Quanto si sta bene in quei ristoranti di fine dining privi di inutili formalismi e ingessature che non raramente si trovano in giro, anche in locali di diverso genere che però tentano di imitare uno stile non loro, con il triste risultato di scimmiottarlo.
Il piccione con sedano rapa di Osmosi
Da Osmosi si sta tanto bene, ed è stata sin da subito una percezione poi confermata nel corso del pranzo grazie all’accoglienza, il calore e l’informalita (in senso positivo) dei proprietari (nonché marito e moglie) Simone ed Elena, che in periodo Covid hanno pensato di avviare un ristorante tra le campagne di Montepulciano (Siena) dopo aver condotto nella vicina Montefollonico per vent’anni un’osteria (anzi, dicono, un’ottima osteria) riconosciuta e visitata tanto da locali quanto da turisti di passaggio in zona.
Elena e Simone, i proprietari di Osmosi
Un trascorso importante, formativo e segnante, un retaggio che ha permesso loro di calarsi nella nuova realtà “gourmet” pur mantenendo i dettami e il giusto grado di informalità dell’esperienza precedente.
Osmosi, un ristorante "nato" in epoca Covid
Fatto sta, in un modo o nell’altro la pandemia ha cambiato le vite, personali e professionali, praticamente di tutti e da questo assunto non sono sfuggiti Simone ed Elena. I due hanno pensato bene di riqualificare una struttura con vista sulle vigne (Sangiovese e Merlot), parte di una vecchia fattoria in rifacimento (e ora diventata una struttura con camere e piscina, Villa Svetoni), di questo paesino del senese per ricavarne un ristorante di fine dining.
Lo chef di Osmosi, Mirko Marcelli
Abbandonata l’osteria, il loro secondo tempo professionale all'insegna di una svolta più “gourmet” e ricercata, affidata alle mani e alla testa di uno chef selezionato direttamente da loro: Mirko Marcelli, classe 1998 originario di Roma. L’apertura di Osmosi nel giugno del 2021, in breve tempo la segnalazione in guida Michelin e nell’edizione del 2024 la consacrazione con la Stella. Una Stella meritatissima a giudicare dal pranzo, all’insegna di una cucina moderna, pensata, ben realizzata e al contempo anche ben presentata. In sala oltre a Elena e Simone (anche sommelier) si muovono due giovani ragazzi, così come è giovane la brigata agli ordini di chef Marcelli, i cui ragazzi hanno un'età compresa tra i 20 e i 25 anni.
La sala di Osmosi
«Immaginavamo che dopo il Covid si sarebbe dovuto dare concretezza alla gente. Non “sensazioni”, non “fumi,” niente “spume” o “arie”, quindi l’intero progetto si basa sulla sostanza di cucina, di cui si aveva bisogno, anche per dare certezze a chi si siede al nostro tavolo» afferma Elena nel presentare il locale. Idee concretizzate anche nell’arredo, studiato per dare un senso di ospitalità leggera, pulita, light, in questo mix di rustico, quasi domestico, e comunque quell’elegante contemporaneo che sa mettere a proprio agio in due sale con una trentina di coperti totali. Stile rispettato dall’informale professionalità di Simone ed Elena che si muovono in sala con attenzione, puntualità, sempre sorridenti e pronti alla battuta. Sembra scontato, ma non lo è.
Cosa si mangia da Osmosi a Montepulciano
Il pranzo. In questo range di offerta forse è difficile chiedere di meglio. Un livello altissimo dalla prima all’ultima portata, uno standard di qualità, pulizia tecnica e pensiero che legittimano il macaron conferito dai francesi e fa ben sperare per il futuro. Dopo deliziose amuse bouche iniziali si parte con un piatto che non è quello che sembra: apparentemente un risotto alle erbe, dal forte profumo marino, in cui in un primo momento non viene svelato un ingrediente preciso (riconoscibile, però, già al primo boccone). L’ingrediente alla base della ricetta stessa: non si tratta di risotto, bensì di un calamaro finemente sminuzzato tanto da sembrare riso, con cime di rapa, chorizo e nero di seppia. Si prosegue con un’animella panata, alla milanese per rendere l’idea, bella croccante, accompagnata da carota, maggiorana e mostarda di mele. Salse da raccogliere con un’abbondante forchettata.
1/8
Calamaro, cime di rapa, chorizo e nero di seppia di Osmosi
2/8
Animella, mostarda di mele e carota di Osmosi
3/8
Cipolla e crema di pecorino di Osmosi
4/8
Risotto al parmigiano e polvere di genziana di Osmosi
5/8
Ravioli di lepre e rapa rossa di Osmosi
6/8
Il coscio di piccione di Osmosi
7/8
8/8
Previous
Next
Arriva quindi una cipolla “immersa” in una crema di pecorino e accompagnata da un vino passito (La Stoppa Vino della Volta). C'era pericolo che il dolce della cipolla assieme a quello del vino (simile a un vin santo), potesse stonare, invece il pecorino con la sua spiccata sapidità bilancia e lega tutto magnificamente. Ecco poi quello che viene presentato come un piatto “divisivo”, sicuramente il più intraprendente e “coraggioso” dell’intero menu. Un risotto al parmigiano con radice di genziana spolverizzata a conferire un amaricante che al primo boccone schiaffeggia il palato, quasi lo anestetizza, ma poi dopo un attimo di smarrimento iniziale ecco che il tutto si sposa in modo pulito e coerente, con l’amaro che rimane in bocca in modo sì persistente, ma non invadente. Perfetto l’abbinamento un con Badiacrepaldo Le Fiore 2020 macerato, che con il suo tono zuccherino contribuisce a smussare la spigolosità del piatto.
L'esterno di Osmosi a Montepulciano (Siena)
Il secondo primo sono dei ravioli alla lepre, ginepro e succo di rapa. Deliziosi, ma uno in più (sono tre in totale) non avrebbe guastato dato le dimensioni piuttosto ridotte. Arriva poi sua maestà il piccione, accompagnato da sedano rapa, spinacino e bagnato dal suo fondo bruno. Non finisce però qui, perché poi c'è spazio anche per il cosciotto del volatile, da mangiare rigorosamente con le mani. In chiusura un sorbettino allo yuzu per prepararsi al dessert finale a base di mela e un gelatino al fieno. Si sceglie il caffè da una carta apposita con 4 soluzioni e si saluta, pieni e felici, per aver scoperto un indirizzo davvero interessante.
foto di Officina Visiva
Osmosi
Via Umbria, 65 - 53045 Montepulciano (Si)
Tel: 389 652 2511