al cucchiaio di gamberi gobbetti di Ponza, ostrica rossa di Gallipoli. La carnummola, conosciuta anche come Limone di mare, è un frutto di mare che vive in colonie sui fondali sabbiosi. La carnummola è considerata un potente afrodisiaco! Nel calice, mai pieno e mai vuoto, il Piancastello Rosè svolge egregiamente la sua delicata funzione.
Choux con agretti, mazzancolle locali e avocado; Gamberi di vetro sale e pepe; Panzanella di mare; Polpo verace con favette, patate, crema di capperi di Pantelleria e colatura di alici
Si passa agli antipasti cotti: Choux con agretti, mazzancolle locali e avocado; Gamberi di vetro sale e pepe; Panzanella di mare; Polpo verace con favette, patate, crema di capperi di Pantelleria e colatura di alici. Ed è con questa pietanza che assimiliamo il talento sommo della chef, non disgiunto da una tecnica ben robusta. Non cambia la cantina, ma cambia il vino: Endrizzi brut Trento Doc ottenuto da sole uve Chardonnay. Maturazione sui lieviti in bottiglia di oltre 24 mesi. Sapido al gusto, ma allo stesso tempo vivace e fresco. Abbraccio gioioso tra le Dolomiti e il Tirreno. I piatti, fuor di sineddoche, sono proprio belli: belli a vedersi e funzionali.
Ed eccoci a due assaggi di primi: Mezzi paccheri con pesto di peperoncini verdi e cozze, semplicemente squisiti, e a seguire, ben fatto e gradevole, lo Spaghettone al riccio di mare. Sullo spaghettone abbiamo lasciato il Trentino e siamo giunti nell’Irpinia: fatto da Cantina Sanpaolo, da sole uve greco, nel calice il Puddinghe Greco di Tufo Docg 2022. Quanto dona a questa vendemmia 2022 il leggerissimo affinamento in rovere francese. Alla vista di grande pregevolezza la luminosità con questo maliardo color paglierino con guizzi di oro lucente.
Mezzi paccheri con pesto di peperoncini verdi e cozze
A compimento, una chicca imperdibile: il babà napoletano fatto dalla chef con Lemon Brandy Brown Spirit. Quella del brandy italiano, diciamocelo, è una storia millenaria da riscoprire e valorizzare.
La Tammurriata, danza ritmata dalla successione delle portate, sonorità scandite da calici riconducibili fantasiosamente a tamburi, armonia sensuale tra cucina e sala. Pubblico esigente come ha da essere chi sa individuare in questo ristorante di destinazione, il posto giusto per apprezzare una cucina di mare sapiente, non ruffiana, rispettosa di un pescato abilmente e appassionatamente lavorato.
La Tammurriata – Ristorante di mare
Piazza Dante Alighieri - 68 Bellona (Ce)
Tel 0823 1431057